Festa del Papà
Domani è la festa del papà ed è polemica nella scuola materna “Ugo Bartolomei” di Roma. Siccome tra i bambini ce n'è una che ha due mamme, le maestre, per non ferirla, avevano pensato, dopo aver consultato una psicologa del Comune, di non festeggiare la ricorrenza domani, ma di organizzare una “festa delle famiglie”, per non discriminare la piccola.
Ma il gesto, che voleva essere del tutto innocente, si è trasformato in polemica. I genitori, chiaramente irritati, si sono immediatamente attivati, scrivendo una lettera sia al Comune, in cui si leggono le seguenti parole: “Che strano tipo di atteggiamento politically correct e tolleranza sia quello in cui, per non “discriminare" un bambino, si finisca per discriminarne 30, sottraendo loro un momento a cui avrebbero diritto. Che tipo di pedagogia è quella portata avanti, che si basa sul nascondimento di un principio naturale e di una verità meravigliosa e profonda quale quella che ogni bambino nasce dall'amore e dall'unione di una mamma ed un papà?”.
La risposta è stata inviata proprio oggi da Gigi De Palo, assessore alla Famiglia, che comunica al corpo insegnanti: “Non è giusto privare gli altri bimbi della festa del papà. Le maestre avrebbero potuto far preparare a quella bimba un lavoretto per le mamme o per una persona speciale, come lo zio o il nonno, senza che gli altri dovessero rinunciare a una ricorrenza”. E sottolinea che non bisogna “far prevalere l'ideologia sul buon senso”.
Dello stesso parere è anche Emma Ciccarelli, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Lazio, che pone la questione in un altro modo: “Quanti altri bambini in Italia vivono senza avere accanto i propri genitori? Penso ai bambini orfani ad esempio o a molti figli di genitori separati, anche per loro bisognerebbe non vivere questa festa?”.
E aggiunge: “È la festa che celebra chi dà la vita e chi se ne prende cura negli anni, una ricorrenza educativa per tutti i bambini, senza alcuna distinzione. Infatti, seppure oggi questo bambino vive una condizione diversa da quella di tanti suoi compagni, domani potrebbe esser padre anche lui, gioire di questo riconoscimento e insegnare ai propri figli il rispetto del ruolo educativo del genitore”.
A difesa delle maestre si schiera invece Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dello sviluppo presso l'Università "La Sapienza" che, interpellata, comunica: “Bisogna essere vicini alla sensibilità dei bambini: in una circostanza simile, chi ha due mamme o chi ha perso il papà può rimanerci molto male, sentirsi escluso, emarginato”.
Ecco dunque, che forse, si dovrebbe rivedere la festa, che, come la maggior parte delle altre ricorrenze, è esclusivamente di tipo commerciale. Bisognerebbe tornare sul significato profondo della ricorrenza, e ci si dovrebbe interrogare su come la famiglia sia cambiata nel corso degli anni.
Prima c’era il papà, la mamma e il bambino, ora esistono famiglie monogenitoriali, adottive, separate e ricomposte, ed ecco perché, secondo la Ferraris, “è molto più logico fare la festa della famiglia”.