C’è un libro che ho letto di recente e che volevo riassumere sul blog. Si chiama Ricchi e Poveri: l’Italia e le disuguaglianze inaccettabili. L’autore è Maurizio Franzini, un economista de La Sapienza di Roma, che fornisce dati molto interessanti e precisi e sostanzialmente si chiede perché in Italia, il sesto paese con più diseguaglianza dell’area Ocse, cioè d’Occidente, in cui tra l’altro la diseguaglianza è in gran parte ereditaria, e indipendentemente dai propri sforzi e nonostante l’istruzione i figli dei poveri guadagnano meno dei figli dei ricchi, la diseguaglianza sia così assente come tema dal dibattito politico. In effetti, persino la sinistra più radicale ne parla poco.
Vi dico subito che il libro non lo riassumerò, ma che lo consiglio a tutti perché tra l’altro è una lettura breve e agevole e offre spunti interessanti, in particolar modo quando spiega perché gli stipendi folli di sportivi, top manager e star dello spettacolo siano dovuti a fattori molto diversi dal talento e dall’impegno, e anche da un ottimale funzionamento del mercato. In particolare, questi fattori sarebbero: il potere dei manager di decidere del proprio stipendio data la posizione che occupano; il sistema indiretto delle sponsorizzazioni per cui un atleta o un artista prende denaro che magari gli spettatori non gli darebbero, ma gli sponsor sì pur di raggiungere suddetti spettatori; e, legato a quest’ultimo, i mezzi di comunicazione di massa che diffondono l’esibizione della star e danno “la possibilità di vendere a tutti la stessa performance” – come, spiega l’autore, se un oste potesse sfamare milioni di clienti cucinando uno stesso piatto una volta sola. Inoltre, in certi ambiti vale la regola che il vincitore prende tutto, e un artista o sportivo di poco o per nulla meno talentuoso è separato dal salario del suo collega più fortunato da una differenza abissale, molto maggiore della differenza di qualità. Infine, i ricchi spendono i loro molti soldi in merce per ricchi, creando domanda per servizi di lusso e ulteriori sacche di ricchezza personale: un ottimo esempio è l’alta moda. Gli stilisti probabilmente non avrebbero così tanto potere e così tanti soldi se non esistessero nababbi che si possono permettere le loro creazioni costosissime.
La parte forse centrale del libro è la domanda che l’autore si pone: perché i poveri in Italia non protestano contro le disuguaglianze, che pure li danneggiano enormemente? La risposta più plausibile è che sperano di diventare ricchissimi anche loro prima o poi. L’abbiamo visto nel ventennio berlusconiano: invece di lottare per politiche redistributive, i suoi sostenitori lo ritenevano un modello da imitare, forse la loro immagine nel futuro. Non serve dire che è impossibile che tutti i poveri diventino ricchi, anche se si impegnassero tutti tantissimo (un solo pianeta non basta, e l’esistenza dei ricchi richiede per definizione quella dei poveri); inoltre, chiunque ritenga probabile un proprio stratosferico arricchimento in Italia senza esservi già ben avviato, quindi mi riferisco alla stragrande maggioranza del paese, è un illuso. Meglio farebbe a battersi per una redistribuzione.
Infine, l’autore spiega che a causa dell’ereditarietà della ricchezza e del costo di politiche che creino per tutti uguali opportunità, e quindi contrariamente a quanto tanta gente crede, un’alta disuguaglianza di risultati è di fatto incompatibile con un’uguaglianza di opportunità.
Comunque, al di là di questi spunti, mi limito a segnalarvi il libro e a consigliarvelo. Davvero non mi va di fare il riassunto. Spero che accada ciò che Franzini auspica, cioè che il tema della disuguaglianza cominci ad avere l’attenzione che merita.
E a proposito di disuguaglianze inaccettabili, chiudo con alcuni link assortiti: pensare che ci siano persone che abbiano così tanti soldi e altre che sono malnutrite o non si possono curare, scusate se sono banale, mi fa ribollire di rabbia.
La regina di Versailles
Soffermatevi sui numeri, e forse anche sul contributo che queste persone danno alla società e alle vostre vite: i calciatori / gli atleti olimpici / le coppie famose / gli scrittori più pagati (l’ultima lista forse è la più scandalosa)
Io ogni tanto, per rendermi conto dell’ordine di grandezza, penso a quanto costa più o meno una buona casa nella mia città, e calcolo quante se ne potrebbero comprare questi qui al mese, con i loro guadagni. Come si può essere contrari a una redistribuzione?
I compensi per Sanremo: qui e qui
Ricordate che i loro soldi vengono dalle vostre tasche.
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