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Don verze e l'opus dei "parenti & mafiosi" tresche e affari di un santo mascalzone

Creato il 23 marzo 2010 da Abbatangelo

Echi e orgasmi dal San RaffaeleCondividi in facebook
E’ da anni e sempre più insistentemente che i Media mettono in circolazione lettere di don indignati, ne avevo letta una a metà febbraio , su Facebook, di un don che sta per esplodere come De Capitani . Si ci si avvia alle urne, a quella guerra incivile come tutte le civilissime guerre, più amate dagli italiani. Scampanellate indignate condite da Alti Richiami all’obbedienza, come l’ultima lanciata dal capo di stato del Vaticano, Joseph Ratzinger:“Obbedienza è una parola che non piace in questo tempo, sembra una cosa servile, mentre l’autodeterminazione sarebbe la vera dimensione umana..non è cosi, la parola libertà e l’obbedienza vanno insieme: solo essendo conformi alla volontà di Dio non siamo alienati, al contrario lo siamo se cadiamo nel vuoto distaccandoci da Lui..la vera libertà è nella perfetta obbedienza”.Parlo di quei campanacci soft, che si chiamano sempre con davanti il don, anche se ce ne sono di buonissimi e di strada, costellata a sinistra,quella dell’opposizione, che continua la campagna della Legittimazione sancita in alte uniformi, dalle piu alte cariche dello stato e papaline rosse come per l’anniversario dei Patti Lateranensi, che campano in sintonia perfetta con Napolitano.Avevo messo da parte una segnalazione di un articolo di Dagospia che è a pagamento, si avete letto bene, andai allora all’ articolo leggibilissimo e di un grosso quotidiano a cui si richiama il Dago, Fazio e la villa d’oro scritto da Marco Lillo, per l’Antefatto il 12 gennaio, sottotitolo Dieci milioni per l’acquisto di un immobile di Don Verzé messi a disposizione dal ministro. L’articolo come altri che menziono, può essere letto integralmente. Altro non è che la dimostrazione di “Una serie di collusioni fra Luigi Verzé e un rappresentante del SISMI, Pio Pompa…riscontrate all’interno di un’indagine giudiziaria a carico di quest’ultimo e Nicolò Pollari. Dalle carte risulta che Pompa teneva costantemente al corrente Verzé di quanto accadeva in ambito politico ed istituzionale, affinché Verzé stesso potesse sfruttare le suddette informazioni in modo da ottenere particolari vantaggi per le sue attività imprenditoriali.”
Don Verzè, meglio detto, Luigi Maria Verzè, nato a Illasi il 14 marzo 1920, imprenditore, sacerdote della diocesi di Verona e accademico italiano, fondatore dell’Ospedale San Raffaele, presidente della Fondazione Centro San Raffaele del Monte Tabor e attuale rettore dell’Università Vita-Salute San Raffaele. Precisavo per l’Orgasmo del San Raffaele scritto da me il 5 luglio 2008 che l’ospedale San Raffaele Resnati, accreditato nel 1999 come Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.), fu fondato nel 1969 da don Luigi Maria Verzé, che ne è tuttora presidente.L’ inno ufficiale dell’ospedale è la canzone “Angelo Raffaele”, scritta e incisa da Al Bano Carrisi, amico del don Luigi Maria Verzé, che scrisse al momento della nascita dell’Ospedale: « Carissimi, voi siete ospiti del San Raffaele, Tempio della Medicina e della Sofferenza. Siate Benedetti! ».Inizia l’articolo così: “Non è più possibile girarsi dall’altra parte. La magistratura romana e il Copasir, il Comitato di controllo dei servizi segreti devono accendere un faro sugli affari del Sismi con i “raffaeliani”, gli uomini di don Luigi Verzé che hanno scalato le istituzioni. Personaggi come l’ex funzionario del Sismi Pio Pompa, che dopo aver servito per anni la causa del prete-manager ha continuato a lavorare per il sacerdote amico di Berlusconi anche dagli uffici del servizio segreto militare diretto allora da Nicolò Pollari.Ma anche ministri come Ferruccio Fazio, che a don Verzé deve molto, e ha firmato nel 2009 un decreto che ha permesso al suo ex datore di lavoro di incassare 9 milioni di euro….Il San Raffaele aveva