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Don Paolo Farinella – Il papato complice

Creato il 09 giugno 2012 da Fabry2010

Pubblicato da Giovanni Nuscis su giugno 9, 2012

DA MICROMEGA

Il papa per distrarsi un po’ dalla maretta che spira nei giardini del Vaticano, ha pensato bene di emigrare in uno Stato estero: Viene in Italia, anzi a Milano, meglio a Brezzo, come dire fuori porta. Sommerso dalle famiglie formato Mulino bianco, almeno in facciata, invita i politici a «non fare false promesse». Peccato che davanti avesse il Celeste Formigoni, Monti Mariong I che ormai di promesse se ne intende avendo superato il maestro e mèntore, che invece non si è fatto vedere. Silvio Berluscempio era impegnato nella costruzione con materiale lego dell’Italia Pulita: lui non va dove non può essere prima donna o primo cretino che gli riesce fin troppo bene.

Peccato che il papa dalle scarpette rosse non si sia accorto che le sue parole avrebbe dovuto dirle già da anni, quando invece riceveva l’immondo Berlusconi in pieno scandalo sessuale e corruttivo con le parole «che piacere riceverla» («e poi dicono che uno si butta a sinistra!» © Totò) o quando insieme con Ruini, Bertone, cardinali e preti miscredenti dava credito ad un governo che era la negazione della natura umana e della morale elementare, quelle cosucce che stanno tanto a cuore a sua santità il papa che non governa.

Il papa ha promesso di dare 500 mila euro ai terremotati! Se fosse stato zitto avrebbe fatto più bella figura, perché un papa non può sbandierare la carità che fa, altrimenti si mette sullo stesso piano di Berlusconi o dei ciellini o di  Sant’Egidio che fanno finta di starsene in retrovia, salvo cogliere il momento giusto per occupare la scena e oscurare il resto. Peccato che averlo detto ha fatto imbestialire la maggior parte degli Italiani alle prese con tasse sulla benzina, con imu, con iva e tutti gli altri balzelli che il governo della sobrietà ha addossato al solo reddito fisso, lasciando libero di volare alto il reddito finanziario, eluso, evaso, frodato. Nel momento in cui la Cei fa la campagna pubblicitaria per aggiudicarsi la fetta grossa dell’8xmille o stai zitto o parli di un bel po’ di milioni, altrimenti le 500 mila equivalgono, o almeno vengono lette, come una elemosina insignificante.

O papa, lei ha mandato in esilio negli Usa mons. Carlo Maria Viganò che per suo ordine e in suo nome combatteva la corruzione in Vaticano, scoprendola e colpendola. Invece lei ha preferito salvare Bertone, impiccandosi da solo perché Bertone è la chiave e il crocevia della corruzione in Vaticano, quello che la porterà con sé all’inferno, se esiste, perché secondo la sua stessa morale, «è ladro tanto chi ruba quanto chi pare il sacco». Lei, come successore di Pietro, ha lascito la rete della pesca sulla riva e ha imbracciato il sacco della furteria, del ladrocinio, lasciando i corrotti al loro posto e punendo i giusti e gli onesti. Il mondo cattolico e laico sono rimasti allibiti e molti continuano ancora ad abbandonare la Chiesa perché non vogliono, non possono stare in compagnia di Bertone, Piacenza, Formigoni, Lupi, Casini, Al Fano, tutti professanti cattolici di stretta osservanza. Libera nos, Domine!

Invece di mettere le scarpette rosse che servono solo a renderla ridicola, perché non indossa un par di scarponi chiodati, possibilmente con battistrada, e non fa piazza pulita? Perché lei che chiede ai politici di non fare false promesse elettorali non smentisce i politici che fanno riferimento, indegnamente, alla Chiesa? Ho l’impressione che quella che io chiamo «Chiesa» per gente come lei o come Bertone, o come Piacenza o come quei travestiti da donna con abito lungo color porpora, violetto o come vuole, sia solo una baracca che serve alla bisogna di intrallazzatori per manovrare, manipolare e arraffare soldi e potere, sesso e potere, soldi e sesso per il potere, potere per avere soldi e sesso e soldi per avere sempre più sesso, più soldi, più potere.

Si ricorda la scena di Mt 4 e Lc 4? «Tutto quello che vedi io ti darò se prostrandoti mi adorerai». Quel buon tempone di Gesù, figlio illegittimo di una ragazza madre, di nome Maria, ebbe la sventura di rispondere: «Adorerai solo il Signore tuo Dio e solo lui servirai». Peccato! Avrebbe potuto essere ricco sfondato, poteva fare un partito, poteva comprare ospedali, università, parlamenti, avrebbe potuto corrompere l’impero romano d’oriente e d’occidente, avrebbe potuto imporre la sua volontà, e invece cosa ci troviamo di fronte? Un fallito, per giunta crocifisso, per buon peso nudo che «da ricco che era spogliò se stesso svuotandosi» dentro e fuori per diventare solo la foglia di fico che avrebbe coperto le malefatte, le ruberie, gli inganni e la simonia di omuncoli quaquaraquà che oggi circondano il suo trono e abitano il suo palazzo. Lei, o papa, ha la curia che si merita perché l’ha scelta!

O papa, lei vivacchia e la capisco perché è stanco, è vecchio, non ha più le fisique du role, per cui lascia fare, lascia correre e i lestofanti senza coscienza, ma assetati non di giustizia e verità, ma di denaro e potere, corrono più veloci di lei, arrivando sempre prima. Hanno rinchiuso lo Spirito Santo in una gabbia per uccelli e ora sono liberi di programmare anche la sua morte, la sua successione, la chiesa del futuro a loro immagine e somiglianza. Se Dio deve avere il volto di Bertone e dei suoi compari di compagnucci di merende, beh, io voglio essere ateo e anche lei dovrebbe farci un pensierino. Pensi che bello: un papa ateo che crede nel Dio di Gesù Cristo! Una rivoluzione!

(7 giugno 2012)


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