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Dossier Abductions: DAVID ICKE

Da Risveglioedizioni
Risveglio Edizioni, Libri, Spiritualità, Meditazione, Medicina, Cosmologia, Arte, Filosofia, Ufologia, Federico Bellini, Ambra Guerrucci, Osho, TV David Icke (Leicester, 29 aprile 1952) è uno scrittore britannico, tra i più noti autori e fautori di varie teorie del complotto. È noto per le sue congetture su "chi e che cosa davvero controlla il mondo"...

Il nocciolo del suo pensiero è costituito dall'idea che l'universo sia in realtà una matrice olografica e che un gruppo segreto di umanoidi rettiliani, riuniti nella Fratellanza Babilonese (Babylonian Brotherhood) detta anche "Fratellanza del Serpente", controlli l'umanità attraverso altre dimensioni; e che molte figure di primo piano della politica e dello spettacolo - fra cui George W. Bush, la Regina Elisabetta II, Bill Clinton, Tony Blair, Kris Kristofferson, Bob Hope, e il cantante country Boxcar Willie - siano dei rettiliani. Icke, originario delle Midlands inglesi, nacque in una famiglia operaia e trascorse la sua giovinezza in una casa popolare, in condizioni disagiate. Non concluse gli studi per giocare a calcio per il Coventry City F.C. e successivamente con il Hereford United, in cui ottenne il ruolo di portiere. Nel 1973, a 21 anni, fu costretto a ritirarsi dall'attività sportiva a causa dell'artrite e di alcuni infortuni che ne compromisero la carriera. Trovato lavoro in un giornale locale a Leicester divenne giornalista, per poi trasferirsi dapprima in una radio locale, poi in una rete televisiva regionale e infine in una nazionale. Chiamato alla BBC come telecronista calcistico, lavorò per diversi anni nella redazione sportiva dell'emittente. Lasciata la BBC, divenne attivista del Partito Verde Britannico, raggiungendo in breve la posizione di portavoce nazionale. Nel marzo del 1990, Icke affermò di aver ricevuto «un messaggio dal mondo spirituale» attraverso una medium. Questa gli avrebbe detto che egli era un guaritore mandato a sanare la Terra, che era stato scelto per il suo coraggio e che era stato indirizzato allo sport per imparare la disciplina. Secondo la visione, avrebbe lasciato la politica e sarebbe divenuto famoso, scrivendo cinque libri in tre anni, finché un giorno ci sarebbe stato un grande terremoto in cui «il mare reclamerà la terra», a causa del cattivo comportamento degli esseri umani che starebbero abusando delle risorse terrestri. Quando Icke disse alla dirigenza dei Verdi quel che aveva sentito, venne immediatamente espulso dal partito. In un'intervista nello show di Terry Wogan nel 1991, due sue controverse affermazioni (prima si autoproclamò Figlio della Divinità e successivamente disse che la Gran Bretagna sarebbe stata devastata dalle maree e dai terremoti) furono accolte con risa dal pubblico in studio mentre i giornalisti, con aria a volte ironica a volte preoccupata, si chiedevano se Icke fosse malato di mente. I suoi sostenitori affermano che in realtà stava descrivendo tutti gli esseri umani come figli di Dio, o di un'altra divinità, e che la confusione nacque dal suo sforzo volto a spiegare la propria apoteosi. Dopo esser stato ampiamente ridicolizzato, scomparve dalla vita pubblica per un breve periodo. Icke stesso scrisse che per diversi anni non poté camminare lungo la strada senza venire additato e deriso dalla gente, e che tale esperienza lo aiutò a trovare il coraggio di sviluppare le sue idee, poiché non temeva più quello che la gente pensava di lui. «Uno dei miei più grandi timori era quello di essere ridicolizzato dal pubblico come se fossi un bambino. E questo è davvero accaduto. Come presentatore televisivo, ero rispettato. La gente mi riconosceva per strada e mi stringeva