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Dissuadére o dissuàdere?

Creato il 30 novembre 2011 da Albix

Dissuadére o dissuàdere?Alle ore 7 e 15 mi sintonizzo su radiotre per la rassegna stampa e sento Concita Di Gregorio leggere “dissuàdere” con l’accento sdrucciolo. Penso a una svista. Può succedere anche a una giornalista di grido, fra tante letture, sbagliare un accento.

Mi sposto al Caffè di Corradino Mineo, sulla TV (Terza Rete). Stesso articolo, stesso verbo, stesso errore: accento sulla terzultima invece che sulla penultima. Allora non è un caso: due giornalisti di grido che sbagliano lo stesso accento.

Supero l’irritazione, pensando che forse sono io a sbagliare o che magari si può pronunciare in entrambi i modi.

Mi concentro sulla notizia e la mia irritazione scompare del tutto.

Lucio Magri si è suicidato ed io sto qui ad indignarmi per un accento sbagliato.

Provo dispiacere per il gesto disperato del fondatore del Manifesto.

Forse mi sarei scandalizzato di meno per quell’errore sugli accenti, se i due giornalisti avessero dato più spazio al dibattito sulla scelta fatta del loro collega.

Poteva essere un’occasione buona per dibattere di eutanasia; o quantomeno per mettere in evidenza la debolezza che ci contraddistingue e che, tanto più sul volgere del tramonto della nostra vita, rischia di farci sentire più soli e indifesi che mai.

Invece ho avuto come l’impressione che le due rassegne stampa esaltassero (giustamente) il professionista, ma tralasciassero(erroneamente) di discutere l’uomo e la sua posizione nel Creato, accentuando piuttosto la sua libertà assoluta e indiscutibile di scelta sia in riferimento alla vita, sia in riferimento alla morte.

Anche qui sbagliando l’accento.


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