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Diventare grandi

Creato il 09 maggio 2011 da Lanterna
Ci sono giorni in cui guardo i miei figli e mi sembra che appartengano a specie diverse (se non fosse per la somiglianza fisica, ne avrei la certezza). Hanno caratteri diversi e stanno compiendo percorsi diversi.
Quando Amelia aveva 3 anni, a malapena sapeva esprimersi a parole, non riusciva ad anticipare i propri bisogni e le proprie reazioni, faceva fatica a seguire spiegazioni verbali più lunghe di una frase.
Ettore non è mai stato così: ha sempre avuto maggior facilità col linguaggio ed è sempre stato molto consapevole della propria vita interiore. Badate che ho detto consapevole, non ragionevole.
Ieri siamo andati al consueto appuntamento col Mercatino dei piccoli: un mercatino semestrale di vestiti usati, i cui proventi vanno ai progetti di Terres des Hommes. Eravamo in chiusura, e c'era un vestito di Carnevale da pirata/Zorro che nessuno aveva voluto. Ce l'hanno offerto, per Ettore, e io ho detto che l'avrei preso se a lui piaceva. Dopo aver rifiutato 2-3 volte per timidezza, Ettore ha deciso di volerlo quando stavamo per uscire.
In macchina, mentre tornavamo, ha continuato a dire che l'avrebbe messo a casa, dopo aver fatto la doccia (ma senza lavare i capelli, precisava). A casa ha fatto diligentemente la doccia e si è infilato tutto contento nel sinteticissimo costume. Si è fatto fare un servizio fotografico mentre menava fendenti all'aria con la sua spada di legno e mi ha pregata di poter tenere il vestito durante la cena. Alla fine della cena, quando si è sentito stanco, è andato di sopra a spogliarsi e a mettersi il pigiama di sua iniziativa. Quando ho finito di bere il mio tè (essì, lo so che poi mi alzo a pisciare...), mi ha presa per mano e ha voluto che io leggessi il mio libro (The Graveyard Book di Neil Gaiman, carino!) mentre lui prendeva sonno accanto a me.
Insomma, ieri sera non è finita con lui che cade addormentato ancora vestito da pirata o con me che gli rompo le balle perché si metta il pigiama fintanto che riesce ancora a tenere aperti gli occhi. È finita come sarebbe finita con un bambino grande. E io ne sono tanto tanto contenta.

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