la mano, parlandomi in modo educato. Ma una notte, improvvisamente, sono stato trasformato in 'Icke il pazzo' ed ormai non posso più attraversare una via della Gran Bretagna senza essere deriso: questo è un incubo! Mio figlio ne è rimasto devastato psicologicamente in quanto non immaginava che il padre potesse essere considerato ridicolo dall'oggi al domani.» (Dichiarazioni di David Icke) Attualmente egli vive a Ryde, nell'Isola di Wight, ha pubblicato numerosi libri riguardo alla teoria della cospirazione globale. Icke tiene spesso anche tournée in tutto il mondo in cui illustra le sue teorie ma anche gli aspetti più giornalistici di esse, discutendo dell'attuale situazione mondiale e dei suoi retroscena, dal disastro dell'11 settembre 2001 alla guerra in Iraq, dal conflitto israelo-palestinese alla crisi economico-petrolifera. Icke a partire dagli anni novanta propugna la sua teoria, secondo cui il mondo sarebbe dominato da una ristretta cerchia di eletti, gli illuminati, legati ai protocolli dei Savi di Sion, un falso pubblicato in forma di opuscolo nel 1905 che immagina una cospirazione ebraica. Icke ha pubblicato sedici libri esponendo le sue opinioni, che sono in genere considerate un insieme di New Age (malgrado le sue smentite), cospirazionismo politico ed apocalittico, mescolate con quello che alcuni considerano una visione antisemita. Michael Barkun, nel suo studio del 2003 sulla sottocultura della cospirazione, A Culture of Conspiracy: Apocalyptic Visions in Contemporary America, scrive che Icke è «il più fluente degli autori cospirazionisti, e dà ai suoi scritti una chiarezza raramente trovata in testi del genere». Il cuore delle idee di Icke è la credenza che il mondo sia sotto il controllo di un governo segreto. Nel 1996, nel suo libro ... and the truth will set you free ( e la verità vi renderà liberi), affermò che questo governo era finanziato da banchieri e affaristi come i Rothschild e Rockefeller, sebbene in seguito abbia chiarito che considera gli ebrei membri della classe dirigente non ebrei, ma lucertole. Secondo il giornalista inglese Simon Jones, Icke affermò che: «La gente comune è indotta in massa a credere che la normale causa degli eventi del mondo siano le conseguenze di forze politiche note, o eventi casuali e incontrollabili. Tuttavia, la storia dell'umanità è manipolata ad ogni livello... Ora potreste chiedervi fino a quali terribili attività questa gente possa arrivare. Icke ha la risposta. Questi individui organizzano incidenti in tutto il mondo, che poi richiedono una risposta dall'opinione pubblica (bisogna fare qualcosa), e in cambio permettono a questi potenti di fare qualsiasi cosa questi abbiano desiderato fare sin dall'inizio.» (Dichiarazioni di Icke a Simon Jones) L'aspetto New Age della filosofia di Icke, scrisse Jones, prevede che la gente viva in una coscienza multidimensionale e che si dovrebbe abbandonare la falsa esistenza fornita dal governo mondiale, che porterà la gerarchia al collasso. Icke cita nelle sue opere in particolare la prima guerra mondiale e seconda guerra mondiale, l'Olocausto, l'attentato di Oklahoma City, l'attentato del volo Pan Am 103, il conflitto in Bosnia e gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 come esempi di eventi causati dal governo segreto. Arrivando addirittura a teorizzare un controllo e una responsabilità da parte di esso sulla maggior parte degli eventi negativi degli ultimi due secoli. Nel 1999, Icke scrisse e pubblicò The Biggest Secret: The Book That Will Change the World, nel quale affermò che il pianeta sarebbe controllato da un Nuovo Ordine Mondiale, manovrato da una razza di umanoidi rettiliani chiamati la Fratellanza Babilonese (Babylonian Brotherhood). Egli ha scritto: «Le mie