Se glielo avessero detto qualche mese fa che sarebbe stato il responsabile della sopravvivenza e del rafforzamento del Berlusconi IV avrebbe sicuramente riso. Adesso, invece, la stessa ammissione lo starà certamente facendo pensare. Chi sta scambiando questo breve profilo per quello di Domenico Scilipoti, parlamentare siciliano transfugo dall’Idv al Pdl, il cui voto lo scorso 14 dicembre è stato determinante per la fiducia alla Camera al Berlusconi IV, si sbaglia di grosso.
Il ‘responsabile’, proprio malgrado, del rafforzamento del Governo Berlusconi è niente poco di meno che Massimiliano Allegri. Sì, proprio lui. L’allenatore del Milan il quale, vista la partenza prematura di Ronaldinho (il ‘regalo elettorale’ del 2008 che secondo il Premier avrebbe dovuto concludere in rossonero la propria carriera), è stato investito del compito del salvataggio del Governo a suon di vittorie.
«Ogni vittoria del Milan rafforza il governo. Se volete dare una mano al Presidente e al Paese, dovete vincere», sono stare le parole del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in visita alla ‘sua’ squadra in ritiro alla Borghesiana a Roma. «Quando il lunedì arrivo negli uffici del governo se il Milan ha vinto c'è aria di festa. Se perde, come è capitato per sfortuna l'ultima volta, sembra di assistere a un funerale. Perciò, quando vincete lo fate per voi stessi in primo luogo, per il club e i tifosi, e poi per Berlusconi e per il Paese», ha continuato il Premier che, di certo, non avrà mai guardato in faccia il ministro Ignazio La Russa, interista fino al midollo, dopo una vittoria del Milan rea di aver scavato un altro piccolo solco tra le due ‘cugine’.
Allegri a quel punto sarà sbiancato. Come, avrà pensato fra sé e sé, ero convinto di aver firmato un contratto per allenare una squadra e mi ritrovo a fare da ago della bilancia per la sopravvivenza del Governo. Un’impresa, seconda soltanto al tentativo di riportare sulla retta via l’istrionico Cassano. Che poi, è un altro compito assegnato da Berlusconi al ‘povero’ allenatore dal momento che a un Dinho andato e non redento, c’è un Cassano arrivato da far rigare dritto…
Chissà, quasi quasi, piuttosto che impegnarsi a tentare di vincere lo scudetto o la Champions, Allegri farebbe meglio a dichiararsi non solo livornese ma anche comunista (memorabile la battuta di Berlusconi al sindaco di Firenze, Matteo Renzi: “Allegri non è comunista, peggio è livornese”)… tentando da buon erede di una terra di partigiani una “liberazione” ante literam.
Ps: non me ne vogliano i milanisti che poi potrebbero rifarsi negli anni a venire con un presidente rossonero a tempo pieno.