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Don Ciotti e papa Francesco contro le mafie

Creato il 24 marzo 2014 da Libera E Forte @liberaeforte

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Giovani, anziani, famiglie, scuole, associazioni: in centomila hanno risposto all’appello dell’associazione Libera e hanno partecipato alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime di mafia svoltasi il 22 marzo a Latina. Una risposta importante a un potere che ancora imperversa: il presidente di Avviso pubblico, Roberto Montà, ha ricordato che solo nel 2013 “si sono registrati 35 atti intimidatori verso amministratori pubblici, mentre in tutto si contano, negli ultimi anni, ben 41 vittime”.

Il giorno prima papa Francesco aveva partecipato alla messa nella chiesa di San Gregorio VII insieme ai familiari delle vittime, esprimendo il desiderio “che il senso di responsabilità vinca sulla corruzione, in ogni parte del mondo” ed esortando i colpevoli alla conversione: “Non posso che concludere con una parola per i protagonisti assenti, i protagonisti mafiosi: cambiate vita, convertitevi, fermatevi di fare il male, noi preghiamo per voi”. È la prima volta che un papa prega con i parenti delle vittime della criminalità organizzata.

Legalità e antimafia: queste le “parole malate” a cui, secondo il presidente di Libera don Luigi Ciotti, bisogna riconferire il giusto significato, perché la legalità è ancora troppo al servizio del potere, e “anche ‘antimafia’ è diventata una parola sospetta. Tutti dicono di essere contro la mafia, ma tra questi c’è chi ha costruito una falsa credibilità”.

Durante la manifestazione è stata letta la lunga lista delle vittime delle mafie, tra cui 189 tra militari e forze dell’ordine, 154 uccisi da pallottole vaganti o perché scambiati con altre persone, 67 parenti di mafiosi o testimoni scomodi, 107 minacciati da racket e pizzo, 88 tra sindacalisti e contadini, 80 minorenni, 25 magistrati e avvocati, 12 giornalisti, 7 impiegati alla sanità.

Tra gli intervenuti sul palco il ministro Andrea Orlando, il presidente Grasso, che ha ricordato le iniziative in esame al Parlamento come quella sul voto di scambio, il presidente della commissione antimafia Rosy Bindi, il sindaco di Latina Giovanni Di Giorgi, il magistrato Antonio Ingroia e l’ex procuratore Giancarlo Caselli, che ha concluso la lettura dei nomi delle vittime dedicando a loro e alle loro famiglie “la nostra memoria e il nostro impegno”, sempre più necessari visto che, come ricordato da Libera, “il 70% dei familiari delle 900 vittime innocenti ancora non conoscono la verità”.

Don Luigi Ciotti, che con Libera da quasi vent’anni organizza questa manifestazione, ha chiesto che il governo istituzionalizzi il 21 marzo come Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie: “Chiediamo che lo Stato riconosca questo giorno – ha affermato il sacerdote – non ci sono più alibi”.

MC


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