Eh no, non è ancora primavera.
Anche se nel vostro giardino sono già spuntate margherite, primule e viole.
Anche se l’altro giorno l’avete sentita – sì, distintamente! – quell’aria di primavera, tiepida e profumata. Sarà il föhn?!
Nomen omen
Vogliamo forse parlare, come ai tempi delle scuole elementari, del mazzolin di rose e viole che reca in mano la donzelletta che vien dalla campagna in sul calar del sole?? No, dai, basta.
Siete stanchi delle solite brutture? Odiate il grigio in tutte le sue sfumature? Avete sfidato gli psicologi delle Forze Armate ammettendo, al questionario dei tre giorni, che sì, vi piacciono i fiori? La primavera è la vostra stagione preferita? Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, questa pagina è per voi. Altrimenti, giratela.
Parliamo invece del galanthus nivalis: il bucaneve!
Non è il biscottino che vi comprate al supermercato per fare colazione, bensì il timido fiorellino che incontrereste se faceste una passeggiata in montagna in questa stagione.
“Trova l’intruso”: lo riconoscete?
Si parlerà della varietà spontanea che cresce nel nostro territorio, comunque sappiate che ne esistono altre, coltivate soprattutto all’estero, che si differenziano per una diversa dimensione dei fiori o per la fioritura in periodi diversi.
Il genere galanthus deriva dalle parole greche “gala”= latte, perché è bianco come il latte, e “anthos”= fiore. Il nome specifico (nivalis) fa riferimento alla sua precoce fioritura in mezzo alla neve.
Nella pratica, dove lo possiamo trovare?
In generale, in Europa meridionale e nelle zone caucasiche. Nell’Italia continentale, praticamente dappertutto tranne che in Calabria (dove troveremmo suo cuggino, il galanthus reginae-olgae Orph). Nelle nostre isole maggiori, non pervenuto.
Attenzione ai simulatori:
Leucojum vernum L. o campanellino o falso bucaneve (a-ha!): appartiene alla stessa famiglia (Amaryllidaceae). Fiorisce nello stesso tempo e sui medesimi terreni, ma si distingue per la corolla più rotonda e per i tepali bianchi ma tutti uguali e macchiati di verde all’apice.
Gagea lutea (L.) Ker-Gawl o cipollaccio stellato: possono essere confusi soprattutto prima della fioritura. Comunque, questo ha foglie singole e non appaiate, acute all’apice e non arrotondate, solcate da tre nervature e non una sola, come i nostri bucaneve. Ma soprattutto, i suoi tepali sono gialli.
Cercatelo nei boschi di latifoglie, nei cespuglieti o nei prati, comunque nelle zone a mezz’ombra. Nell’Italia centro-meridionale è una specie prevalentemente montana, mentre nel Nord Italia, in Toscana e nelle Marche si trova anche nelle pianure alluvionali ed in prossimità delle coste.
Di bucaneve si parla da secoli. Qualcuno lo chiama “Stella del mattino” perché è uno dei primi fiori ad apparire nel nuovo anno. Inoltre, pare sia considerata una pianta sacra e simbolica anche in alcune feste religiose, sia cristiane che pagane (ma non chiedetemi quali).
In Inghilterra (paese che dovrebbe ringraziare le nostre Alpi, perché fu proprio la Regina Elisabetta a prelevarli da qui e trapiantarli da quelle parti) circolano un paio di leggende/racconti, poco differenti l’uno dall’altro, che legano il bucaneve ad Eva (proprio lei, quella della mela): nel primo la donna, presa dallo sconforto di trovarsi sulla terra buia e gelida, dopo la cacciata dal paradiso terrestre, si diede forza e speranza proprio dopo aver visto apparire un bucaneve, miracolosamente fatto spuntare da un angelo. Chissà se quel bucaneve l’ha solo visto o…
Cu-cu!
L’altra leggenda racconta i fatti un po’ più dettagliatamente: pare che l’angelo di cui sopra, impietosito dall’intima sofferenza di Eva, scese addirittura sulla terra per incontrarla e consolarla (un vero angioletto!). Infatti, da quando quei disobbedienti di Eva e Adamo fecero quella sciocchezzuola, venendo cacciati dall’Eden, il creato subiva catastrofi inenarrabili. Perciò, mentre discorreva con lei, l’angelo soffiò su un fiore, guarda caso uno dei nostri bucaneve, al quale ordinò di riprender vigore e propagarsi. “Questo fiore – disse l’angelo – ti sia di garanzia che l’estate arriverà”.
Ora veniamo alle curiosità.
Si dice in giro che il bulbo del bucaneve applicato sulla cute, fresco o essiccato, acceleri la “maturazione” di foruncoli, ascessi e pustole (lo state immaginando, sì?) e che sia utile per eliminare le volgarmente dette “cipolle” dei piedi (l’alluce valgo). Provare per credere.
Guardare ma non toccare
In ogni caso, fate attenzione a non ingerirlo, perché il Galanthus nivalis contiene un alcaloide chiamato galantamina, una molecola che interagisce con l’acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per la regolazione di funzioni vitali e perciò potenzialmente letale. Le proprietà anticolinesterasiche della galantamina vengono però utilizzate anche a scopo terapeutico, ad esempio nella malattia di Alzheimer, con risultati che non sto qui a raccontarvi perché…è un’altra storia.Detto questo, ribadisco: non preparatevi infusi di bucaneve se siete smemorati, perché potrebbe essere molto pericoloso.
Piuttosto, regalateli. Il bucaneve è sinonimo di augurio.