"Le domande senza fine del bambino sono già sempre il segno di un dolore segreto, di una prima domanda a cui non ha avuto risposta e che non sa porre nella forma giusta. La ripetizione ha qualcosa dell'ostinazione giocosa, come quando il cane salta senza fine davanti alla porta che non sa ancora aprire, e finisce per desistere se la maniglia è troppo alta, e qualcosa della coazione senza speranza, come quando il leone nella gabbia va infinitamente su e giù, e il nevrotico ripete la reazione di difesa che è già stata vana una volta.
Come le ripetizioni si spengono nel bambino, o se l'impedimento è stato troppo brutale, l'attenzione può rivolgersi altrove, il bambino è più ricco d'esperienza, come si dice, ma è facile che resti, nel punto in cui la voglia è stata colpita, una cicatrice impercettibile, una piccola callosità, dove la superficie è insensibile. Queste cicatrici dànno luogo a deformazioni. Possono creare «caratteri», duri e capaci, possono rendere stupidi - nel senso della deficienza patologica, della cecità e dell'impotenza, quando si limitano a stagnare; nel senso della malvagità, dell'ostinazione e del fanatismo, quando sviluppano il cancro verso l'interno.
La buona volontà diventa cattiva per la violenza subita. E non solo la domanda proibita, anche l'imitazione vietata, il pianto o il gioco temerario vietato, possono produrre di queste cicatrici. Come le specie della serie animali, anche i livelli intellettuali entro il genere umano, e i punti ciechi in uno stesso individuo, segnano le stazioni a cui la speranza si è arrestata, e che attestano, nella loro pietrificazione, che tutto ciò che vive è sotto un bando."
Unter einem Bann, sotto un bando, dove, in un'altra traduzione, 'bando' viene reso come 'proscrizione escludente'. Difficile leggere quest'ultima pagina di "Dialettica dell'Illuminismo", scritta con ogni probabilità dal solo Horkheimer, e non pensare a Walter Benjamin che da poco era morto, suicida. Horkheimer, l'unico del "gruppo" ad essere stato in analisi; e proprio in questa pagina c'è un'eco, quasi una citazione di Landauer, il suo analista che, anche lui, di lì a poco, morirà a Bergen-Belsen.