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Docente Universitaria in Olanda

Da Fugadeitalenti

So che in Italia un lavoro come quello attuale non lo troverei. Non lo troverei in primis perché sono fuori dal giro, e andare a fare un concorso senza un protettore sappiamo che è una battaglia contro i mulini a vento. Un concorso con un protettore, e con me quale vincitrice in pectore, io non lo voglio fare. Perché voglio vincere se sono la migliore, non se qualcuno ha deciso che quel posto è per me“: così Mariolina Eliantonio, 32 anni, racconta ai microfoni di “Giovani Talenti” i motivi che la spingono a restare in Olanda.

Mariolina è arrivata ad occupare importanti posizioni di responsabilità all’interno dell’Università di Maastricht, una delle più prestigiose del Paese nordico, a coronamento di una carriera precoce. Ma molto intensa. Nata e cresciuta a Pescara, Mariolina fin da giovane viene abituata a scrivere e a parlare in un’altra lingua: prima frequenta l’unica scuola di inglese pomeridiana della città, poi inizia a imparare il tedesco, a soli 16 anni. Arrivata al bivio della scelta sulla facoltà universitaria, decide di iscriversi a Giurisprudenza, presso l’Università di Teramo. Non perde però occasione di mantenere gli occhi ben aperti sul contesto esterno: ogni estate viaggia all’estero per frequentare corsi di lingua, e per sette mesi lascia l’Italia con destinazione Germania, dove trascorre un periodo in Erasmus.

Conclusa l’università, Mariolina si iscrive al Master Magister Iuris Communis in Diritto Europeo e Comparato all’Università di Maastricht: la sua intenzione è quella di studiare diritto comunitario, possibilmente in un ambiente multiculturale. “Una delle scelte migliori della mia vita“, afferma lei ora a distanza di anni. In Olanda “mi è stato finalmente insegnato a pensare“, sostiene: una vera rivoluzione copernicana, di fronte alla quale i metodi italiani non hanno retto il confronto fin da subito. Casi di studio concreti, pratica allo stato puro e coinvolgimento attivo dello studente nelle lezioni: questo il segreto dell’università olandese. Che fa impallidire le nostre, ancora troppo legate alla teoria.

Concluso il Master, Mariolina decide di rientrare in Italia, per tentare la strada legale, conquistandosi il titolo di avvocato. Ma pochi mesi in un grande studio internazionale a Milano le fanno capire che la sua strada è in accademia: riprende allora i contatti con i professori a Maastricht, per candidarsi a un posto da dottoranda. Per ottenerlo si deve sottoporre a un rigido percorso di selezione, gestito da un gruppo di otto docenti, di varie discipline. E ottiene il posto: scoprendo presto che essere dottorandi, in Olanda, non è la stessa cosa che in Italia. Non si passa il tempo a lavorare gratis per il professore di turno, ma si portano avanti propri progetti di ricerca. Un’altra “rivoluzione copernicana”.

Alla fine di questo periodo, Mariolina si candida per un posto da Assistant Professor: nuovo rigido percorso di selezione, basato su parametri oggettivi, quali i risultati prodotti come ricercatrice e come insegnante. Mariolina passa anche questo ostacolo, arrivando a ricoprire una posizione per lei inimmaginabile nel Belpaese, alla sua età. Ad aggiungere prestigio alla sua posizione professionale, concorre anche la recente nomina a Direttrice di un Corso di laurea triennale, la European Law School. Ma potete solamente riuscire a immaginarlo, uno dei nostri “baroni”, che lascia tutto questo spazio di crescita professionale a una giovane trentaduenne?

Ospite della puntata è il professor Roberto Caranta, professore di diritto amministrativo all’Università di Torino. Con lui commentiamo la storia di Mariolina, e cerchiamo di capire quali sono gli ostacoli che -nelle nostre accademie- impediscono ai giovani di emergere.

Nella rubrica “Spazio Emigranti” ospitiamo Francesco Fragasso, co-fondatore di PIB (Professionisti Italiani a Boston), associazione che riunisce la nostra élite professionale nella città americana.

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La discussione lanciata in trasmissione: Quale ricetta proponete per evitare la “fuga dei cervelli -ricercatori o professori- dall’università italiana? Servono più risorse pubbliche, oppure occorre mettere da parte baroni e ultrasettantenni? O ancora, entrambe le cose?

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Alla prossima puntata: sabato 27 novembre, dalle 15 alle 15.30 (CET), su Radio 24. Vi aspetto!



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