Memorie dell’Oratorio
Giuochi, prestigi, magia
In mezzo a’ miei studi e trattenimenti diversi, come sono canto, suono, declamazione, teatrino, cui prendeva parte di tutto cuore, aveva eziandio imparati vari altri giuochi. Carte, tarocchi, pallottole, piastrelle, stampelle, salti, corse, erano tutti divertimenti di sommo gusto, in cui, se non era celebre, non era certamente mediocre. Molti li aveva imparati a Murialdo, altri a Chieri, e se nei prati di Murialdo era piccolo allievo, a quell’anno era divenuto un compatibile maestro. Ciò cagionava molta maraviglia perché a quell’epoca tali giuochi essendo poco conosciuti, parevano cose dell’altro mondo. Ma che diremo dei prestigi?
Soleva spesso dare pubblici e privati spettacoli. Siccome la memoria mi favoriva assai, così sapeva a mente una gran parte dei classici specialmente poeti. Dante, Petrarca, Tasso, Parini, Monti ed altri assai mi erano cosi famigliari da potermene valere a piacimento come di roba mia. Per la qual cosa mi riusciva molto facile a trattare all’improvviso qualunque argomento. In quei trattenimenti, in quegli spettacoli talvolta cantava, talora suonava o componeva versi, che giudicavansi capi d’opera, ma che in realtà non erano altro, che brani di autori accomodati agli argomenti proposti. Per questo motivo non ho mai date le mie composizioni ad altri; e taluna che fu scritta ho procurato di consegnarla alle fiamme.
Cresceva poi la maraviglia ne’ giuochi di prestigiatore. Il vedere uscire da un piccolo bossolotto mille palle tutte più grosse di lui; da un piccolo taschetto tirar fuori mille uova, erano cose che facevano trasecolare.
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