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Domani Sakineh sarà lapidata per adulterio. E Silvio?

Creato il 02 novembre 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

POST STANCO. Domani Sakineh sarà lapidata per adulterio. E Silvio? Capita. Succede qualche volta di sentirmi stanco e di non afferrarne appieno la ragione, della stanchezza. Eppure non sono stato su una gru per tutta la notte, non ho lavorato nelle miniere sarde, non mi sono ritrovato a fare le pulizie dalle parti delle “Premiate Raffinerie Moratti”, quelle dove si muore e nessuno sa perché. Forse è una stanchezza che deriva dalla frustrazione o dalla prostrazione. Forse è un modo di comunicare al mondo esterno che ne ho piene le palle o forse, semplicemente, perché "sono un poco pazzo", come testimoniato dal cappello pensatore di Archimede Pitagorico quando si è imbattuto in un uccellino che continuava a cinguettare nonostante il fuoco intorno minacciasse di arrostirlo. Per tutte queste ragioni, ma anche per altre che non sto qui ad elencare, oggi ho deciso di scrivere un post stanco adottando la “prima persona” piuttosto che l’impersonale “terza”. Sono stanco delle escort di Berlusconi. Sono talmente tante che per star dietro a tutte si rischia il disorientamento. Ora ne è spuntata un’altra a Palermo che sta testimoniando sulle feste di Villa Certosa. Evidentemente i magistrati vogliono sapere se anche nell’eremo sardo alcune pratiche erano in voga. Ma siccome non siamo nel Texas e la sodomia non è  un reato, Silvio può metterlo nel di dietro di chi vuole, come in effetti sta facendo con quasi sessanta milioni di italiani. Sono stanco dell’ipocrisia dei finiani, quelli che dicono una cosa e poi fanno esattamente il contrario. Conosco persone che nella vita si comportano nella stessa maniera, ma almeno non hanno la pretesa di governare se non la vita degli altri incapaci di farlo con la propria. Sono stanco della distruzione sistematica dello stato sociale, quello che porta chi ha a curarsi e chi non ha a morire. Una volta si chiamavano disuguaglianze, oggi si chiamano “diversamente accessibili”, cosa? Tutto, dall’aria (di Terzigno) all’acqua privatizzata, dalle energie rinnovabili ed ecocompatibili agli yacht parcheggiati nei porti turistici, fino alle feste con le minorenni, che se le fa uno qualsiasi viene arrestato per pedofilia, se le organizza Silvio è un modo per dimostrare quanto ama la vita. Sono stanco di Minzolini, di Fede, di Sallusti, di Belpietro, di Paragone e di Polito tutta gente che ha mandato al macero la professione del giornalista per farsi assumere nella schiera dei propagandisti dell’informazione da chi pensa che la corretta informazione sia quella che gli da sempre, costantemente ragione. Il Giornale di oggi titola: “Che barba, un’altra escort” (quella di Palermo), dopo che per due mesi ci ha frantumato le palle con 55 metri quadrati di una casetta a Montecarlo. Sono stanco dei libri di Bruno Vespa e di chi glieli pubblica. È troppo facile farsi stampare un libro che parla di Silvio dalla Mondadori che è un po’ come lavorare in Mediaset e parlarne bene: inattendibile. Sono stanco delle frasi fatte della cosiddetta opposizione. Sono le stesse di chi non saprebbe che pesci pigliare se dovesse, un giorno, governare. Così come frasi fatte sono quelle di chi questa opposizione vorrebbe mandarla al macero, come se non avessi mai guardato in faccia Renzi quando lo dice. Sono stanco anche dei profeti dell’”antiberlusconismo” perché sotto sotto adottano gli stessi “richiami al popolo” che condannano al Capo. È un appello continuo alle armi che, lontano dall’invocarne davvero l’uso, si limita a salvaguardare molte volte il loro culo e quello di pochi, fidati “collaboratori”. Non esiste un populismo di destra e uno di sinistra, quello di destra ha visto nascere Mussolini e Hitler, quello di sinistra Stalin e Pol Pot. Non è vero che se “tutti sono colpevoli nessuno è colpevole”, esistono i “colpevoli” e basta e questi lo sono: di genocidio. Sono stanco dei parvenue della politica, degli impegnati per forza, per moda o per tendenza, di quelli che leggono Il Fatto e parlano e scrivono e ragionano come Travaglio. Se così non fosse non mi sentirei di condannare anche i lettori di Libero e del Giornale o le casalinghe e i pensionati che ascoltato Emilio Fede fra una fiction e l’altra e scambiano la location di Beautifull per Villa San Martino. Sono stanco, e chiudo perché lo sono davvero, di chi crede che la pena di morte sia un rimedio. Qualora lo fosse sarebbe peggiore del male. Dopo uno stucchevole tira e molla domani sarà lapidata Sakineh. Secondo Ahmadinejad “giustizia sarà fatta”, a dimostrazione che non solo in Italia ma anche nell’Iran degli ajatollah, amare è peccato.


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