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Dopo le critiche alla Brebemi e alle tariffe doppie, frecciate a Legambiente per difendere il regno di Bettoni

Creato il 16 giugno 2014 da Cremonademocratica @paolozignani

Chi avrà la curiosità di cliccare su L’Eco di Bergamo troverà un comunicato di Dario Balotta (Legambiente Lombardia, settore Trasporti) da una frecciata: Balotta viene bollato come “ex sindacalista della Fit Cisl”, quindi con una storia di parte confinante con la politica, che si prolungherebbe dal sindacato a Legambiente. Altro che ambientalista: quel signor Balotta è “particolarmente attivo” in provincia di Brescia, “dettaglio probabilmente non casuale”. Allora il Balotta vuole capitalizzare la sua storia di parte? Vuole buttarsi in politica? Alle europee non era candidato, che cosa vorrà allora dai bresciani e dai confinanti bergamaschi l’ex sindacalista sorvegliato speciale dalla stampa? Il comunicato riportato dall’Eco di Bergamo consiglia caldamente di togliere i cargo dall’aeroporto di Orio al Serio e di spostarli a Montichiari, aeroporto considerato fantasma. D’altra parte Legambiente e i comitati hanno vinto il ricorso al Tar di Brescia.

il comunicato integrale di Legambiente, prima di uno sguardo al Corriere della Sera, edizione di Brescia:

Il ministero dell’ambiente nella sua recente lettera  ha confermato quanto legambiente sostiene da tempo ,che «non risulta un’autorizzazione per i voli notturni all’aeroporto di Orio al Serio». Infatti tutti sanno,anche il gestore aeroportuale la Sacbo ,che ogni volo notturno, vista la normativa italiana ed europea ,dovrebbe essere autorizzato con decreto congiunto dei Ministeri dell’ambiente e dei Trasporti. Perfino i voli in ritardo ,che intaccano la fascia oraria 23-6 ,dovrebbero essere autorizzati ogni volta con decreto. Ora che l’Enac ha deciso di uscire dalla situazione di stallo sulle procedure antirumore, da rifare in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, va ripresa l’ipotesi di un totale trasferimento dei voli cargo notturni nello scalo di Montichiari, più adatto a questo specifica attività ,visto che le zone di rispetto sono nettamente migliori di quelle di Orio al Serio ,oramai accerchiato dalle case. La sentenza del TAR di Brescia ,che ha accolto il ricorso di Legambiente e dei Comitati ,ci da’ l’opportunità di avviare una messa a norma ambientale e normativa per rendere sostenibili le attività aeroportuali bergamasche ,che hanno oltrepassato ogni vincolo del buon senso. Per fare ciò ,serve che gli azionisti di Sacbo ,a partire dal Comune di Bergamo ,facciano prevalere gli interessi generali della popolazione circostante ,a partire dal rispetto dei limiti del vecchio piano di sviluppo. Gli operatori merci, Dhl in testa ,sanno che l’abbandono di Orio e il trasferimento a Brescia Montichiari, dove si sono spostati durante la chiusura per il rifacimento della pista ,e’ un atto dovuto.

Sul Corriere della Sera, edizione bresciana, va ancora peggio per Balotta e Legambiente. Il Corriere pubblica con gusto fosco la “smentita” di Francesco Bettoni, il venti nomine di Brescia, capo di tutto, accentratore di potere e di affari semplicemente discutibili, in conflitto d’interessi evidenti. Una “smentita” che consisterebbe nell’affermare che le tariffe della Brebemi non saranno di 19 centesimi al km ma 15, non il triplo ma il doppio.

“Che gioia, solo il doppio”. L’articolo del Corriere con i suoi “calcoli” esatti sui pedaggi non premia affatto, anzi smorza con cerchiobottismo il brillante intervento di Legambiente che ha smascherato il pessimo affare della Brebemi, pessimo per le nostre tasche e l’ambiente di tutti, il territorio e l’economia di tutti, non di pochi speculatori. Non è gradevole vivere nel regno dei grandi conflitti d’interesse di Bettoni e delle autostrade inutili, costose, dannose che ha ottenuto di realizzare e far strapagare. Il Corriere della Sera edizione bresciana sostiene che le tariffe della Brebemi non hanno “niente a che vedere” con le previsioni di Legambiente, solo perché la Brebemi costerà il doppio e non il triplo, 15 centesimi al km e non 19. Ma i problemi sono molto più seri.

Il comunicato di Legambiente sulla Brebemi, dopo la strana risposta di Bettoni che giustifica la stangata delle tariffe Brebemi con accordi europei e delibere del Cipe. Gli errori gestionali sono invece chiaramente del Bettoni, finito fuori tempo massimo. La sua idea di economia fatta di asfalto e affari a spese pubbliche e a vantaggio privato dovrebbe sparire: è un problema, un danno. Perché non viene il Bettoni mandato in pensione?

