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Doping, quando non è sport (by Edda Cacchioni)

Creato il 06 gennaio 2013 da Simo785

Il doping consiste nell’assunzione di droghe o farmaci illegali per migliorare la prestazione fisica. Non è superfluo puntualizzare che l’uso di sostanze chimiche non assunte a scopo terapeutico causano danni talvolta irreparabili alla salute. Il doping è vietato, è un metodo violento nei confronti della persona che lo subisce ferendone gravemente la propria dignità di essere umano. Ergo non solo potrebbe causare danni fisici ma anche psicologici. Tant’è vero che la Legge 376/2000 considera il doping un reato e lo punisce con multa e reclusione. Oltremodo si può definire un affronto vergognoso a discapito degli atleti che partecipano alla gara in modo operoso e leale. Il CIO (comitato internazionale olimpico) ha stilato un elenco con tutti i farmaci proibiti. Oggigiorno si ha il doping genetico che non si limita a migliorare le prestazioni dell’atleta ma attua delle modificazioni permanenti della struttura fisica dell’atleta. Cosìcché si è difronte ad un nuovo giocatore: l’Atleta transgenico. L’atleta transgenico è la persona a cui i medici hanno inserito nell’ organismo geni modificati che agiscono sulla resistenza, velocità, potenza e massa muscolare. Questo metodo invasivo ha tra gli effetti collaterali la morte attraverso ictus e infarti. Tra l’altro causa modificazioni trasmissibili ai figli che potrebbere identificarsi come patologia. Il CIO cos’ì pure il WADA (world anti-doping agency) hanno dichiarato l’uso del doping genetico reato per l’uso delle sostanze proibite in quanto: a) rischioso per la saute dell’atleta b) per l’aumento delle prestazioni sportive c) violazione dello spirito sportivo

 

Il doping è operato ahinoi dalle stesse persone che dovrebbero tutelare gli atleti e tenere alta la specificità dello sport… Medici, dirigenti, ditte farmaceutiche, allenatori e l’atleta stesso apportatore di slealtà e corruzione. La scarsa autostima , l’ansia di protagonismo e l’emulazione di ‘quelli in alto’ spingono i giovani all’uso di sostanze dopanti anche nel settore amatoriale. Il vero Atleta resta colui/colei che sa dire NO al doping e sa confrontarsi con le proprie capacità seppur a volte deludenti, in tal caso si cambia sport o ci si allena con

maggiore attenzione, spirito di lealtà, di sacrificio e di squadra. La sola partecipazione allo sport intrapreso farà del ragazzo/a un essere umano degno di vivere sotto il cielo di tutti, in un mondo in cui il credo dovrà rivolgersi in direzione del bene sociale; egli stesso si definirà: una persona a modo cioè civilizzato e potrà chiedere una catena umana per l’eliminazione del Doping quanto ammazza figli.


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