comprato nel 1994 due complessi residenziali a Mostacciano. Uno più grande composto di due villini è stato affittato al Sismi di Pollari nel dicembre 2001 per farne la sede segreta della divisione economica del servizio. Il canone di 10 milioni di vecchie lire mensili non è esorbitante ma si spiega nell’ottica (dichiarata da Pompa in un appunto scritto a don Verzé) di una cooperazione tra i “raffaeliani” e i “Pollariani” per sviluppare il business del San Raffaele.Poi c’era una seconda villa, più “piccola” (ma comunque dotata oggi – dopo la ristrutturazione – di 24,5 vani catastali su quattro livelli con parco e piscina) che è stata ceduta dallo stesso San Raffaele nel luglio 2005 a Pollari e alla moglie, privatamente, per 500 mila euro, meno della metà del prezzo di acquisto.Ora Il Fatto Quotidiano ha scoperto anche cosa hanno fatto i “raffaeliani” della villa più grande, quella affittata al Sismi dal 2001 al 2007. Il 21 luglio del 2009 il San Raffaele ha venduto i tre villini all’IFO, l’ente regionale che gestisce l’ospedale Regina Elena che si trova lì accanto. Il prezzo è di 9 milioni più imposte…Villa Pollari dal 1995 al 2005 dimezza il suo valore.Quella dell’Ifo comprata con i soldi pubblici invece lo raddoppia dal 1994 al 2009. Questa storia dovrebbe esser chiarita dalle autorità anche perché è densa di conflitti di interessi per i troppi raffaeliani coinvolti.I milioni pubblici per comprare la villa più grande di don Verzé sono stati messi a disposizione dal ministero della salute con un decreto firmato nel marzo scorso dall’attuale ministro Ferruccio Fazio,che è un “raffaeliano” di ferro. Quando è stato nominato nel 2008 a capo della Sanità (prima sottosegretario e ora ministro) era direttore dei servizi di medicina nucleare e di radioterapia al San Raffaele di Milano, presidente del Consorzio del Laboratorio del San Raffaele di Cefalù.Socio della Tecnodim che ha sede nel San Raffaele e si occupa di progettare reparti avanzati (anche nel settore della tomografia). Il ministero precisa che “l’iter amministrativo per l’acquisto delle villette era cominciato nel 2004 con un decreto ministeriale che stanziava 7,2 milioni di euro per ‘acquisto immobili e terreni confinanti con l’Ifo per funzioni di supporto all’attività ospedaliera del San Gallicano’”.La storia apparentemente complicata, nei fatti solo un’infame storiaccia di soldi e affari loschi, in strutture per malati, spesso terminali, continua così:” Spiegano al ministero della Salute che la rimodulazione del finanziamento è stata chiesta dal direttore generale dell’Ifo, Francesco Bevere, nominato da Piero Marrazzo. Quanto al prezzo pagato: “nella documentazione trasmesa dall’Ifo è citata la perizia dell’Agenzia del Territorio di Roma del 13 gennaio 2009 che giudica congruo il prezzo di 9 milioni”...il 26 marzo del 2009 il sottosegretario Ferruccio Fazio ha stanziato 10 milioni e 260 mila euro (poi utilizzati al 95 per cento) per pagare due ville al suo ex datore di lavoro. Pompa, preveggente, scriveva a don Verzé nell’estate del 2001, per convincere il prete amico di Berlusconi a perorare la nomina dell’amico Pollari a capo del Sismi. “Caro Presidente, Le invio un report inerente le iniziative sulle quali potremo intervenire, con maggiore e puntuale efficacia, immediatamente dopo la nomina dell’amico N.”Senza andare a fare dietrologie complottistiche si legge in chiaro che costui, il don, conobbe Silvio Berlusconi, all’epoca imprenditore e proprietario di Edilnord, da cui “il sacerdote” aveva acquistato un terreno di 46 mila metri quadri – con l’idea di costruire quello che sarebbe poi diventato il “San Raffaele” – vicino all’area che sarebbe poi diventata “Milano 2″, il complesso residenziale realizzato poi da BerlusconiIntanto il 4 gennaio Germano Milite aveva scritto Appalto per bouvette e mensa affidato alla Gemeaz. Un socio di Don Luigi Verzè vince la gara d’appalto per il ristorante del Senato..Un affare che frutterà alla Gemeaz quasi 12 milioni di euro (la Ladisa sarebbe costata circa un milione in meno) e che và ad aggiungersi all’altro appalto da 280 milioni sonanti vinto dalla ditta sempre nel mese di dicembre e collegato alla gestione delle mense delle FS. “Finendo poi a Sud, in Puglia, arriva l’altro titolo: Taranto, ospedale privato di don Verzé coi soldi pubblici.E’ l’8 gennaio 2010 e lo scrive Cesare Bechis. Dulcis in fundo “Anche Vendola in soccorso dei preti San Raffaele, tutto pronto per l’accordo Ma Sinistra radicale e Pd sono contrari – Corriere del Mezzogiorno e stavolta la firma è un generico Redazione il Corriere.it del SudTARANTO -Rimangono inalterate superfici e volumetrie. Fintecna, in base alla delibera che il Consiglio comunale è chiamato ad approvare lunedì, realizzerà a proprie spese nella zona detta “emiciclo” in via Nenni un’area a verde attrezzato del valore di 425 mila euro come opera di riqualificazione di una zona degradata. La delibera fissa, inoltre, due punti irrinunciabili per il Comune. Uno, l’amministrazione si impegna a variare gli strumenti urbanistici sul Paolo sesto però l’area occupata oggi dall’ospedale Santissima Annunziata, al centro della città, resta destinata a distretto socio-sanitario o a residenze per anziani, dotandola anche di verde e parcheggi pubblici; due, nel caso in cui il “San Raffaele del Mediterraneo” non dovesse più essere realizzato il Comune conserverà la titolarità dell’area ceduta da Fintecna al Paolo sesto. Si tratta, in totale, di 32 ettari.Dodici sono destinati al polo scientifico- tecnologico che sorgerà, con finanziamento di Srea Vasta, di fronte al Politecnico; venti servono al San Raffaele e sono nell’area adiacente alla Cittadella della carità. La delibera delega, infine, il sindaco Stefàno a sottoscrivere l’accordo con Fintecna e il successivo accordo di programma tra Regione, Comune, Asl, Fondazione San Raffaele. Tutta la vicenda, e gli accordi che presuppone prima di arrivare al via libera definitivo, è stata sin dall’inizio criticata da Rifondazione, Pdci, Verdi e Pdl. Alle ragioni di natura tecnico-sanitaria, le varianti urbanistiche, l’operazione immobiliare, un ospedale privato pagato dai soldi pubblici, i criteri di nomina dell’amministratore unico del nuovo ospedale, si sono aggiunte strada facendo anche le questioni più strettamente politiche legate alle prossime elezioni regionali. L’operazione San Raffaele ha avuto la benedizione del presidente uscente Vendola e poi del sindaco Stefàno. Oggi i rapporti con la sinistra radicale non sono più idilliaci come un anno fa mentre il pdl ha sempre contestato l’intera operazione. Cesare Bechis, 8 gennaio 2010E la Redazione del Corriere.it del Sud il 16/02/2010 titola: Regionali. Don Verzè grande sponsor di Vendola:«Vengo in Puglia perchè terra di un sant’uomo come Motolese – dice don Verzè – e per trovare un amico: Vendola. Che è persona trasparente, emerge per quello che è, non per quello che vorrebbe apparire. Questo gli da entusiasmo. Nichi, fossero come te tutti i politici. Non dovrei parlare di politica ma ve lo confesso: Silvio Berlusconi è entusiasta di Vendola». A dirlo don Luigi Verzè, il Presidente del San Raffaele di Milano, in occasione della conferenza stampa di presentazione a Taranto del San Raffaele 2, il più grande ospedale oncologico pediatrico di tutto il Mediterraneo.”E’ in allarme il porporato, con Bagnasco in testa. Sono tornata dopo otto giorni da Marsiglia, non ce la faccio a commentare le notizie mai lette e ora appena guardate. Certe campane hanno sfondato non solo i timpani e non si può spiegare a chi vive fuori dall’Italia:va vissuto quest’ inferno, queste maledizioni del potere politico…”le radici della malattia”. Chi vuole ci si curi con tanta medicina benedetta, la medicina di Dio…. voti, ex voti.Doriana GoracciFONTE:http://www.reset-italia.net/2010/03/20/echi-e-orgasmi-dal-san-raffaele/Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!
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COMMENTI (1)