ricerche [nota: scritto resaerch nel testo originale] suggeriscono che è da un'altra dimensione, la quarta dimensione inferiore (lower fourth dimension), che il controllo e la manipolazione sarebbero orchestrati. Altre persone sanno che lo è dalla dimensione astrale (lower astral dimension), la leggendaria casa dei demoni e delle entità [nota: scritto antities nel testo] nei loro rituali di magia nera...» (D. Icke, The Biggest Secret: The Book That Will Change the World). Secondo Icke, il DNA "ibrido rettile-umano" dei rettiliani permetterebbe loro di cambiare dalla forma originaria a quella umana se questi consumano del sangue umano. Icke stese un parallelo con la miniserie TV degli anni ottanta V - Visitors in cui la Terra è conquistata da rettiloidi alieni camuffati da umani. Il gruppo rettiliano secondo Icke comprenderebbe molti personaggi importanti e in pratica ogni leader mondiale, dalla defunta Regina madre inglese a George H.W. Bush, Bill Clinton, Harold Wilson, Tony Blair, e persino Bob Hope. Queste persone o sono essi stessi rettiliani, o lavorano per loro in quella che Icke chiama «sindrome dalla personalità multipla simile a schiavitù»: «I Rothschild, i Rockefeller, la Famiglia Reale inglese e le famiglie dominanti della politica e dell'economia negli USA e nel resto del mondo vengono dalle STESSE discendenze. Non è perché sono snob, è per mantenere al meglio la loro struttura genetica: il DNA rettiliano-mammifero che gli permette di cambiare forma (shape-shifting)» (D. Icke). Icke ha scritto che la famiglia Rothschild avrebbe pianificato l'ascesa al potere di Adolf Hitler per puntare al controllo di Israele, terra considerata sacra per gli Illuminati. I personaggi-rettiliani, secondo Icke sarebbero dediti a sacrifici umani, avidi di sangue umano e di violenze carnali su dei minorenni e manipolerebbero la gente con riti satanisti e con l'ingegneria sociale. Icke descrisse lo shape-shifting come un «Fenomeno riportato da testimoni che hanno visto persone (molto spesso in posizioni di potere) trasformarsi di fronte ai loro occhi, da una forma umana a una forma rettiliana e poi ritornare a quella originale». Icke in un'intervista affermò che Christine Fitzgerald, una confidente della Principessa Diana confidò a lui che Diana stessa credeva che la famiglia reale inglese fosse collegata ai rettiliani e che loro stessi fossero in grado di trasformarsi. Icke da allora ha pubblicato un gran numero di altri testi sugli stessi temi. I suoi ultimi lavori vedono in George W. Bush, anch'egli un rettiloide, uno dei ruoli centrali in quella che Icke definisce la cospirazione dell'11 settembre (9/11 conspiracy). Le teorie di Icke sono state attaccate come antisemite in quanto i suoi argomenti sulla presa del potere rettiliana e i riferimenti a noti banchieri ebrei richiamerebbero le teorie sulle cospirazioni giudaiche. Icke ha fermamente negato che i suoi rettili rappresentino gli ebrei. «Non sono un antisemita!», ha dichiarato al The Guardian, «Ho grande rispetto per il popolo ebraico». Egli ha affermato che i rettiliani non sarebbero umani, e quindi nemmeno ebrei, ma entità extradimensionali che prendono il controllo delle menti umane. La sua teoria prevede che la razza bianca sia la più suscettibile all'influenza rettiliana e in particolare le persone bianche con gli occhi azzurri. Ciò nonostante, le affermazioni di Icke a proposito di una organizzazione di banchieri ebrei che avrebbe pianificato l'Olocausto e finanziato l'ascesa di Hitler sono viste come antisemite, non solo dai gruppi ebraici, e gli hanno fatto guadagnare anche il sostegno di alcuni gruppi affini al neonazismo, in particolare quello di Combat 18, un movimento skinhead di portata mondiale. Icke ha citato numerose