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di Anna Ditta
La giornalista iraniana Masih Alinejad ha ricevuto un premio per i diritti umani per aver creato una pagina Facebook che invita le donne iraniane a inviare foto di se stesse senza hijab, a dispetto delle norme che impongono loro di indossarlo.
La giornalista iraniana ha lanciato la pagina Facebook My Stealthy Freedom lo scorso anno, attirando più di mezzo milione di persone in poche settimane. Da quel momento migliaia di donne hanno inviato loro foto senza hijab da pubblicare.
Il vertice di Ginevra per i diritti umani e la democrazia, un gruppo formato da 20 organizzazioni non governative, ha conferito a Masih Alinejad il premio per i diritti delle donne per "dare voce a chi non ha voce e scuotere la coscienza dell'umanità per sostenere la lotta delle donne iraniane per i diritti umani fondamentali, la libertà e l'uguaglianza."
Sulla pagina Facebook decine di donne iraniane continuano a pubblicare foto che le ritraggono nei momenti privati in cui tolgono il velo, sfidando il divieto imposto dal governo di Teheran. Le foto mostrano donne sulla spiaggia, per strada, in campagna, da sole, con amici o parenti. Tutte senza il velo.
Spesso le foto sono accompagnate da frasi come: "Detesto l'hijab. Adoro la sensazione del sole e del vento sui miei capelli. É questo un grande peccato?” Oppure: "Cerco di vivere questa libertà segreta ogni giorno. A volte arriva la pace, a volte la paura. Queste piccole azioni potrebbero sembrare così banali, ma sono vitali per la tua anima".
Masih Alinejad è una giornalista iraniana esule a Londra. Alinejad ha postato sul suo profilo Facebook alcune foto in cui era senza hijab. Le immagini hanno ricevuto migliaia di like e hanno spinto altre donne a inviare foto simili. La giornalista ha quindi deciso di aprire la pagina dedicata a queste foto e a lanciare una campagna, che ha riscosso successo anche su Twitter con l’hashtag #stealthfreedom.
Alinejad è nota per le critiche mosse al governo iraniano, ma insiste sul fatto che questa campagna non è politica. Le donne che hanno condiviso le loro foto non sono attiviste, ma semplici cittadine. “Non ho alcuna intenzione di incoraggiare le persone a sfidare l'obbligo di portare l'hijab o a lottare contro di esso", ha detto al Guardian. "Voglio solo dare voce alle migliaia e migliaia di donne iraniane che pensano di non avere nessuna piattaforma per dire la loro".
Alinejad non si è oppone al hijab, ma crede che la gente dovrebbe avere la libertà di scegliere: “Voglio vivere in un paese dove io, che non porto l'hijab, e mia sorella, che lo preferisce, possiamo vivere insieme", ha spiegato.
Non è la prima volta che proteste simili si diffondono nel paese, ma nessuna finora aveva coinvolto così tante persone. In Iran alle donne è proibito stare in pubblico a capo scoperto dalla rivoluzione islamica del 1979. Chi disobbedisce a questa regola deve pagare una multa, ma rischia anche di finire in prigione.
Nell’ottobre del 2013 il presidente iraniano Hassan Rohani, che nell’ultima campagna elettorale aveva promesso una maggiore apertura culturale, ha chiesto alla polizia di essere più indulgente con le donne rispetto alla questione dell’hijab. Tuttavia sono ancora molti quelli che vogliono che il velo sia obbligatorio e sottolineano la sua importanza per la legge islamica. Il 6 maggio a Tehran centinaia di persone hanno manifestato contro la trasgressione di questa norma.
Fonte: The Post Internazionale
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