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Dossier: Lavoro, il ‘Welfare’ negli altri paesi Europei

Creato il 19 gennaio 2012 da Candidonews @Candidonews

Dossier: Lavoro, il ‘Welfare’ negli altri paesi Europei

In Italia è oramai arrivato il momento di mettere mano al mercato del Lavoro ed al sistema di ammortizzatori sociali ad esso collegato. Si susseguono proposte diverse, il Governo sembra orientato verso il Contratto Unico, il cui principale risvolto sarà quello di ‘precarizzare’ tutti i lavoratori.

Quando arriva il momento di preparare una Riforma cosi importante, non sarebbe il caso di guardare cosa fanno ‘gli altri’? Diamo allora uno sguardo ai Sistemi Sociali dei principali paesi Europei:

Danimarca: la flexsecurity

Gli imprenditori hanno la massima libertà di licenziare potendo dare in tal senso un preavviso di soli cinque giorni. Il lavoratore licenziato, dal primo giorno di disoccupazione percepisce un assegno da parte dello Stato pari all’80-90% del suo stipendio per quattro anni.
Come ha sottolineato Urban Ahlin, un esponente dei socialdemocratici danesi, il modello sociale adottato dal governo mira a salvare le persone piuttosto che i posti di lavoro, investendo, anziché sulle aziende che rischiano di finire fuori dal mercato, “sulla formazione dei lavoratori per orientarli verso nuovi settori”.
Anche l’ammirato stato sociale danese presenta però delle imperfezioni. Dopo un anno di disoccupazione rifiutare una proposta di lavoro comporta la sospensione del sussidio.

Germania: assegno di disoccupazione e bonus per affitti e riscaldamenti

Una volta perso il posto di lavoro lo stato tedesco versa al disoccupato per 18 mesi, o per due anni a chi ne ha già compiuti 58, circa il 70 per cento dell’ultimo stipendio. Attualmente circa 3,5 milioni di disoccupati usufruiscono di questi sussidi. Superato il primo anno e mezzo, scatta per circa 6,7 milioni di persone in Germania (2 milioni delle quali bambini e ragazzi sino a 18 anni) il cosiddetto regime ‚Hartz IV’: sinora assicurava, oltre alla copertura dei costi dell’affitto e del riscaldamento, una base fissa di 359 euro a persona.  Più un assegno familiare di 215 euro per ogni figlio sino ai 6 anni; ovvero, 251 euro per un bambino dai 6 ai 14 anni; o un massimo di 287 euro dai 14 ai 18 anni.

Francia: reddito minimo garantito

La Francia gode di «buona fama» grazie al suo articolato sistema di welfare. La prima cosa che stupisce noi italiani è il salario minimo garantito: si chiama Rsa, revenu de solidarité active (www.rsa.gouv.fr), e agevola la vita degli over 25 senza reddito o con uno stipendio basso. Un single senza figli né entrate può percepire 466 euro al mese e chi guadagna 500 euro può averne 215 di aiuti.Per chi ha lavorato almeno 122 giorni negli ultimi 18 mesi, e non ha lasciato volontariamente l’impiego, c’è il sussidio di disoccupazione: dal 70% al 50% degli ultimi stipendi, dura fino a 2 anni decrescendo col passare dei mesi, per stimolare il beneficiario a cercare un nuovo lavoro.

Gran Bretagna: assegno di disoccupazione e contributo per l’alloggio

Anche l’Inghilterra ha un articolato sistema di aiuti economici. Chi lavora meno di 16 ore a settimana, o non ha un lavoro ma dimostra di cercarlo attivamente, percepisce fino a un massimo di 67,5 pound a settimana e, se necessario, un contributo per l’alloggio (info su www.direct.gov.uk). Come in Francia, gli uffici di collocamento (jobcentre) orientano chi cerca un impiego e verificano il diritto ai sussidi, il cui importo decresce man mano che si inizia a camminare con le proprie gambe.

Ci si affaccia al lavoro in tre modi: «tramite work experience, internship o graduate scheme». La prima  è un’esperienza di una o due settimane all’interno di un’azienda, in genere non retribuita. Gli inglesi la fanno alle superiori, ma può essere utile anche ai laureati senza esperienza. L’internship è lo stage, «di solito retribuito intorno a 600 pound netti al mese» (circa 700 euro, ma ci sono anche molti stage non retribuiti, ndr). La graduate scheme invece è adottata soprattutto da società molto grandi, che cercano laureati da formare sul campo e inserire in varie mansioni.