Da INeuropa
Inviato il 17 aprile a 11:29
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Dal portale Indymedia http://piemonte.indymedia.org/article/12322

Don Verzè sull’orlo della bancarotta.

Oltre 1 miliardo di Euro. Il padre spirituale del Berlusca & Pollari con l’acqua alla gola per un dissesto colossale.

Ha fondato e poi sfondato (di debiti) l’Ospedale San Raffaele di Roma e Milano, tempi mondiali della medicina e della sofferenza. Ora al manager di Dio rimarranno solo queste ultime (le “sofferenze” … economicamente parlando).

Che c’hanno in comune il premier Silvio Berlusconi, il generale dei servizi segreti Nicolò Pollari, il Vaticano, e notissimi politici, banchieri ed imprenditori? Un arzillo vecchietto (ora pieno di puffi) che si chiama Don Luigi Maria Verzè.

Accanto alla sede del Parco biomedico del San Raffaele a Mostacciano, sorge una graziosa villetta ch’era di proprietà della Fondazione di Don Verzè e che venne affittata al servizio d’intelligence militare (Sismi) per le sue attività segrete. La cosuccia/casuccia, era così carina che Nicolò Pollari, generale della Guardia di Finanza a capo del Sismi (nonché grande amicone del prelato manager) la volle tutta per sé, cattandosela per 4 soldi.

La Villa di Mostacciano (zona EUR) del Generale Nicolò Pollari, è disposta su quattro livelli, 24,5 vani catastali: due ingressi, due saloni, sei camere, due soggiorni, cinque bagni, due vani guardaroba, lavanderia e garage, tre terrazze, giardino di 1.400 metri e una bella piscina con trampolino. La villa fu comprata nel 1994 dal San Raffaele del Don a un prezzo di 2 miliardi e 400 milioni (più del doppio di quanto l’ha pagata Nicolò Pollari).

Pare che di (“proficui”) affaroni come questi Don Luigi Maria Verzè ne abbia fatti tanti. Questo spiegherebbe (almeno in parte) come mai il San Raffaele ora si trova sull’orlo del crak. L'impero di don Luigi Verzé, che fa capo alla Fondazione San Raffaele del Monte Tabor, con sede in Via Olgetttina 60 - Milano si sta letteralmente sbriciolando come la statua del gigante dai piedi d’argilla (poco più in là al civico 65 della stessa via c’è il palazzo delle veline Bunga Bunga). Per raccoglierne i cocci forse non basterà più neanche dismettere i numerosi assets immobiliari per fare cassa. Nella lista delle dismissioni figurano: Oasis Aministracao Ltda, Soc. Agricola Monte Tabor Srl, Progetti International Srl, Blu Energy Srl, S.A.T. Srl, Residenza Alberghiera San Raffaelle Srl, Edilraf Spa, Quo Vadis, Costa Dorata, Turro, Air Viaggi, VDS2, Science Parck, Resnati, etc etc. La cessione del patrimonio immobiliare non sarà poi cosa tanto facile da realizzare. Molte di queste proprietà son gravate da vincoli ed ipoteche. Come il complesso immobiliare di Via Olgettina, ed il bellissimo residence di Cologno Monzese (sussiste un’ipoteca di 1° grado a garanzia di un finanziamento BEI). Comunque il vendibile dovrà essere ceduto alla velocità della luce per introitare subito risorse finanziarie fresche da utilizzare per il ripianamento dei (moltissimi ed ingentissimi) debiti. Più di 1 miliardo di euro di passività. Tra le proprietà vendibili ci sono aziende agricole, alberghi, aziende di ristorazione, proprietà terriere, strutture di cura, aerei, jet, e persino alcune piantagioni di mango e meloni (in Brasile). Ciò che toglie il sonno a Don Verzè son i grossi problemi con banche e società di leasing: in primis Unicredit, BNP, BPM, Cariparma, BPS, Banco di Sardegna, Italease, Leasint, Ubi Factor, Mediofactoring, BIIS. Molte case farmaceutiche fiutato il dissesto hanno già minacciato azioni legali se non rientreranno subito dei propri crediti, come le società: Gilead Sciences (18,6 mil. Euro), Pfizer (12,3 mil. Euro), Merck Serono (12,2 mil. Euro), Abbott (9,6 mil. Euro), Dompè (7,6 mil. Euro), Medtronic (7,5 mil. Euro), Laboraf (17,1 mil. Euro) e via di sto passo.

