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Ditelo con un fiore, se vi pare: il calicanto

Creato il 11 gennaio 2014 da Lundici @lundici_it
calicanto ramo

Siete stanchi delle solite brutture?
Odiate il grigio in tutte le sue sfumature?
Avete sfidato gli psicologi delle Forze Armate ammettendo, al questionario dei tre giorni, che sì, vi piacciono i fiori?
La primavera è la vostra stagione preferita?
Se avete risposto sì ad almeno una di queste domande, questa pagina è per voi.
Altrimenti, giratela. 

Alzi la mano chi ha già sentito nominare il calicanto.

A me probabilmente non è mai rimasto in mente, nonostante ce l’abbia sotto gli occhi da tempo immemore. E’ un po’ come quando per anni saluti quel signore con i baffi che abita in fondo alla tua via, ma non hai idea di come si chiami. O capita solo a me?

calicanto ramo 2

Si inizia a fare confusione già con il nome, che comunemente si riferisce alla pianta appartenente al genere delle calycanthacee, ma della specie chimonanthus; nello specifico, in Italia si coltiva il chimonanthus praecox.

Il calicanto è un arbusto disordinato, con vari fusti ben ramificati che danno origine ad una vegetazione densa ed intricata (già mi piace), le cui foglie lanceolate appaiono in primavera, dopo o durante la fioritura.

Quello che lo differenzia dalle piante circostanti sono sicuramente i fiori, che sbocciano in pieno inverno indipendentemente dalle condizioni climatiche, ben prima che la pianta abbia cominciato a produrre le foglie.

Vi è mai capitato di notare, durante la stagione fredda, un arbusto all’apparenza secco, completamente ricoperto da fiorellini bianchi o gialli molto profumati? Ecco, è lui.

Quando gli altri dormono, il calicanto fiorisce!

Quando gli altri dormono, il calicanto fiorisce!

Appassiti i fiori, finisce la festa: il calicanto diviene un arbusto abbastanza anonimo. Però si possono sfruttare le sue ramificazioni intrecciate per creare siepi, anche se non è un sempreverde, perché perde il fogliame nei mesi invernali.

E’ inoltre di facile coltivazione: una volta assestatosi in giardino tende a non necessitare di particolari cure, perlomeno dopo che si è ben adattato alla vita nel nostro giardino, in luogo soleggiato o anche semiombreggiato, in un terreno fresco e molto ben drenato; possiamo annaffiarlo anche solo sporadicamente, durante i periodi di grande caldo e siccità.

Chi di voi non vivesse in Italia (dove pare sia irreperibile per qualche oscuro motivo), potrebbe in alternativa procurarsi un chimonanthus nitens, arbusto a foglie sempreverdi, abbastanza coriacee, che contrastano bene sui fusti rossastri.

Il calycanthus: in effetti è un po' diverso dal calicanto

Il calycanthus: in effetti è un po’ diverso dal calicanto

E’ originario della Cina (come il chimonantus praecox, del resto) e sopporta senza problemi il clima invernale. Fiorisce però in primavera e i suoi piccoli fiori bianchi o giallo chiaro profumano poco o per niente. Inoltre, ha una maggior necessità di potature perché tende con il tempo a svuotarsi nella parte bassa.
Valutate voi quello che preferite.

Ora un attimo di attenzione, perché nella famiglia delle calycanthacee esiste una pianta che si chiama calycanthus, ma non è il vero calicanto! Dalle nostre parti viene anche chiamato calicanto estivo.

E’ un arbusto originario del nord America, ha foglie ovali e di colore verde scuro; in estate produce bellissimi fiori a coppa, di colore rosso acceso, costituito da numerosi petali lineari disposti a spirale, dal profumo molto intenso di frutta matura o di fragole. Tutto l’albero è aromatico: la corteccia emana un fragranza di canfora (poteva anche andar meglio…).

Anche il calycanthus può sopportare senza problemi le gelate, purché non persistano per molti giorni di seguito.

che tempra il calicanto

Che tempra!

E’ abbastanza facilmente reperibile nei vivai italiani e non necessita di tantissime cure: rispetto al chimonanthus è leggermente più esigente per quanto riguarda le annaffiature, in quanto non sopporta molto bene la siccità, e quindi si preferisce posizionarla a dimora a mezzombra.

Tornando al calicanto (che burdèl), se voleste regalarne uno cresciuto dalle vostre manine e dalle vostre amorevoli attenzioni, sappiate che in un paio d’anni (!) potreste ottenere dei signori arbusti, sia dai semi che dalle talee.

Infatti, i primi potete raccoglierli al termine di una fioritura, dalle capsule semilegnose in cui si sono trasformati i suoi numerosi fiori; in alternativa, potete tagliare gli apici dei rami in primavera inoltrata o estate, levando le foglie nella parte bassa, per farne talee.

Una breve leggenda su questa pianta temeraria: in un inverno particolarmente freddo, un piccolo pettirosso cercava riparo fra le ultime foglie ingiallite degli alberi. Molti di loro, gelidi e indifferenti, non lo aiutarono. Il calicanto, impietositosi, gli offrì rifugio fra i suoi rametti e la sua generosità fu ricompensata con una pioggia di stelle profumate. Da allora questo “miracolo” si ripete: ogni inverno i suoi rami spogli si ricoprono di fiori profumatissimi.

La neve gli fa un baffo

La neve gli fa un baffo

Il calicanto, secondo una mia personale insindacabile interpretazione, è simbolo di tenacia, capacità di adattamento e coraggio.


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