pubblicazioni neonaziste e di estrema destra nelle sue pubblicazioni. Simon Jones scrive: «È facile marchiare David Icke come un uomo confuso ed ignorante, manipolato da estremisti per presentare la loro filosofia in una forma socialmente accettabile. Ma Icke capisce chiaramente le implicazioni delle sue parole.» (Intervista a Icke di Simon Jones). Nel rispondere ad una domanda fattagli durante una delle sue conferenze, Icke disse a Jones: «Penso che la gente debba avere il diritto di credere, di leggere e di avere accesso a tutte le informazioni, per formarsi una propria opinione su cosa pensare. Se qualcosa non ha senso, e se qualcosa non accade, verrà mostrato come insensato sotto le luci dell'arena pubblica.» (D. Icke a Simon Jones) Nel 1999, i libri di Icke vennero rimossi dai negozi Indigo in tutta la provincia canadese dell'Ontario, e diverse date del suo tour di conferenze vennero annullate per le proteste del Consiglio Ebraico Canadese. La University of Toronto concesse di tenere la conferenza programmata, nonostante la presenza di 70 contestatori, tra cui i rappresentanti del Partito dei Verdi dell'Ontario, esternamente al Hart House Theatre. Un docente di legge della University of Toronto, il Professor Edward Morgan scrisse il 30 settembre 1999 al rettore dell'università Robert Pritchard: «Essendo stato coinvolto in un certo numero di importanti casi in Canada relativi alla letteratura dell'odio, è mia opinione che questo sia precisamente il tipo di materiale diffamatorio di cui la Corte Suprema si è occupata mettendola al bando nel Codice Criminale. Le pubblicazioni mostrano i classici tratti antisemiti, e sono piene di riferimenti a società segrete che portano avanti cospirazioni globali, condotte da uno stereotipo dell'ebreo manipolatore. Il materiale che ho visto non ha posto sul mercato canadese delle idee!» (Edward Morgan). Sumari Communications, che organizzò il tour, negò le accuse: «Io contesto l'assunto antisemita perché la comunità ebraica ha scelto di isolare frasi antisemite nei libri di David che sono a loro volta citazioni da autori ebrei, usate per provare le sue teorie. Nessuno obbliga quella gente a essere qui, ma è importante che lo possano fare. Si chiama libertà, e David non ha nemmeno menzionato gli ebrei nelle sue conferenze.» (Nota ufficiale di Sumari Communications) Il giornalista inglese Louis Theroux, recensendo il lavoro di Jon Ronson Them: Adventures with Extremists, ha chiesto cautela nelle accuse di antisemitismo ad Icke: «Non solo potrebbe essere ingiusto verso Icke, ma implicando che sia così pericoloso da meritarsi una censura, i censori danno una patina di serietà a idee che sono, diciamocelo, veramente, veramente idiote.» (Louis Theroux) APPROFONDIMENTO "Nel 1990 iniziai consapevolmente un incredibile viaggio alla scoperta di me stesso. Non avevo la minima idea riguardo a dove mi avrebbe condotto, ma decisi che lo avrei intrapreso comunque. Ne avevo abbastanza. Persone ridotte a macchine. Questo «mondo» non aveva mai avuto senso per me: le ingiustizie, la stupidità, il modo in cui il sistema trasforma le persone in poco più che macchine, le quali operano attraverso un ciclo continuo di esperienze e comportamenti ripetitivi che ossessivamente ci ostiniamo a chiamare «vita». Non siamo noi a vivere la vita - è la vita a viverci. Vi sono delle eccezioni, a cui appartengono molti che stanno leggendo questo scritto, ma la maggior parte della gente si fa dire cosa pensare, dove andare, cosa fare e come farlo. Non è così? Ebbene, da dove acquisite le «notizie» che vi portano a trarre conclusioni riguardo a voi stessi e al Pianeta? Chi decide a quale ora vi dovete alzare ogni mattina di ogni giorno lavorativo? Chi decide in quale posto dovete andare e