Negli ultimi dieci anni la Turchia ha cambiato pelle. Dopo aver trovato chiusa la porta dell’Unione Europea, il Paese ha saputo cercare dentro di sé la forza per costruirsi un futuro di benessere economico, diventando uno dei protagonisti dello scacchiere internazionale. I governi di Erdogan – che ha stravinto le elezioni del giugno scorso – hanno prodotto una significativa evoluzione democratica in armonia con un ritorno all’islamismo, anche se molte cose restano da fare. Ridimensionato il potere dei militari, la “nuova” Turchia si è lanciata alla conquista del Mediterraneo diventando un modello delle elites politiche uscite dalle recenti rivoluzioni arabe. La politica estera turca è impegnata su tutti i fronti: dai Balcani, all’Egitto, alla Siria, all’Iraq, senza soggezioni nemmeno nei confronti di Israele, con l’intenzione di farsi capofila dei Paesi turcofoni dell’Asia centrale. Resta però aperta la questione cipriota.
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