Quante volte avvertiamo dei forti dolori che non riusciamo a contrastare e dei quali non possiamo nemmeno individuare la causa? Spesso si tratta, infatti, di dolori neuropatici. Questi dolori, che affliggono una fetta cospicua della popolazione mondiale, non hanno ancora una vera e propria cura, con un corretto trattamento farmacologico però lo stato doloroso può essere, se non altro, contenuto. Bisogna tenere conto di tutti i pro e contro derivati dall’assunzione costante di certi farmaci, ma purtroppo, in questa circostanza, l’unica cosa che resta da fare è un bilancio tra rischi e benefici.
Sembra tuttavia che la ricerca abbia apportato interessanti novità, scoprendo che una delle cause scatenanti del dolore neuropatico sia imputabile a una nuova mutazione genetica. Questa scoperta darebbe l’opportunità di studiare nuove terapie mirate da stabilire individualmente paziente per paziente.
Cos’è il dolore neuropatico
Il dolore neuropatico è uno stato doloroso più o meno intenso che può colpire a tutte le età, privilegiando soggetti anziani che soffrono di diabete senile. La sensazione è quella di un forte bruciore notturno alle gambe, in questo specifico caso.
Vengono attualmente riconosciute due tipologie di dolore neuropatico, quello periferico e quello centrale. Il dolore neuropatico periferico può essere causato da una malattia o traumi di varia entità e colpisce i nervi situati all’esterno della massa cerebrale e quelli spinali. Potenzialmente potremo soffrire di questa tipologia di dolore neuropatico se rientriamo in uno di questi casi. Se da poco abbiamo sofferto, per esempio, di herpex zoster, più comunemente conosciuto come fuoco di Sant’Antonio, o se abbiamo un’età che ci può far pensare al diabete senile, se abbiamo avuto di recente infezioni serie quali HIV e AIDS. Ma anche se abbiamo avuto traumi o se ci siamo da poco sottoposte a un intervento chirurgico.
Il dolore neuropatico centrale è causato da patologie o traumi che abbiano una diretta connessione col sistema nervoso centrale come sclerosi multipla, morbo di Parkinson, lesioni dovute a traumi a carico del midollo spinale, ma anche malattie come ictus possono essere all’origine di questo stato doloroso. Se non rientriamo in nessuna di queste categorie, possiamo iniziare a rilassarci e pensare che, il dolore che avvertiamo di frequente, potrebbe avere un’origine meno seria. In ogni caso rivolgiamoci al nostro medico di base che, dopo una visita, saprà indirizzarci dallo specialista idoneo che potrà darci la giusta terapia.
Terapie che eliminano o contengono lo stato doloroso
Come già detto in precedenza, una terapia vera e propria che possa guarire definitivamente da questo disturbo non esiste. Si possono però intraprendere trattamenti farmacologici atti a ridurne l’intensità e a contenerne gli episodi.
Per prima cosa è molto importante riuscire a riconoscere il dolore neuropatico, per poi iniziare un trattamento idoneo. Lo stato doloroso si presenta con dolore acuto, costante, continuo che può essere simile a quello di un’ustione o un crampo a cui si possono associare altre sensazioni come una scossa, formicolio, prurito di varia intensità. Naturalmente non allarmiamoci appena sentiamo un formicolio, potrebbe essere solo che il muscolo interessato fosse in una posizione scorretta per un tempo prolungato.
Nei casi conclamati, invece, questi stati dolorosi rendono davvero difficile lo svolgimento delle normali attività quotidiane, talvolta disturbando pesantemente il sonno nelle ore notturne, producendo un ulteriore situazione di stress che va ad accumularsi al disagio degli episodi dolorosi. Non è raro, infatti, che soggetti afflitti da questo tipo di disturbo possano soffrire di depressione. In presenza dei primi sintomi meglio recarci subito da uno specialista che saprà consigliarci la via migliore per uscire da questo ulteriore disagio.
Tra le terapie fin’ora utilizzate si annovera l’utilizzo di psicofarmaci e antidepressivi che, pur non essendo specifici per la situazione, riescono a dare buoni risultati nel contenimento dello stato doloroso. Tra i farmaci più utilizzati ci sono gli antidolorifici naturali e non che, se da una parte non curano il problema alla causa, almeno riescono a garantire una qualità di vita a chi è afflitto da dolori neuropatici, almeno apprezzabile. Purtroppo in questo caso le controindicazioni verso un uso prolungato sono molteplici, sarà quindi il nostro medico curante a indicarci tempi e modi di somministrazione. Mai brancolare nel buoi e ricorrere il fai da te perché si rischierebbe di peggiorare la situazione.
Attendiamo quindi gli ulteriori sviluppi della ricerca tutt’ora in corso che, a quanto si è registrato fino a ora, darebbe la possibilità di curare i soggetti colpiti dal disturbo in modo personale proprio per evitare la somministrazione troppo generica dei farmaci fino a oggi utilizzati..