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Django Unchained. Recensione

Da Ognimaledettopost

Django Unchained. Recensione Django Unchained di Quentin Tarantino con Jamie Foxx, Christoph Waltz, Leonardo Di Caprio, Samuel L. Jackson Western, 165 min., USA, 2012
Cosa si aspetta il pubblico da Tarantino? Semplice: dialoghi strampalati, scene pulp, mexican standoff, tonnellate di citazioni filmiche, un suo cameo. Questo è il comune denominatore dei suoi ultimi film (Kill Bill e Inglorious Basterds), questo è praticamente il canovaccio di Django Unchained nonché suo grande limite (prima parte appagante, seconda che sfiora il tedioso).
Certo, dopo aver riempito di significato l’aggettivo “tarantiniano”, il regista si sta meritatamente divertendo come un bambino al luna park che non deve pagare per salire sulle giostre o mangiare zucchero filato. Giusta ricompensa al merito di aver rivoluzionato il linguaggio del cinema con Le iene (1992) e Pulp Fiction (1994). Ma da un regista che ora dispone di denaro e capacità ci si aspetterebbe un po’ più di coraggio nel valicare la propria cifra stilistica sperimentando nuove strade. Un “passo indietro” su tutti: Tarantino ha contribuito ad estetizzare la violenza tramite immagini di violenza assurda, fine a sé stessa. Ora, che bisogno c’è di rassicurare il pubblico giustificando le esplosioni di violenza prima attraverso le contrapposizioni nazisti/ebrei e poi schiavisti/uomini di colore? Paura di inimicarsi la folla adorante? (A proposito: quanti finti tarantiniani in sala, che credono che conoscere un regista “figo” voglia dire conoscere la storia del Cinema!).
È bene ripeterlo: chi ha smesso di essere coraggioso non è più così interessante.
Voto: 3 ½ su 5
(Film visionato il 19 gennaio 2013)


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