Spagna: assegno di disoccupazione ma abuso di stage non retribuiti

Il Governo garantisce la disoccupazione: «Dopo un anno di contributi versati e in caso di perdita del lavoro. La somma che si riceve è per i primi 6 mesi equivalente al 70% della media dell’ultimo stipendio. Passati i primi 6 mesi la percentuale scende al 60%». Le donne in Spagna hanno diritto a 16 settimane di assenza dal lavoro per maternità. (In Italia sono 6 mesi, se non erro).

Quanto ai giovanissimi, c’è un abuso di stage (practicas) che durano tra 3 mesi ed un anno e non possono prevedere più di 40 ore di lavoro settimanali; spesso non sono retribuiti. «Vengono fatti per lo più contratti a tempo determinato e di formazione, anche se non mancano casi di inserimento a tempo indeterminato. Il determinato deve durare al massimo 6 mesi, rinnovabile per massimo 12 mesi consecutivi

Norvegia: sussidio di 1150 euro mensili, Università ad 80 euro annui per tutti

Lo stipendio per un giovane che entra nel mercato del lavoro è l’equivalente di 45mila euro lordi (36% di tasse) e i contratti sono quasi  tutti a tempo indeterminato.
In Norvegia gli stage esistono, sono normalmente curriculari e vengono retribuiti 170 corone lorde all’ora (22 euro).Trattandosi di uno stato assistenziale ognuno è legato a un codice fiscale e a fine anno è lo stesso Stato a preparare le dichiarazioni dei redditi dei cittadini.
Anche la Nav (www.nav.no), struttura sociale, opera in tal senso: «Sono organizzatissimi: ti iscrivi e loro ti aiutano a inserirti nel mondo del lavoro, a scrivere il cv e, se non trovi impiego, ti danno un sussidio di circa 1.150 euro al mese. Il il sistema sociale non fa beneficienza: se hai la possibilità di inserirti nel mondo del lavoro non ti dà il sussidio». Nei confronti delle madri, in particolare delle ragazze madri, si ha un occhio di riguardo: «Danno sussidi di disoccupazione, pagano gli studi, l’affitto: fanno in modo che la scelta di tenere il bambino non sia dettata da motivi economici».
E non dimentichiamoci che l’università costa 80 euro all’anno e che lo stato garantisce agli studenti prestiti a tassi inesistenti. (Prezzi alti però: «per un monolocale di 30 metri a Oslo ci vogliono circa 1.500 euro al mese e 8mila euro a metro quadro per comprare casa»)

Come avrete potuto leggere, TUTTI i sistemi di welfare dei principali paesi europei, compreso quello spagnolo, risultano migliori del nostro. I sussidi di disoccupazione esistono per tutti e non solo per i dipendenti delle grandi aziende, come accade da noi con la cassa integrazione, negata ai lavoratori delle piccole imprese ed agli autonomi.

Ogni paese ha le proprie peculiarità, è vero. Credo però che si potrebbe davvero cambiare il nostro Welfare, anche abolendo l’articolo 18, anche modificando lo Statuto dei lavoratori, anche arrivando ad una/due tipologie di contratto, senza ideologie o dogmi.

La priorità ultima, il fine principale sarebbe però quello di salvare le persone piuttosto che i posti di lavoro, salvarne la dignità, dando ad ogni disoccupato un reddito minimo, ad ogni lavoratore licenziato un sussidio, utilizzando i centri per impiego al fine di reintrodurre i lavoratori nel sistema produttivo.

La crescita, caro Presidente Monti, non passa solo attraverso la decurtazione dei diritti dei lavoratori, vuoi con l’abolizione del ’18, vuoi con il Contratto Unico a due fasi. La crescita passa anche attraverso gli investimenti SUI lavoratori.

Non si cresce dando facilità di licenziamento alle imprese, si cresce rendendo piu facile trovare lavoro alle persone!

Fonte principale: http://www.walkonjob.it/articoli/902-articoli/790-welfare-salari-minimi-garantiti-e-sussidi-alle-ragazze-madri-sono-alcune-misure-adottate-in-europa


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