Cristiano Doni, arrestato all'alba di ieri
Un altro pezzo di calcio muore all’alba. Ieri mattina sono scattate le manette per 17 persone, nell’ambito dell’inchiesta sul calcio-scommesse che da quest’estate sta scuotendo il pallone italiano. Un vero e proprio calderone scoperchiato dalla procura di Cremona, che qualche mese fa portò al fermo di Marco Paoloni, portiere della Cremonese e, soprattutto, di Beppe Signori, ex gloria calcistica nazionale. Anche oggi c’è il nome grosso: Cristiano Doni. Il giocatore dell’Atalanta era già stato squalificato per 3 anni dalla giustizia sportiva proprio a seguito di quest’estate. L’accusa era quella di aver fatto parte di un giro che truccava partite a favore di alcune scommesse pesanti.
Pure stavolta è coinvolta la Procura di Cremona, che assieme a quelle di Brescia e Bologna ha fatto scattare le manette, oltre che a Doni, ad altri nomi del calcio italiano. Alcuni si sono ritirati da tempo, come Luigi Sartor, ex di Inter e Parma. Assieme a lui, Alessandro Zamperini (serie B, Lega Pro), Carlo Gervasoni del Piacenza (attualmente sospeso) e Filippo Carobbio (Spezia). C’è anche Nicola Santoni, ex preparatore atletico del Ravenna Calcio, la stessa società di Giorgio Buffone, il dirigente finito tra gli arrestati della prima inchiesta. E tra gli indagati spunta il nome di Antonio Bonfanti. Non cercatelo negli annali: non gioca in nessuna squadra. Gestisce uno stabilimento balneare a Cervia. Assieme A Doni e Santoni, sarebbero coinvolti nelle combine di alcune partite dell’Atalanta della scorsa stagione.
I fermati di oggi si aggiungono ai 16 dello scorso scorso giugno. Si tratta del secondo filone dell’inchiesta ‘Last bet’ sul giro di scommesse che avrebbe condizionato i risultati di alcune partite delle ultime due stagioni tra la serie A e la Lega Pro (la vecchia serie C). Un sistema internazionale, che collegava Italia e Singapore. Secondo l’accusa, Sartor è indicato come l’intermediario tra Beppe Signori e il mercato di Singapore, dove veniva effettuato il gioco. Sartor, che aveva ammesso di conoscere Signori, sarebbe l’uomo che gestiva il denaro delle scommesse dei bolognesi. L’ex difensore è stato individuato in quel ‘Gigi’ che ricorre costantemente nelle intercettazioni che hanno portato alla luce lo scandalo.