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Dopo la catastrofe, un futuro possibile

Creato il 21 maggio 2011 da Verymuch

Scritto da Gabriella Gliozzi   

dopolacat

Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.”

 (Daniel Pennac)

La lettura è in sé e per sé mille cose insieme: una piacevole dama di compagnia, uno svago che porta via con sé pensieri e stress, un’amica sincera (il libro non mente mai, lo scrittore si), il mondo delle possibilità, delle meraviglie, della realtà  e della cultura, ma quel che un libro rappresenta davvero per ciascuno di noi può stabilirlo solo il lettore.

Non è detto che un buon libro debba necessariamente essere ricco di buoni insegnamenti, come non è detto che un grande libro debba contenere necessariamente concetti astrusi o astratti. Alle volte i libri più belli sono proprio quelli che non nascondono significati reconditi, ma che risultano essere, in quanto a significato, assolutamente immediati.

 Il libro del quale voglio parlare non è stato prodotto da una grande firma della letteratura né ha un linguaggio particolarmente altolocato. Lo scopo del libro è far comprendere al destinatario, prevalentemente bambini e giovani ragazzi, in maniera semplice e concisa, alcune realtà e determinati argomenti.


Dopo la catastrofe è stato scritto da Gudrun Pausewang, un’insegnante tedesca che ha ben chiaro il modo di trattare argomenti scomodi e scottanti. La storia è ambientata in Germania  e fotografa lucidamente l’evolversi, o in tal caso l'involversi, della vita a seguito di un disastro nucleare, un futuro possibile che potrebbe sconvolgere la vita di qualsiasi Nazione. Il tutto accade in una tranquilla giornata di maggio, mentre i bambini sono a scuola ed i genitori a lavorare: questa è la storia di una ragazza che si ritrova a dover affrontare la fuga dalla propria città a causa dell’esplosione di un reattore nucleare.

Ci troviamo di fronte ad una ragazzina di quattordici anni che si ammala, perde i capelli, resta orfana  dei genitori, affronta la morte dei fratellini più piccoli, degli amici e si ritrova a diventare un’Hibakuscia: una sopravvissuta. Quel che più colpisce dei fatti raccontati con linguaggio fresco, realistico e crudo è che in tutto il libro aleggia questo senso di profonda commozione dovuto ai sentimenti della protagonista stessa: paura, sconfitta, disperazione, assoluta mancanza di speranza. Le donne vengono sottoposte a precuazioni per evitare che diano alla luce bambini infetti, in pratica viene proibita loro la possibilità di mettere al mondo dei figli, le famiglie vengono decimate, i giovani colpiti dalla pioggia infetta vengono rinchiusi in luoghi simili a campi di concentramento. La Gudrun delinea chiaramente lo scenario della tragedia, durante la quale il senso dei soldi, del mondo e della vita stessa viene meno.

Se questo libro avesse avuto il successo che meriterebbe, poiché in sole 211 pagine riesce a rendere perfettamente l’idea di quel che potrebbe accadere, probabilmente non ci ritroveremmo a parlare oggi della costruzione di centrali nucleari né in Italia né nel mondo. Si tratta di interessi economici? Di fronte ad un disastro del genere tutto perderebbe il proprio significato. Spesso ci si stupisce del fatto che i bambini , con estrema semplicità, capiscano cose che alle quali i grandi non riescono neanche ad avvicinarsi: questo libro è la chiara dimostrazione che non servono poi grandi spiegazioni. L’esempio lampante lo abbiamo avuto vicino a casa nostra 25 anni fa e pochi mesi fa abbiamo avuto un altro assaggio a causa dell’ennesimo ALLARME ATOMICO.

Questo libro è altamente consigliato a tutti i sostenitori dell’energia nucleare e a quanti parteciperanno al referendum del 12 e 13 giugno per rifiutare con forza l’avvento di esso nella nostra penisola.


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