Questo, in estrema sintesi, è il quadro impietoso che emerge da un dossier riservato elaborato in questi giorni dallo Studio Borghesi Colombo & Associati e Bain & Bain (che trovate quì di seguito riprodotto ed allegato pdf) che titola: “Linee guida del Piano di ristrutturazione e di riorganizzazione societaria – 30 marzo 2011”. Diciamo che i segnali del dissesto ci son tutti e son davvero conclamati. Bancarotta in piena regola. Ma per uscire da sto casino che ha combinato l’attempato Don (90 anni suonati) basterà fondare una newco? Servirà costituire una nuova Fondazione? (la vecchia ormai ha perso faccia e credibilità). E trasformare la Fondazione in una società di capitali a che pro? Ma per accedere a nuova finanza no, scemini. Se no le banche non scuciranno un baiocco. Elementare Watson. Secondo i consulenti finanziari, seguendo un particolare tipo di schema e/o procedura sarà possibile mettere in piedi un verosimile “Piano di Ristrutturazione dei debiti” e quindi non rischiare che le banche possano immaginare di poter incorrere nella “concessione abusiva di credito” (finanziare una holding decotta non sarebbe formalmente legale). Il Piano deve essere credibile (almeno sulla carta). Gli istituti di credito eroganti - almeno in linea teorica - non potrebbero finanziare la holding di Don Verzè sapendolo insolvente. Comunque, come la giri giri i conti non tornano lo stesso. Lo stato patrimoniale della fondazione permane da un bel po’ in stato comatoso (profondo) e le passività superano di gran lunga gli attivi. In qualsiasi paese normale l’imprenditore decotto (ma ancora onesto) porterebbe subito i libri delle società in tribunale.

Non il prelato-manager timorato di Dio e fido amico di Pollari & Berlusca. Che ha in mente un’illuminato “Piano Industriale” (quasi quasi pare una delle manovre finanziarie del Premier): contenimento dei costi operativi (tagli selvaggi al personale, consumi, spese, manutenzioni e logistica), razionalizzazione delle strutture (accentramento delle attività sanitarie), brutali tagli alle attività di ricerca etc etc.

Don Verzè anche in questo sembra proprio ad immagine e somiglianza di Silvio. Ecco perché quì in terra nessun giudice potrà permettersi di giudicarlo. Solo il Tribunale di Dio. Lui comunque, a differenza del Premier rifugge le ansietà terrene. A Don Luigi interessa solo servire l’Onnipotente e i suoi fratelli sofferenti (appunto il Berlusca, Pio Pompa, Bazoli, Geronzi, Profumo, Pollari, Miccichè, Angelucci, Formigoni, Anemone…). Ah scusate. Dimenticavo lo storico e grande amicone di sempre Ennio Doris (quello là con la bacchetta che disegna sempre i cerchi).

Che dirTi mio caro Don Verzè, speriamo solo nella Divina Provvidenza. Perché il buco e la voragine è proprio tutta intorno a te.


Background:

