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Domani e lunedì s-ballottaggio. Chi vince, chi perde, chi pareggia e chi da di testa.

Creato il 19 maggio 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Domani e lunedì s-ballottaggio. Chi vince, chi perde, chi pareggia e chi da di testa.

Ciò che l'uomo ha nella mente

Domani si sballotta e tutti a vedere che fine farà Grillo il comico, quello che ieri ha detto che a Parma vincerà il Pd perché la Coop si compra i voti. I presupposti per avere il primo sindaco grillino ci sono tutti. Non sappiamo se a Parma o da qualche altra parte ma è così. Quello che è certo, e sotto gli occhi di tutti, è che Beppe non perde occasione per vomitare addosso al nemico di turno tutto quello che si porta dentro. Lo faceva già ai tempi della Telecomdi Tronchetti Provera, poi i fatti gli hanno dato ragione ed è successo quello che è successo, Telecom parcellizzata e utenti e azionisti (quasi) in brache di tela. Che le Coop siano un serbatoio di voti lo sanno tutti. È sul termine comprare, che ha un significato definito e non transabile, che abbiamo qualche problema di comprensione. Cosa significa, che chi lavora con, e per, le Coopsenta un obbligo morale che gli fa votare Pd o c’è il capo reparto che gli punta una pistola alla testa? Cosa dovremmo dire di quelli della Upim, della Rinascente, della Mondadori, della Einaudi, di Banca Mediolanum, di Mediaset, di Publitalia che votano tutti Berlusconi per un obbligo morale o che vengono minacciati quotidianamente dall’erede di Mangano a Villa San Martino? Siamo messi male se uno stipendio viene considerato alla stessa stregua di un compenso per voto e non per prestazione d’opera, perché vorrebbe dire che questo è un paese governato totalmente dal voto di scambio. Il sospetto ci è venuto quando un po’ di tempo fa abbiamo accusato, su questo stesso blog, la Chiesa di voto di scambio. Ma noi non siamo Grillo e nessuno, ovviamente, giustamente, ci si è filati. Allora sviluppavamo un ragionamento che è molto simile a quello del comico annoiato, ma il nostro obiettivo era la Chiesa che, solitamente non vende carciofi e pannoloni con lo sconto carta d’argento, ma indulgenze e interventi della provvidenza. Noi italiani siamo un popolo davvero strano, scambiamo da sempre i diritti per concessioni graziose e gratuite e chi ci da un lavoro per il nostro padrone. Uno dei detti che contraddistingue il nostro essere cittadini consapevoli è: “Chi mi paga è padrone”, alla faccia delle lotte per i diritti dei lavoratori. In questo contesto non è difficile, quindi, comprendere l’uscita di Grillo come non ci stupisce l’immediata presa di posizione di Piergigi Bersani che, tuonando con una birra in mano, ha dichiarato: “Il M5S smentisca il suo leader”. A parte che detta così sembra che il Movimento 5 stelle sia più una sigla da controspionaggio che non di un movimento politico, ma come diavolo può pretendere Bersani che la base smentisca Grillo? Ma che pensa, che tutti i movimenti siano come il Pd dove il segretario non conta un cazzo e tutti lo sbeffeggiano? Domani si rivota in 19 comuni capoluoghi, 99 sono gli altri. Quasi dappertutto è in vantaggio il candidato del Pd o quello uscito dalle primarie di centrosinistra. Ci sono casi limite come quello di Genova, dove a contendersi la poltrona di sindaco sono il candidato del Pd e quello del TerzoPolo (Lega e Pdl scomparsi) e quello di Palermo dove un candidato Idv (Leoluca Orlando) si scontrerà con il candidato dell’Idv (Fabrizio Ferrandelli) nella coalizione che ha vinto le primarie. Anche a Palermo l’invincibile armata pidiellina ha fatto splash. Non c’è un solo capoluogo di provincia dove corra la Lega. Ma allora perché i druidi hanno accusato i magistrati di complotto a orologeria per fargli perdere le amministrative? Mistero.

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