qual è il vostro compito una volta arrivati a destinazione? Chi decide come dovete svolgerlo? Se assomigliate alla stragrande maggioranza delle persone che attualmente popolano questo mondo illusorio, non siete affatto voi a prendere quelle decisioni; esse vi vengono imposte dal «sistema», la ragnatela del dominio e del controllo che impone la propria volontà sulla vostra vita. Voi attingete le vostre «informazioni» dai mezzi convenzionali che vi vendono le loro falsità quotidiane, in base alle quali decidete cosa pensare e cosa credere. Siete costretti ad alzarvi ad una certa ora poiché dovete presentarvi a rapporto sul posto di lavoro e non potete essere in ritardo. Vi recate dove i vostri superiori vi dicono di recarvi e fate ciò che costoro vi dicono di fare. Se vi ribellate, vi licenziano, e se non venite pagati non potete permettervi una casa o cibo a sufficienza. E non si tratta solo di voi. Che dire della vostra famiglia e delle altre persone a vostro carico? Quali sarebbero le conseguenze per loro se non vi assoggettaste al sistema? Per far fronte a tutti questi bisogni e a queste responsabilità incombenti, dovete trascorrere ogni vostra giornata costantemente occupati a soddisfare altre persone. A loro volta, anche quelli che comandano seguono servilmente le imposizioni di chi controlla loro e similmente essi non osano ribellarsi. Anche i superiori hanno dei capi. Prendete ad esempio un agricoltore che deve rifornire un supermercato di derrate alimentari; egli impartisce ordini ai braccianti suoi subalterni, e se questi non fanno ciò che dice, si ritrovano a spasso. Ma, allo stesso modo, anche lui deve fare ciò che il supermercato gli richiede, oppure perderà il contratto rischiando di trovarsi tagliato fuori dagli affari. Al livello successivo, quelli che gestiscono il supermercato devono rispondere agli azionisti, i quali includono a loro volta persone al servizio dei «propri» supervisori, e questi al servizio di altrettanti dirigenti." Schiavi del Sistema "Ecco come gira la ruota della dipendenza e dell’imposizione di potere. Lo schiavo di qualcuno è il padrone di qualcun altro; la pecorella di qualcuno è il pastore di qualcun altro. È questa la maniera in cui il mondo è strutturato di proposito. Il sistema esige che ognuno controlli qualcun altro, e ciò viene attuato in un miliardo di modi differenti. Quelle che noi chiamiamo «società libere» non sono altro che Gulag con nomi diversi. Non è il sistema ad essere al nostro servizio – siamo noi al suo. Siamo schiavi, e ci illudiamo di essere liberi, perché non vogliamo affrontare la realtà della nostra condizione. Una sera ero ospite di un programma radiofonico americano, quando un ascoltatore chiamò e sostenne una tesi davvero azzeccata. Paragonò l’umanità ad un marito che sa che la moglie gli è infedele, ma che tenta disperatamente di convincersi che non è vero: quando lei torna a casa, l’affronta per indurla a dire dove è stata e con chi. L’uomo conosce la verità, ma confida disperatamente che le spiegazioni di sua moglie suonino abbastanza credibili da fargli continuare a illudersi che vada tutto bene. Piuttosto che accettare una verità spiacevole, egli preferirebbe ascoltare una bella menzogna. Allo stesso modo, la maggior parte delle persone non vuole misurarsi con i complotti e la corruzione dei governi, e neppure chiedersi perché le nazioni, anche la propria, vadano in guerra contro civili indifesi. Quando i governi pronunciano le loro falsità, quando si scusano per la loro assurda condotta, la maggior parte della gente è pronta ad accettare quanto dicono perché «vuole» credere che quelle menzogne siano la verità. L’alternativa consiste nell’affrontare il fatto che il governo non è un benevolo servitore del popolo, ma