Per Brebemi, Tem e Pedemontana finalmente qualche certezza: il costo del pedaggio sarà più del doppio della A4

Legambiente: “Ma ora basta con le finzioni, i cittadini devono sapere se le nuove autostrade sono utili o sono solo colate d’asfalto sulla campagna”

“Era ora che Brebemi snocciolasse i numeri scomodi, quelli delle tariffe che verranno chieste agli automobilisti che percorreranno i 62 km della nuova autostrada che ha distrutto centinaia di ettari di campagna tra Milano e Brescia. Bizzarro che abbia dovuto farlo in risposta ad una comunicazione di Legambiente. Per un’opera chiamata a svolgere un servizio pubblico e che tra un mese aprirà al traffico, ci saremmo aspettati ben altra e più tempestiva trasparenza. Ma è un inizio, speriamo di sapere anche altro”. Così Legambiente risponde al comunicato-diffida con cui Brebemi ha replicato alla stima, fornita dal responsabile trasporti dell’associazione, Dario Balotta, circa i costi esorbitanti della tariffa autostradale della ‘direttissima’ Milano-Brescia. Direttissima per modo di dire, perchè se è vero che la nuova autostrada non passerà da Bergamo come la A4, il vantaggio chilometrico per chi dovesse andare dalla città di Milano a quella di Brescia è veramente modesto: circa 500 metri in meno, considerato che dal capoluogo lombardo per arrivare all’inizio di Brebemi, al casello di Liscate, bisognerà affrontare una gimcana di viabilità e svincoli che neutralizzano quasi del tutto l’effetto di accorciamento del tratto autostradale. Il vero vantaggio sarà per i furbetti: dal momento che sulla Brebemi non saranno installati i tutor, sarà molto più facile sfrecciare impuniti a velocità non consentite e quindi battere tutti i record sulla distanza Brescia – Milano. Ma questo ‘vantaggio’ giustifica un pedaggio chilometrico più che doppio rispetto alla già esistente A4? Di sicuro non per i pendolari forzati dell’auto, che difficilmente accetteranno di pagare quasi venti euro per il viaggio di andata e ritorno da Milano a Brescia.

 

Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia insiste: “Brebemi nella sua replica afferma che non dovremmo occuparci dei profili finanziari dell’opera perchè non competono a una associazione ambientalista. Ma invece ci interessa, eccome, sapere se quell’autostrada, costata un enorme sacrificio ambientale alla Pianura Padana, produrrà poi almeno qualche vantaggio in termini di riduzione del traffico su altre strade, o se invece – come ci pare probabile con le tariffe previste – gli automobilisti sceglieranno di non utilizzarla, avendo a disposizione alternative più convenienti, sia autostradali che di viabilità ordinaria. E ci interessa anche – ma questa, per non rischiare con le nostre stime, è una informazione che chiediamo a Brebemi – sapere quanto pagheranno i mezzi commerciali: perchè vogliamo capire se camion e TIR continueranno a correre sulla viabilità locale e nei centri abitati della bassa, oppure se questo traffico inquinante e pericoloso verrà intercettato dalla nuova autostrada. E ci interessa saperlo anche perchè le stesse tariffe varranno sulle altre autostrade in costruzione, TEM e Pedemontana, ed anche in quei casi vogliamo sapere se le devastazioni del territorio produrranno almeno una consolazione in termini di beneficio al sistema della mobilità e alla congestione stradale. Purtroppo temiamo di sapere già la risposta”.
Ma per restare al tema finanziario, gli ambientalisti contestano anche il teorema dell’opera a integrale finanziamento privato: “Non abbiamo l’anello al naso, il closing finanziario dell’opera è arrivato a cantieri quasi finiti, e l’intero castello finanziario si regge su linee di credito che è davvero difficile considerare finanziamento privato: parliamo dei fondi della Cassa Depositi e Prestiti, quasi 800 milioni dei risparmiatori postali, e di quelli della BEI, che è la banca alimentata da fondi degli Stati Europei. E anche questa partita finanziaria ci interessa, perchè i fondi CDP potevano essere investiti in altre prioritarie infrastrutture, come le reti fognarie, su cui il nostro Paese è in drammatico ritardo. E i fondi BEI in altri Paesi vengono usati per sostenere lo sviluppo nei comparti industriali della green economy, non certo per costruire autostrade inutili. Per non parlare della richiesta di esenzione fiscale, che vale come un bonus di centinaia di milioni gravanti sulle casse dello Stato, che dovrebbero avere ben altre priorità a cui rispondere”.

 

Legambiente dunque accetta di rettificare le proprie stime, basate su calcoli sul piano economico-finanziario dell’opera: “Ma qualche centesimo in meno rispetto alle nostre stime non sposta assolutamente nulla nelle nostre valutazioni e nei nostri giudizi: eravamo e restiamo convinti che con un piano economico corretto e con valutazioni sui flussi di traffico non gonfiate, Brebemi, TEM e Pedemontana, semplicemente, non sarebbero mai state messe in cantiere, con un enorme risparmio per tutti, anche per l’ambiente”.


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