Il nome è tanto particolare che ti resta in testa, ma quello che proprio non si dimentica è il gusto di questo dolce che qui da noi, in Sardegna, si cucina tipicamente durante il Carnevale.
Sì lo so la ricetta l’avrei dovuta postare prima, ma ero troppo intenta a mangiare! Chiedo venia!
Ingredienti
- 1 kg di semola fine
- 10 tuorli di uova (sì non è uno scherzo)
- 3 cucchiai di zucchero
- 3 limoni grattugiati
- Acquavite
- Acqua
- Sale
Procedimento
Devi rimboccarti le maniche ed avere tanta, tanta pazienza. Io non sono un’estimatrice dell’impastatrice, specie se si parla di semola, quindi in questo caso non te la sconsiglio. Mescola alla semola i tuorli, lo zucchero, i limoni, l’acquavite e l’acqua e lentamente lo strutto. Non dimenticare di aggiungere un pizzico di sale e impasta fintanto che il composto sarà liscio a sufficienza.
Stendi la pasta con la nonna papera (a me con il mattarello proprio non viene fine quanto vorrei) e tagliala con la rotella in listarelle non più grosse di 2 centimetri. Ora viene il bello: devi piegare le striscioline a mo di fisarmonica, saldando con una buona pressione delle dita via via i lembi di pasta piegati. La lunghezza del lavoro è soggettiva.
Friggi in olio caldo (occhio che l’olio fa un bel po’ di schiumetta), scola, e cospargi di miele.
Oddea, mi è tornata fame!
Per conoscere le origini del dolce dai uno sguardo a ClaudiaZedda.it