esattamente l’opposto. Affrontare la realtà è sapere che le forze che controllano gli Stati Uniti sono capaci di orchestrare gli orrori dell’11 settembre e accusare qualcun altro; oltre ad avere la sfacciataggine di partecipare ai riti funebri per le vittime, pur sapendo di aver concorso alla loro uccisione. Quante persone sarebbero sufficientemente forti da affrontare una cosa del genere e ciò che essa rappresenta per le loro esistenze? È questa una delle ragioni basilari per cui le menzogne ufficiali hanno la meglio, e divengono delle verità comunemente accettate. L’alternativa è talmente impensabile, talmente intollerabile, da non poter essere presa in considerazione; così la maggior parte della gente non lo fa. Di conseguenza, facciamo finta di niente. Lo stesso vale per la negazione collettiva che mettiamo in atto riguardo alle nostre esistenze: “Ho una casa grande e una grossa automobile; non è una vita favolosa?” Ebbene, la casa e l’auto saranno anche favolose, ma la «vita»? Quante persone stanno facendo ciò che vogliono veramente? Quante sono davvero felici, realizzate e in pace con se stesse? In verità, quasi nessuna. Non è forse proprio questa la condanna profonda e radicata inflittaci dall’alienazione mentale che chiamiamo «vita»? I più fanno quello che pensano di «dover» fare, e ciò significa servire il sistema secondo le condizioni dello stesso. Perché confondiamo la «vita» con il mondo, così come esso viene comunemente sperimentato? Cos’ha a che vedere la vita col far saltare in aria dei bambini sotto gli occhi dei genitori, e genitori sotto gli occhi dei propri figli, e chiamarla «liberazione»? Dove sta la vita nel doversi alzare ogni mattina alla stessa ora per starsene sempre in mezzo al solito traffico, o per fare la fila aspettando il solito treno, per recarsi a svolgere il solito lavoro che vi lascia annoiati, frustrati e insoddisfatti? Trovarsi al termine della giornata, di nuovo in mezzo allo stesso traffico e dopo aver fatto la stessa fila, prima che ve ne torniate a casa per guardare alla TV i soliti programmi serali, che vi trattano come foste dei ritardati mentali? E ancora, dove sta la vita nel mandare i nostri figli in scuole e università ideate per buttarli fuori come rotelle di un ingranaggio? Ma preferiamo convincere noi stessi di avere un buon lavoro, un’ottima carriera, una vita soddisfacente, e di dare ai nostri figli una valida istruzione, piuttosto che affrontare l’orrore degli orrori, e cioè che l’esistenza, in realtà, è uno schifo. O meglio, uno schifo se paragonata a cosa potrebbe essere e a cosa ci piacerebbe che fosse. In verità, non si tratta per nulla di «vita». È un velo di lacrime nascoste da un’abbondante passata di auto-illusioni. Noi giudichiamo la nostra «felicità» dal nostro grado di infelicità, e le nostre realizzazioni tramite i simboli e i fronzoli che il sistema ha decretato come elementi essenziali del successo. Il giorno in cui stavo scrivendo questo, lessi i risultati di uno studio sulla salute mentale ed emozionale dei «teenagers» in Gran Bretagna, sebbene la stessa cosa possa applicarsi a tutto il mondo industrializzato e computerizzato, e non solo. Lo studio: “Dinamiche del tempo nella salute mentale degli adolescenti”, pubblicato nel Journal of Child Psychology and Psychiatry, rivelava che il numero dei quindicenni sofferenti di ansia e depressione era aumentato del 70%, in meno di vent’anni. Lo studio concludeva che una delle cause chiave di questo drammatico incremento del trauma emozionale negli adolescenti, era la spinta incalzante ad «avere successo». Per essere più precisi, si sarebbe dovuto aggiungere avere successo «secondo le condizioni del sistema». Lo studio affermava: “la costrizione ad avere successo negli studi