“Qualcuno dovrà scusarsi con le ventimila donatrici di sangue del cordone ombelicale ingannate da un manipolo di impostori. Le donne che in Sicilia hanno donato il cordone ombelicale ora scoprono che le cattive condizioni di conservazione hanno reso vano il loro gesto”
Questo il commento del presidente della commissione sanità Pippo Digiacomo ai fatti verificatisi a Sciacca, provincia di Agrigento, dove una ispezione del centro nazionale del sangue alla banca pubblica del cordone ombelicale ha rilevato che le sacche contenenti il sangue cordonale non erano state conservate correttamente. Le sacche dovranno quindi essere distrutte: uno spreco che costa alle tasche dei contribuenti circa 600 mila euro ogni anno.
“I campioni di sangue del cordone ombelicale” ha spiegato Digiacomo “devono essere conservate in osservanza a standard qualitativi che ne consentano l’impiego a livello internazionale. Così non è stato presso la banca pubblica di Sciacca e sarà quindi necessaria la distruzione delle sacche”.
La banca del cordone di Sciacca è una delle 19 banche pubbliche presenti in Italia che raccolgono i campioni provenienti dalla donazione del cordone ombelicale.