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Doris Lessing anticipava Costanza Miriano

Creato il 24 novembre 2013 da Uccronline

Miriano e Lessing«Le donne sono presuntuose, farisaiche, spaventano gli uomini». No, non è un’affermazione di Costanza Miriano ma di Doris Lessing, premio Nobel per la letteratura nel 2007 e considerata una delle principali femministe dell’ultimo secolo.

La Lessin è morta proprio in questi giorni, tra i suoi titoli più celebri il romanzo “Il taccuino d’oro”, da molti considerato appunto un classico della letteratura femminista, malgrado le sue proteste. Infatti, come si è detto tante volte, la scrittrice si è sempre rifiutata di essere vista come femminista.

Come ha spiegato Caterina Della Torre su “Repubblica”, «si è puntualmente ribellata» a tale definizione. Anzi, «mal sopportava l’immagine stereotipata della donna moderna “sfacciata, ma anche bigotta”, ammettendo invece che gli uomini, dal canto loro, stavano visibilmente perdendo terreno nella lotta per la parità dei sessi, non riuscendo più a tener testa alla valanga femminile: “Dovrebbero ricominciare a farlo, essere all’altezza”, andava ripetendo». La Lessin ha spiegato che la protagonista de “Il taccuino d’oro” «E’ una donna che vuole vivere come un uomo, ma oggi le donne sono presuntuose, farisaiche, spaventano gli uomini». Inutile e infruttuoso il tentativo di autoaffermazione femminile attraverso l’imposizione si sé, come «molte donne al potere che assumono atteggiamenti molto maschili».

Da notare la somiglianza con la lettura della realtà femminile da parte della scrittrice Costanza Miriano, autrice del discusso Sposati e sii sottomessa, la quale spiega: essere sottomessa significa «rinunciare al mio desiderio di voler formattare le persone, di voler imporre la mia visione del mondo a tutti quelli che mi sono intorno. Questa è sempre la tentazione femminile». La Miriano è il nemico pubblico delle femministe, ma il suo pensiero valorizza la donna come mai hanno saputo fare loro: «Credo che il ruolo della donna sia mostrare all’uomo il bene e il bello possibili. Fargli da specchio positivo, dirgli quanto è importante che lui ci sia, e che metta il meglio di sé nell’impresa di costruire una famiglia, educare dei figli. L’uomo tende all’egoismo, e la donna può vincere questa inclinazione negativa dell’uomo non rivendicando, gridando, battendo i pugni, ma mostrandogli la bellezza di un amore totale, del sacrificio del proprio egoismo. La donna può essere come Beatrice per Dante, un anticipo di paradiso, e la casa diventa un luogo bellissimo in cui stare».

E ancora: «Questa è la logica cristiana. Fare a gara nello stimarsi a vicenda, avere un pregiudizio positivo nei confronti dell’altro, dirgli: io sto dalla tua parte, mettiamo insieme la nostra siderale diversità, e cerchiamo di donarci la nostra reciproca povertà. Gridare i propri diritti non serve a niente, riconoscere che siamo peccatori, poveri, limitati, fa funzionare l’amore».

La redazione


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