Don Luigi Maria Verzè, nasce a Illasi (Verona) il 14 marzo 1920. Figlio di una nobildonna e di un agiato latifondista (che tutto avrebbe voluto tranne vedere l’erede designato del patrimonio innamorarsi della medicina e del sacerdozio). Si laurea in Lettere classiche e filosofia nel 1947 presso l'Università Cattolica di Milano. Viene ordinato sacerdote nel 1948. Nel 1964 dalla sua diocesi gli viene proibito di “esercitare il Sacro Ministero”. Nel 1973 rasenta la scomunica e dalle gerarchie cattoliche viene sospeso a divinis. Riabilitato decide di reinventarsi un nuovo percorso di fede. Diventa prete-manager tout-court, intrecciando presso relazioni d’affari con la Edilnord di Silvio Berlusconi. Con un pizzico di visionaria megalomania mette in piedi imponenti strutture d’eccellenza e d’avanguardia che le fa assomigliare a moderne cattedrali della cura (gli Ospedali San Raffaele di Milano e Roma sono tra i più importanti a livello internazionale). Per finanziarli reperisce fondi, tesse rapporti con politici ed imprenditori, diventa amico dei banchieri che contano garantendosi linee di credito con i maggiori istituti di credito. Altri (come il professore Luigi Poggi Longostrevi) meno timorati di Dio e dotati di scarso senso etico penseranno bene di fare cassa ed introitare frodando lo Stato, ottenendo così dal Sistema Sanitario Nazionale ingenti rimborsi per prestazioni inesistenti. Da evidenziare il dipartimento di odontoiatria del San Raffaele che annovera tra le sue file una delle igieniste dentali più fighe in assoluto, Nicole Minetti (una delle miss Bunga Bunga). Nel 1976 le toghe cattocomuniste condannano Don Verzè ad 1 anno e 4 mesi di reclusione per tentata corruzione (per la convenzione con l’Università Statale di Milano e un consistente contributo della Regione Lombardia). Nel 1977 Il nostro carismatico Don viene incriminato per corruzione e riconosciuto colpevole di istigazione alla corruzione (a tutt’oggi ancora in attesa della sentenza definitiva). Nel 1995 è nuovamente inquisito dalla toghe rosse della Procura di Milano per irregolarità nei lavori di costruzione del San Raffaele. Altra condanna di 1 anno e 4 mesi di reclusione per l’acquisto e la ricettazione di due quadri del '500 di scuola napoletana proventi di furto (si suppone che il prelato sapesse della provenienza illecita). Tutte condanne che il battagliero Don Verzè rispedisce al mittente snocciolando le cifre della riconosciuta eccellenza clinico-scientifica del suo lavoro. Il San Raffaele ad esempio, è diventato un terreno di sfide estreme della scienza. Ha sviluppato in collaborazione con il Mit of Boston un progetto di cui don Luigi è particolarmente orgoglioso: ai pazienti viene impiantato un’ipertecnologico microchip sottocutaneo e l’ospedale, attraverso un collegamento telematico continuo, è in grado di interagire in tempo reale intervenendo. Come dice Don Luigi: “è un altro passo avanti verso una frontiera mai esplorata ma sempre intimamente cullata: quella dell’immortalità”… ecco perché Silvio spera di vivere a lungo (“Silvio Berlusconi mi ha chiesto di farlo campare fino a 150 anni” disse il don in un’intervista). Per la sua creatura - il San Raffaele - si potrebbe tranquillamente parlare di nuovo Eldorado culturale; etica e bioetica convivono armoniosamente. Ogni malato è considerato un “tabernacolo d’oro” Si fa ricerca avanzata a 360° studiando il ringiovanimento delle cellule staminali adulte, gli embrioni, la fecondazione artificiale in vitro. Tanto biblico, evangelico e sacrale rispetto per l’uomo (uomo-individuo in quanto tale come direbbe Elio) s’appaleserà in tutta la sua spiritualità nel 2006, quando don Verzè aiuterà un amico medico - gravemente ammalato - a raggiungere il padreeterno impartendogli l’eutanasia (però solo dopo avergli impartito l’estrema unzione). Ama leggere, meditare, ama le Banche ed il grano (grano inteso come quattrini). Ha simpatie per il maestro Riccardo Muti, Umberto Veronesi, l’ex sindaco-filosofo Cacciari e l’attore-regista Roberto Benigni. Ammira Silvio Berlusconi (Silvio gli baciò la mano solo dopo la celebre frase del don “nelle persone so riconoscere il profuno di santità”) nonché Madre Teresa di Calcutta, Muhammar Gheddafi, Fidel Castro, gli angeli, gli arcangeli, San Raffaele Protomartire, Benedetto Craxi (detto Bettino) e nostro signore Gesù Cristo. Don Verzè ha una taumaturgica antipatia per il Concilio Vaticano II (e forse anche il I°), per alcuni papi (v. Ratzinger) e per il celibato. Odia visceralmente Rosy Bindi, tutti i bolscevico-comunisti e tutti quelli che scrivono stronzate senza prima riflettere, come alcuni attivisti di Indymedia (con particolare riguardo di tal mediattivista che scrive scemenze firmandosi mister Bean).

doc. pdf.: "DossierRiorganizzazioneSanRaffaele2011" http://piemonte.indymedia.org/attachments/apr2011/dossierriorganizzazionesanraffaele2011.pdf