Domani alle 15 è convocato il Consiglio dei Ministri che dovrà approvare il disegno di legge per la trasformazione del Senato in Camera delle Autonomie. Il ddl passerà successivamente a Palazzo Madama dove si cercherà di approvarlo in prima lettura nel giro poche settimane in modo da riuscire così ad arrivare al via libero definitivamente della legge elettorale prima del voto per le europee di fine aprile.
Oltre alla riforma del Senato, domani verrà presentato anche il ddl per l’abolizione del Cnel, il Comitato nazionale dell’Economia e del Lavoro, l’organo previsto dalla Costituzione che avrebbe dovuto avere il compito di mediare le posizioni della società civile e portare quindi alla formulazione di disegni di legge utili per lo svolgimento dell’attività politica.
In realtà in questi anni l’ente in questione si è mostrato del tutto inutile e su questo punto sono in totale accordo persino i membri dell’ente stesso.
Sorprende quindi che oggi Bonnani, il segretario della Cisl, affermi che è “necessario prevedere una istituzione in cui gli interessi sociali ed economici della società civile possano esprimersi in modo istituzionale al di là delle congiunture e delle dialettiche politiche. Pertanto – continua Bonanni - la sfida è quella di riformare in modo incisivo con legge ordinaria la funzione del CNEL, per renderlo ancor di più (notare la locuzione ancor di più) una istituzione rappresentativa ed efficace nel processo di formazione democratica delle decisioni”.
Se in questi anni il Cnel non ha funzionato la colpa è anche e soprattutto di coloro che di questo ente ne facevano e ne fanno tutt’ora parte. Pensate un po’, Bonanni è tra questi.
Lui insieme alla Cantone (Spi-cgil) e ad Angeletti (segretario della Uil) – per restare nel campo sindacale - hanno ricevuto un compenso annuo di 25 633,44 euro per non fare, come ammesso dallo stesso Angeletti, assolutamente nulla.
Il segretario della Uil si è però recentemente giustificato affermando che lui – come gli altri – quei soldi li versa direttamente al sindacato di cui fa parte. Bene. Ancora peggio: il sindacato è un organizzazione privata e personalmente trovo alquanto irritante che venga di fatto finanziato anche con i soldi dei cittadini che, come me, non appoggiano le istanze portare avanti dalle organizzazioni sindacali stesse. Angeletti – come altri – avrebbe dovuto percepire quei soldi per formulare delle proposte serie che potessero essere d’aiuto per il Paese intero. Se lo avesse fatto sarei stato persino favorevole a triplicare il suo compenso e poco mi sarebbe interessato se avesse deciso di devolvere l’intera somma al sindacato.
Così non è stato e oggi proprio il fatto che siano stati versati soldi direttamente ai sindacati senza alcun motivo lo trovo un pretesto più che valido – insieme a tutti gli altri – per abolire questo ente.
Ne sentiremo la mancanza? Non credo. Visti i risultati penso che riusciremo tranquillamente a farne a meno: 14 disegni di legge presentati da questo ente in 57 anni di vita (uno ogni quattro anni), di cui nessuno mai approvato dal Parlamento.
Data una produttività che fa concorrenza a quella degli anziani seduti alle panchine dei giardini pubblici viene da chiedersi quale sia la mano invisibile che porta Bonanni a rilasciare certe dichiarazioni.