e la prospettiva dell’indebitamento stanno contribuendo a diffondere l’infelicità”. In Gran Bretagna, grazie al governo attuale, quando escono dall’università, gli studenti affrontano una montagna di debiti a causa dei prestiti che hanno dovuto chiedere per pagare la propria istruzione (o quanto passa per tale). Debito, significa controllo da parte del sistema, ed è questa la vera ragione dei prestiti agli studenti. Lo studio metteva inoltre in evidenza lo squilibrio tra il tempo trascorso a scuola e quello dedicato allo svago, una cosa cui anch’io ho dato rilievo per anni. La cosiddetta “istruzione” esiste allo scopo di programmare, indottrinare e inculcare un convincimento collettivo, in una realtà che ben si addica alla struttura di potere. Essa non apre la mente, la soffoca. Così si espresse Albert Einstein: “L’unica cosa che interferisce con il mio apprendimento è la mia istruzione; è quel che rimane dopo che si è dimenticato tutto quanto si è imparato a scuola”. Perché i genitori sono orgogliosi nel vedere che i loro figli conseguono degli attestati di «profitto», per aver detto al sistema esattamente quanto esso richiede di sentirsi dire? Triste a dirsi, molto spesso si crede che l’intelligenza e il passare degli esami siano la stessa cosa. Non sto dicendo che le persone non debbano perseguire la conoscenza ma, se qui stiamo parlando di libertà, dovremmo poterlo fare alle «nostre» condizioni, non a quelle del sistema stesso. C’è anche da riflettere sul fatto che i politici, i funzionari del governo, e ancora, giornalisti, scienziati, dottori, avvocati, giudici, capitani d’industria e altri che amministrano o servono l’apparato, invariabilmente sono quelli che sono passati attraverso la stessa «macchina» creatrice di menti (per l’indottrinamento), l’università. In questo modo la maggior parte della gente si illude di essere libera, senza mai sperimentare per davvero questa teoria. Le persone sono paragonabili a mosche prese in una ragnatela e, a patto che non tentino di muoversi, riescono a convincersi che se volessero, potrebbero farlo. Il fatto è che, in quel momento, non vogliono farlo. Se tentassero, dovrebbero affrontare la realtà, e cioè quella di trovarsi tenacemente incollati al sistema di controllo di qualcun altro, il quale sta per vedersi servito il pasto che consiste proprio in «loro stessi». Le persone quindi seguitano a fare quello che la dittatura dei governi dice loro di fare, senza dubbi o contestazioni, perpetuando l’Illusione di essere libere di scegliere, pur non avendolo mai fatto. “Avere le ali appiccicate a questa ragnatela mi sta bene, perché sto scegliendo di non volare”. Mentre lo stato globale “orwelliano” emerge rapidamente dall’oscurità, l’auto-inganno concernente un «mondo libero» sta diventando sempre più difficile da sostenere. Ma invece di guardare bene in faccia la propria condizione, i più non cercano di far altro che volgere ostinatamente lo sguardo nella direzione opposta. La maggior parte della gente fa in fretta a lamentarsi di quanto succede nella propria esistenza e più ampiamente nel mondo, tuttavia, quando si tratta di fare qualcosa al proposito, pare come impietrita. Assai meglio, sembra, evitare le personali responsabilità incolpando qualcun altro. Il mondo è quello che è, perché abbiamo permesso a pochi di renderlo tale, e semplicemente puntare il dito contro quei pochi non è sufficiente. Siamo tutti coinvolti. Voltaire colse magistralmente questo punto quando disse: “Non uno dei fiocchi di neve che formano una valanga si è mai sentito responsabile”." Tratto dal 1° capitolo del libro di David Icke “L’Amore Infinito è l’Unica Verità, Tutto il Resto è Illusione” Fonte: Autori Vari

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