di Paola Leonardi*
L’Italia, si sa, è il paese a più bassa natalità del mondo, ma ancora non si può affermare di non aver avuto/voluto figli per scelta, almeno in televisione. L’argomento pare ancora tabù nel nostro paese. Recentemente sono stata invitata in qualità di sociologa e psicoterapeuta alla trasmissione TV La vita in diretta (lo scorso 5 novembre su Rai 1) per testimoniare l’esperienza mia e di altre 13 donne, raccolte nel libro che ho scritto con Ferdinanda Vigliani, Perché non abbiamo avuto figli. Donne speciali si raccontano, F. Angeli, 2009.
Si tratta di un’indagine su un tema fino ad ora poco affrontato nel nostro paese, ma soprattutto è un approfondimento delle motivazioni psicologiche e sociali di chi, autrici comprese, ha voluto raccontarsi: motivazioni profonde, a partire dalla soggettività di ogni donna, mettendo in discussione quella che sembra ancora l’inevitabile sovrapposizione dell’identità femminile con la maternità. Un’analisi che prosegue da quel fondamentale percorso di consapevolezza individuale e collettiva, i “formidabili anni Settanta”, che ha lasciato eredità importanti al mondo intero.
.Da queste interviste a donne ‘importanti e significative’ (Natalia Aspesi, Letizia Bianchi, Piera Degli Esposti, Ida Dominijanni, Elisabetta Donini, Margherita Giacobino, Laura Grasso, Lesile Leonelli, Lea Melandri, Luisa Passerini, Rosalba Terranova, Chiara Zamboni, Adriana Zarri) e dalla lettera di Rossana Rossanda emerge un concetto di “materno” intrigante, anche e perché diversificato.
E si delineano ritratti di donne vivaci, molto concrete, capaci di parlare di sé e trasmettere emozioni con sagacia, apertura, immediatezza e sincerità; donne “speciali”che mettono in evidenza la ricchezza delle differenze nell’universo femminile.
Di tutto ciò si poteva parlare dunque, ma non è stato possibile.
Lo spazio è stato occupato dalla presentazione enfatizzata di alcune famiglie extra-large proiettate in video, una delle quali presente con i 12 figli, un nipotino e il quadro della madonna. Il clima era da stadio, gli interventi della conduttrice Mara Venier, insieme a quelli delle invitate Alessandra Mussolini, Giovanna Melandri, purtroppo indistintamente, tutti indirizzati sul valore delle famiglie, con palese svalorizzazione per chi figli non li ha per scelta. Uno spettacolo per niente gradevole, che ha mostrato, tra l’altro, una coalizione femminile poco consapevole della libertà di scelta delle altre donne.
La trasmissione è stata usata non per un confronto di posizioni, come concordato, ma per mostrare chi sono i buoni e i cattivi, come del resto hanno notato le ascoltatrici che mi hanno scritto e-mail per solidarietà. Ennesima dimostrazione di arretratezza tutta italiana nel campo dei diritti civili e della libertà di tutte noi. Inaccettabile scorrettezza, che ha impedito l’espressione di un libero pensiero, che avrebbe giovato anche ad ascoltatrici che non per scelta, ma per necessità o per motivi di salute, non hanno potuto avere figli. Limitazione di pluralità di voci, limitazione di tutela di chi voce non può avere.
Un’occasione mancata di comunicare che i figli possono non rappresentare un progetto di vita per tante donne complete, socialmente e affettivamente realizzate anche senza prole, che ogni donna ha il diritto di decidere in piena autonomia sia di avere figli, quando e con chi, di farli per desiderio, non per dovere o bisogno e che essere madri non è una necessità.
Un’ennesima dimostrazione di quanto l’Italia non riesca ad essere un paese laico, capace di accogliere le istanze di libertà e di autonomia delle donne, bensì il più maschilista e familista d’Europa!
Nota aggiuntiva: dove muoiono più donne in famiglia…
* L’autrice è sociologa e psicoterapeuta, fondatrice del Centro Autostima Donne, che ora ha sede a Framura, in Liguria. [email protected] - www.autostimadonne.it