Sto seguendo con passione le vicende del Teatro lirico cittadino, sia sul piano artistico, sia sul piano dell’informazione, sia, infine, sul piano giudiziario.
Sotto quest’ultimo profilo, so che la Procura di Cagliari sta svolgendo delle indagini a carico del Presidente di diritto della Fondazione, (in quanto sindaco di Cagliari) Massimo Zedda. Preferisco pertanto non esprimermi e lasciare che la giustizia faccia il suo corso (anche con riguardo ai ricorsi pendenti nanti il Tribunale Amministrativo Regionale competente per quanto riguarda la Manifestazione di interesse del giugno 2012 relativa alla contestata scelta del Sovrintendente).
Per quanto riguarda il versante artistico, venerdì ho assistito alla giornata dedicata al pubblico dai sindacati e dai lavoratori del Teatro: “Tutti a Teatro tranne i tagli”: mi sono divertito davvero tanto. Mi sono anche un poco commosso, quando l’orchestra e il coro hanno eseguito l’inno di Mameli, all’inizio ed alla fine del Concerto che ha concluso la maratona artistica, svoltasi per tutto il pomeriggio, con grande affluenza , sino al concerto conclusivo delle ore 21,00, che ha visto la platea e le logge gremite di affezionati melomani e cittadini curiosi amanti dell’arte e dello spettacolo.
Con riferimento alle vicende sindacali che travagliano la Fondazione, in questo ultimo anno, mi sono tenuto informato leggendo i diversi blogs specializzati ed i giornali (on-line e cartacei).
Da ultimo ho avuto modo di leggere su Sardinia Post un articolo a firma di Lilli Pruna, dal titolo “Il rozzo linciaggio della Crivellenti e il silenzio delle donne”.
L’articolo, invero di contenuto multigenere, è affetto da due vizi di fondo: appare eccessivo da un lato e riduttivo da un altro.
Pecca per eccesso laddove inserisce la vicenda Crivellenti nel solco generale della tutela delle donne e delle pari opportunità, chiamando in causa addirittura la neo-eletta Laura Moro e tutte le donne indistintamente, in una sorta di guerra santa al femminile, a difesa della sovrintendente della Fondazione lirica cagliaritana. Qui davvero l’articolista di Sardinia Post dimostra di non avere messo a fuoco la questione: la sua analisi appare infatti sfuocata e i suoi contorni confusi e indistinti. Tutti noi, uomini di buona volontà, siamo a favore delle pari opportunità al femminile e siamo contro il femminicidio e contro la violenza sulle donne. Ma non è questo il tema. Qui si tratta di capire se sia stata opportuna e proficua, per la fondazione e per la città di Cagliari, la nomina di una determinata persona nel ruolo di sovrintendente (il genere qui non rileva), trascurando di ponderare altre 44 figure professionali (se maschi o femmine non importa) che si erano proposte all’attenzione del presidente Zedda in forza di una sua manifestazione di interesse e senza che il responsabile fornisse una adeguata motivazione per la sua scelta.
L’articolo pecca inoltre per difetto laddove non offre ai suoi lettori una chiave di lettura esaustiva della vicenda Crivellenti. In un mio post del 22 ottobre 2012 scrivevo chiaramente che da parte mia non si intendeva (e non si intende neanche oggi) mettere in discussione Marcella Crivellenti in quanto persona (o peggio ancora in quanto donna). Riporto a fianco il link del post, a scanso di equivoci e di fraintendimenti, scusandomi per l’autocitazione: http://albixpoeti.blog.tiscali.it/2012/10/22/il-lirico-di-cagliari/
A quel post faccio riferimento affinché chi legge possa capire bene i risvolti complessi della vicenda.
Forse è bene ricordare all’articolista Pruna che non tutto ciò che è regolare (e nella fattiscie, aggiungo, casomai lo fosse davvero) è opportuno ed efficace.
Qui la nomina della Crivellenti, al di là delle implicazioni giudiziali, da risolversi in altra sede, non appare essere stata felice per la Fondazione; e non per l’accanimento dei sindacati, (sicuramente spaventati da una deriva senza ritorno dei conti pubblici) oppure a causa di una stampa politicamente compromessa (come scrive l’articolista di Sardinia Post).
Tutti i giornalisti ed i lettori avveduti sanno bene che, quando leggono un giornale, devono fare i conti con la “tara”, come insegnavano i maestri di una volta nel momento di insegnare il calcolo del peso netto.
Fuor di metafora, credo che anche la Pruna, quando legge le notizie, faccia i conti con la “tara”, cioè con l’impostazione politica dell’editore di riferimento (ovviamente sto semplificando una questione assai più complessa). Quindi anche la Pruna dovrebbe sapere che l’informazione non è mai neutra o neutrale; ma spogliando le notizie della “tara”, i fatti restano nudi e crudi nella loro essenzialità.
D’altronde anche l’articolo della Pruna, mi pare che sia ben zavorrato, da questo punto di vista. Ho l’impressione infatti che il suo target politico di riferimento sia alquanto adiacente all’area politica del sindaco-presidente Massimo Zedda (non si spiegherebbe altrimenti l’oscura e acritica presa di posizione dell’articolista rispetto a una vicenda che, in termini di opportunità e convenienza, parla da sola).
Nel mio precedente post del 22 ottobre 2012 che mi sono permesso di autocitare (ma solo per brevità completezza) invitavo il sindaco a tornare sui suoi passi per il bene della città e della Fondazione che egli presiede.
Oggi, vedendo quanta acqua è passata sotto i ponti della politica (e dell’arte) mi sento in dovere di chiedere le sue dimissioni. Lo so che in Italia non vanno di moda, ma penso che la città lo abbia votato per respirare un’altra aria: quella del cambiamento, del rinnovamento, della pulizia e della trasparenza. Invece qui si respira un’aria di insopportabile pressappochismo e di superficiale arroganza.
E se a questo il sindaco non provvedesse a dimettersi, dovrebbero essere i consiglieri che lo sostengono, se vogliono veramente bene alla città di Cagliari, a staccare la spina, facendogli mancare la maggioranza.
La città di Cagliari ha bisogno di cambiare veramente.
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