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Doppiopesismo alla francese

Creato il 15 gennaio 2015 da Symbel

Doppiopesismo alla francese

Francia, terra di libertà, di grandi manifestazioni per la libertà di espressione, tanto da richiamare in una grande marcia , quasi tutti le maggiori personalità politiche mondiali per esprimere il cordoglio per l’attentato alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo, dove dei terrosristi islamici hanno fatto una strage, uccidendo 12 persone tra cui redattori e lavoratori, per colpa di alcune vignette pubblicate e sgradite all’Islam.

Peccato che contemporaneamente è stato fermato e messo agli arresti un’altro comico per via delle sue battute, nello specifico un commento su Facebook.

Infatti se alla redazione di Charlie Hebdo è concesso di pubblicare vignette blasfeme che prendono in giro Maometto, cristiani ed ebrei, a un comico che fa lo stesso tipo di battute non è permesso.

Probabilmente ne avete gia sentito parlare, mi riferisco a , Dieudonné M’bala M’bala, comico francese famoso per il gesto della Quenelle, che mima le dimensioni del pene che vorrebbe inserire nelle terga dei suoi avversari, sulla falsariga dello sfilatino di Diego Abbatantuono in famoso film di Fantozzi.

Ovviamente ai tempi della polemica sul gesto è stato sempre attaccato, adducendo la scusa che si trattasse di un saluto nazista al contrario, e accusato di razzismo , al punto che i suoi spettacoli sono stati chiusi per motivi di ordine pubblico, con condanne per antisemitismo, multe e svariati controlli fiscali a suo carico per evitare di mettere in scena i suoi spettacoli teatrali definiti , ingiustamente, razzisti.

In realtà nei suoi spettacoli vengono messi alla berlina i potenti ironizzando su islamici, ebrei, cattolici, ma anche sugli africani, nonostante le sue origini camerunensi. E sono lo stesso tipo di battute, pesanti, che fa anche il giornale martire Charlie Hebdo.

Il problema è che lui Dieudonnè, dichiarato antisionista, è appoggiato dalla destra Marie Le Pen, mentre Charlie Hebdo è appoggiato dalla sinistra radicale.

Evidentemente la comunita ebraica e la sinistra hanno un certo peso oltralpe (e lo si è visto anche negli accadimenti relativi alla strage in questione).

E per Charlie ci sono le marce di solidarietà, per Dieudonnè le manette:  visto che il giorno dopo della marcia per Charlie ha osato commentare cosi l’accaduto

“Dopo questa marcia storica, leggendaria, un momento magico come il big bang che ha creato l’universo, torno a casa. Sappiate che questa sera, per quanto mi riguarda, mi sento Charlie Coulibaly”

Si riferiva al fatto di sentirsi da una parte come Charlie , visto che condividono la stessa satira fuori dal coro e per il quale appoggia la marcia in favore della libertà di espressione, ma contemporaneamente anche come uno degli attentatori poichè viene costantemente messo sotto tiro, proprio per le sue idee , cosi come ha spiegato in una lettera al ministro della giustizia

Ieri, eravamo tutti Charlie. Stavamo camminando tutti in piedi per le nostre libertà. In modo da potere continuare a ridere di tutto. Tutti i rappresentanti dello stato, lei compreso, stavano camminando insieme nella stessa direzione. Però quando sono tornato a casa, mi sono sentito molto solo.

Da un anno lo stato mi ha preso come bersaglio e cerca di eliminarmi in ogni modo. Linciaggio mediatico, interdizione dei miei spettacoli, verifiche fiscali, ufficiali giudiziari, perquisizioni, accuse… Più di ottanta procedimenti giudiziari. E lo stato continua a rovinarmi la vita. Da un anno, mi state trattando come se fossi il nemico pubblico numero uno, mentre io provo solo a fare ridere la gente, e farle ridere della morte, dato che la morte ride di noi, come lo sa Charlie, purtroppo.

Mi state considerando come se fossi Amedy Coulibaly, invece io non sono per niente diverso da Charlie.

Signor ministro, siccome sembra che adesso lei mi stia ascoltando, le ricordo che:

io propongo la pace.

Fortunatamente, dopo una giornata è stato scarcerato ed è tornato ai suoi spettacoli, ma fa specie come nello stesso momento usi due pesi e due misure, denotando un’ipocrisia forse seconda solo a quella italiana.

Ma sopratutto mettere in galera qualcuno per le idee in proposito alla sua libertà di espressione? E sopratutto dopo il polverone mediatico della grande marcia per la libertà di espressione?  Un Non-sense. Veramente una roba patetica, ma come detto evidentemente anche in Francia c’è sempre qualcuno più uguale di qualcun’altro, ma daltronde tutto il mondo è paese.

 

Brian Boitano (redattore)

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