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Dopotutto, si respira

Creato il 01 maggio 2012 da Thefreak @TheFreak_ITA

Avrei voluto scuoterla, prenderla dai piedi, metterla a testa in giù e farle uscire dalla sua testa quel mucchio di paure, stupidaggini e taboo che le affollavano la mente, proprio come si fanno cadere le monetine dai pantaloni.

Avrei voluto parlarle sinceramente, ma non me lo permetteva.

Mi faceva sentire la distruttrice delle sue certezze, di quel maledetto teatrino mentale che si era costruita in testa.

Era ancorata lì, nella sua ovattata bambagia esistenziale, con il latte agli angoli della bocca e l’idea di mamma e papà che la imboccavano.

Cullata e giustificata da una pigrizia di vivere del “tutto mi è dovuto” per il semplice motivo che esisto, respiro e faccio finta di sforzarmi, nemmeno troppo.

La verità , quella generalmente riconosciuta, non la mia, la irritava.

Ed io ero stanca di uralre per abbattere quella barriera del suono tra lei e la realtà.

Alcuni di noi devono imparare a cadere per potersi rialzare nella vita. Quella vera. La realtà.

La vita è passione, è fare la cosa sbagliata e correggersi; è morsi, sangue, risate e ancora graffi su un corpo bianco così diverso e opposto al tuo.

E’ egoismo, cattività  e libertà , cinismo, speranza, delusione, nuove illusioni e altri occhi che hai voglia di guardare, così…

Piano, a lungo, veloce, mentre sali le scale, scendi dal letto, gli salti addosso, li ritrovi di un colore nuovo, più grandi, piccoli, chiusi, semichiusi, di spalle…lontani, troppo o troppo poco, decisamente vicini tanto da…un bacio! Un finalmente! Un bentornato, un addio, un “ma quanto ci hai messo?”, un ti odio, un “vediamo”, un “sono ubriaco”, un “sei ubriaco”…

E piangi, sorridi, ridi e che cazzo di voglia di urlare, uscire, in questa notte romana rumorosa, chiassosa, fresca, incoerente, sempre diversa e sempre la stessa.

E ti affacci alla finestra e sai che dopo quel vetro, dopo il vuoto a strapiombo sotto di te, dopotutto, si respira.

Di Antonella Maria De Rosa


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