autobus firenze lucca, imbrunire, due ragazze si siedono in fondo, sono felici e ciarliere, hanno appena dato un esame all’università e ricevono telefonate dagli amici per sapere come è andata.
mi diverto ad ascoltarle, parlano di storia dell’arte ma risento gli stessi meccanismi di quando davo botanica, anatomia comparata o genetica di popolazioni umane.
“che ti ha chiesto?” “mi ha tenuto tantissimo!” “no, non è cattiva, solo ti fa la domanda e vuole la risposta precisa, non ama i giri di parole, a quella prima di me ha chiesto…” “all’inizio ero tesa, poi piano piano mi sono sciolta e se ne è accorta”…
e, alla fine, dopo aver tirato giù il telefono si sono messe a chiacchierare tra di loro.
“ti faccio sentire una canzone bellissima, l’ho scaricata ieri, si chiama don raffaè”
e ha passato l’ipod all’amica.
e io le ho voluto subito bene.
ho pensato a quando ho avuto anche io la mia prima canzone di de andrè, avevo 14 anni e vidi il disco a casa di mimma. il disco era “la canzone di marinella” e aveva in copertina un de andré giovanissimo, dai capelli corti, preso di profilo.
la canzone di marinella la sentivo sempre cantare dal mammuth, ma non l’avevo ancora mai sentita cantare dalla voce perfetta di fabrizio.
e così silvio me lo registrò. su una cassetta, più lunga del disco (all’epoca non c’erano le cassette dalle durate “speciali”, c’erano 45, 60 e 90, fine del discorso) e io l’ascoltavo con un walkman a pila che si scaricava sempre perchè la dovevo mandare avanti per metà lato, che era rimasto vuoto.
e poi mi registrai “fabrizio de andré: il viaggio” dal mio vicino di casa, e l’ascoltavo in macchina col mammuth, si cantava a squarciagola, ferme nel traffico fuori dalle mura, sotto la pioggia che a lucca non smette mai di cadere.
e poi arrivò anche don raffaè, insieme a un natale dei miei sedici anni, in un doppio CD che conteneva anche l’album genovese e le canzoni di un concerto visto in piazza dei cavalieri.
e adesso in effetti anche io ho un cd che si chiama “discografia completa di de andré” me lo ha fatto vale (mi manchi sai?) e lo ascolto, a volte, nello stereo che mi hanno regalato a lussemburgo, che legge anche gli mp3.
e don raffaè è nell’ipod di una studentessa di architettura che l’ha scaricato due giorni fa.
non c’è molto da aggiungere.