L’ultimo dossier di Openpolis, la piattaforma per la diffusione e la trasparenza dei dati, approfondisce alcuni punti focali riguardanti il mercato del lavoro dal 2007 al 2014: occupazione, sicurezza sul lavoro, situazione dei giovani e delle donne, fornendo una comparazione tra i paesi dell’Unione europea e, nel contesto italiano, tra le varie regioni
Lo studio intende analizzare gli effetti causati negli ultimi otto anni dall’aumentare delle difficoltà dovute alla recessione, che “ha rappresentato una tale aggressione al tessuto sociale europeo da mettere in discussione le politiche e le stesse istituzioni dell’Unione”. L’esame dei principali indicatori macro-economici mostra che non tutti i Paesi hanno subìto tali cambiamenti in maniera uniforme: per esempio la Svezia ha mantenuto i valori occupazionali quasi invarianti, e in Germania la disoccupazione è diminuita del 41,18 per cento.
La situazione ha però aumentato il dislivello tra i Paesi mostrando ancora di più la divisione in una Europa a due velocità, e ciò è evidente in particolare dai dati sulla disoccupazione, la cui differenza fra il valore minimo e il valore massimo nel contesto europeo è salita dal 7,4 del 2007 al 21,5 del 2013. La disoccupazione giovanile ha raggiunto nel 2013 il 58,3 per cento in Grecia, che ha registrato il valore più alto, mentre in Germania si è fermata al 7,8 per cento.
Dall’analisi risulta che l’Italia è tra i Paesi che hanno maggiormente risentito della recessione: la disoccupazione è raddoppiata dal 2007 al 2014 e abbiamo la percentuale più alta, il 22,2 per cento, di giovani che non lavorano e non studiano. La situazione non migliora riguardo al divario salariale tra uomo e donna, aumentato del 43 per cento, e per le morti bianche, in progressiva diminuzione fino al 2012, ma che negli ultimi tempi hanno registrato un’impennata: nel 2014 ce ne sono state 744, il numero più alto dal 2008.
A parte poche eccezioni, come la provincia autonoma di Bolzano e in misura minore quella di Trento, dal dossier risulta che le regioni italiane hanno subìto un peggioramento generale, con un picco al Sud riguardante le variazioni assolute e al Nord-est quelle percentuali (in Emilia Romagna la disoccupazione è aumentata del 286 per cento, in Veneto del 131 per cento); l’unica regione ad avere mantenuto invariato il tasso di occupazione è il Trentino-Alto Adige.
MC