Dopo Famiglia Cristiana anche l'Osservatore Romano bastona Silvio. Finito l'amore eterno con i cattolici. E Alfano a Sallusti: “Basta con il metodo Boffo”
Creato il 01 ottobre 2013 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
Si sapeva, lo si è sempre saputo. Per anni Silvio ha fatto il “cattolico” infischiandosene altissimamente della fede, della santa trinità (scambiato per il film con Terence Hill), dei dogmi, della trascendenza e perfino dello spirito santo. Da andreottiano di ferro, lui si è sempre rivolto ai preti piuttosto che a dio, perché come tutti sanno, dio non vota, ha smarrito il certificato elettorale lassù, nell'alto dei cieli, dove Bondi, pur tentando, non è mai riuscito ad arrivare. Da commerciante nato, però, da inarrivabile self made man dotato di un fiuto proverbiale, ha saputo imbrigliare il consenso dei cattolici a modo suo: pagando. Alla Chiesa, infatti, l'8 per mille non è mai bastato, per cui, allargando a dismisura i cordoni della borsa (mai la sua, sempre la nostra) è riuscito a far pagare alla Protezione Civileanche gli spostamenti dei pontefici e l'organizzazione delle adunate oceaniche dei Papa Boy's. Senza considerare poi l'appoggio incondizionato alla Compagnie delle Opere di ciellino stampo e copyright, diventata l'impresa più florida della Lombardia. Le scuole cattoliche, i restauri delle chiese e degli oratori, prima l'Ici poi l'Imu sulle proprietà immobiliari ecclesiastiche anche se esercizi commerciali, sono state le altre perle di un asservimento totale alle esigenze della casse vaticane. La gerarchia lo ha ripagato a modo suo: voti, perdonanze, giubilei, santificazioni, riti proibiti agli altri divorziati, contestualizzazioni di bestemmie che manco i camalli, una giustificazione sacrale alla strabordante sessualità del “califfo malato” (parole della moglie, non nostre) che hanno finito per mitizzare il “crociato Silvio”, l'uomo a favore degli omofobi e delle donne aduse a mettere la testa a posto. Ora, all'improvviso, una inversione repentina di tendenza. Con il Cardinale Carrozziere trombato, con il presidente “Bagnasciuga” della Cei in liquidazione, con i prelati truffaldini arrestati o con pesanti avvisi di garanzia sulle spalle, la Chiesa (meglio, il Vaticano), si è resa conto che non poteva continuare a fare affari con chi non ha mai viaggiato in 500 manco da neo-patentato. L'Osservatore Romano, dopo Famiglia Cristiana, ha scritto ieri: “Una crisi che appare irresponsabile non solo per le sue ripercussioni economiche ma per la ricaduta sulla credibilità dell'intera classe politica italiana”. E ha aggiunto: “C'è un clima fortemente condizionato dalle vicende giudiziarie nelle quali è coinvolto il leader del Pdl... Il timore è che il tessuto condiviso di regole sul quale si basa ogni convivenza civile, lacerato in questi anni da un confronto politico esasperato, rischi di uscire definitivamente compromesso da una chiamata permanente allo scontro”. Mollato dai cattolici, bastonato dalla Confindustria (fino a ieri prona ai suoi desideri in cambio di leggi mostruose sul lavoro, sulla sicurezza del lavoro e sui contratti liberticidi), fischiato dai commercianti, dagli operatori turistici e dai bagnini della Val Camonica, Silvio ha deciso comunque di continuare la sua personale battaglia contro la magistratura. Incombono il processo Ruby, la corruzione di De Gregorio (con la minaccia di arresto dei giudici di Napoli) e il provvedimento aperto nei suoi confronti dai giudici di Bari sui giri di prostitute di Gianpi Tarantini, una sequela di processi che o Silvio riesce a gestire da dittatore intoccabile o corre il rischio di finire i suoi anni al buio di una cella di San Vittore o di Opera, a quattro passi da casa sua. Siccome questa eventualità lo terrorizza, anche perché dovrebbe privarsi della compagnia di Dudù, allora manda per aria il tavolo da gioco. E gli italiani? Ma chi cazzo se ne frega. Inutile dire che i suoi dipendenti sono schierati come sempre con il padrone, per la serie: potè più la pagnotta che la dignità. Così, mogio mogio quatto quatto, Alex Sallusti ha rispolverato il metodo Boffo e ha iniziato ad applicarlo ai critici delle ultime trovate del Capo. Ha parlato a nome di tutti i “dissidenti” (sic!), 'O schiattamuort, il quale ha preso carta e penna e scritto: “Noi non abbiamo paura. Se (Sallusti con il suo editoriale di ieri, nda) pensa di intimidire noi e il libero confronto dentro il nostro Movimento politico, si sbaglia di grosso. Se intende intimidirci con il paragone a Gianfranco Fini, sappia che non avrà case a Montecarlo su cui costruire campagne. Se il metodo Boffo ha funzionato con qualcuno, non funzionerà con noi che eravamo accanto a Berlusconi, quando il direttore de Il Giornale lavorava nella redazione che divulgò l'informazione di garanzia al nostro presidente, durante il G7 di Napoli del 1994”. E il Pd? D'Alema dice che bisogna rinviare il congresso a marzo. La Balena Bianca ha molti più figli di quanti si potesse sospettare o neppure lontanamente immaginare. Intanto, perché non ci facciamo mancare niente, scoppia la lite furibonda con il Quirinale. Silvio accusa l'Innominabile di aver “inquinato” la sentenza sul caso Cir-Mondadori e la risposta del Colle è violenta, al limite dell'invettiva. Nonostante anni di firme senza colpo ferire sui decreti pro domo sua, Silvio non dimostra di avere la minima riconoscenza nei confronti di Colui che siede sul colle più alto. Peccato grave l'irriconoscenza.
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