Magazine Psicologia

Disturbi mentali e violenza: c’è un nesso?

Da Quipsicologia @Quipsicologia

Leggendo delle recenti sparatorie avvenute in Canada e a Seattle, ho notato che per l’ennesima volta nel descrivere questi tragici eventi zeppi di violenza sono state usate come se nulla fosse le parole follia e disturbi mentali. L’ho notato con tristezza e fastidio, perché mi sembra che informazioni date in questo modo portino il lettore a pensare che vi sia un saldo nesso tra disturbi mentali e violenza. Certi articoli sui giornali alimentano lo stigma che vuole chi soffre di schizofrenia o altri gravi disturbi mentali (e ha già per questo i suoi problemi) come potenzialmente violento. Eppure non è così.

 

I disturbi mentali equivalgono a violenza?

L’American Psychological Association ha pubblicato un paio di mesi fa i risultati di una ricerca riguardante gli omicidi commessi da persone con un disturbo mentale, in particolare depressione maggiore, schizofrenia, disturbo bipolare: soltanto raramente gli omicidi sembrerebbero legati in modo diretto ai disturbi mentali.

Chi soffre di un disturbo mentale non sarebbe di solito più violento o più pericoloso di una persona che non soffre di alcun disturbo mentale. Anzi, quello che accade è proprio il contrario, cioè che una persona che ha un disturbo mentale è più probabile che sia vittima di violenza (Crump et al. 2013).

Avvicinare violenza e disturbo mentale è un modo semplicistico di spiegare il comportamento umano, un modo che, tra l’altro, può rendere ancora più difficile a chi sta male chiedere aiuto. Certo, pensare che la violenza derivi tout court dalla malattia mentale può essere rassicurante per chi si ritiene “sano”, che può così considerare la violenza come qualcosa che non gli appartiene. È un meccanismo simile a quello usato dalle due ragazzine di dodici anni che qualche giorno fa hanno sferrato diciannove coltellate a una loro compagna di scuola e amica spinte dalla paura che lo Slenderman (un moderno Babau) avrebbe sterminato le loro famiglie.

Il meccanismo è lo stesso perché in entrambi i casi si sente il bisogno di prendere una distanza dagli eventi, di collocarli in un altrove.

 

violenza e disturbi mentali

 

Serve una spiegazione complessa

La violenza è il prodotto di tanti elementi (Elbogen & Johnson, 2009):

  • aver subito violenza fisica o psicologica;
  • abusare o dipendere da alcol o droghe;
  • essere in un momento di fortissima tensione (ad esempio perché si è perso il lavoro o si è divorziato);
  • non avere una rete sociale di supporto.

Questi sono alcuni dei fattori di rischio che possono portare a un comportamento violento.

A questi elementi di rischio aggiungo l’incapacità della persona di tollerare la frustrazione e la rabbia, di modulare e filtrare le emozioni fortemente negative trasformandole ad esempio in sarcasmo o in una sonora discussione.

È in presenza di questi fattori di rischio, e di altri ancora, che un disturbo mentale grave può portare ad agire la violenza. Detto in altri termini, soffrire di un disturbo mentale non vuol dire di per sé che si è delle persone violente o incapaci di regolare le proprie emozioni.

La stragrande maggioranza degli omicidi commessi non ha nulla a che vedere con i disturbi mentali (né, aggiungo en passant, con i videogiochi). E pensarlo rende un pessimo servizio a chi sta male e alla società tutta.

 

Per approfondire

Crump et al. (2013). Mental disorders and vulnerability to homicidal death: Swedish nationwide cohort study. BMJ 346:f557.

Elbogen E. & Johnson S. (2009). The intricate link between violence and mental disorder: Results from the National Epidemiologic Survey on alcohol and related conditions. Archives of General Psychiatry, 66(2):152-161.

 

Photo credit: jiggoja

 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Dossier Paperblog