“Dottore, mi fa male il fianco!”

Da Postscriptum

“Il troppo riso”, potrebbe accusare nelle sue ipotesi il neolaureato Memmo Pacetto. E sarebbe risposta pericolosa, per lui intendo. Il rischio sarebbe proprio quello di scatenare l’ira di Asclepio, intercedente con le sue ragioni presso le capacità di Zeus Tonante il Fulminatore. Del resto, se da oggi il nostro collaboratore socio fondatore di P.S. è sì da appellare “dottore”, certificata è comunque la sua incapacità a curar altro che non siano i mali di una ingiusta applicazione della Legge. Ma procediamo in un breve sunto della gloriosa giornata di ieri: Paladino dei cavilli giuridici, gladiatore nell’arena ove già posti s’erano i leoni (hic sunt leones) della atroce Commissione in seduta di Laurea, non ha mai temuto Memmo il Potente, mai pavido dinanzi il feroce Fato. Con la grazia degli Eoni egli anzi l’ha sfidato, mentre le Parche tessevano e le porche ancheggiavano. La tenzone iniziava dal momento in cui Egli, il Glorioso, presentava sprezzante una tesi sul carattere sacro di Roma. Tema ameno, piacevole lettura nei nostri giorni di Messidoro. Ecce Homo, esclamava ad accompagnar il gesto, e attendeva la crocifissione. Il verdetto invece decretava una lenta punizione in umida sudorazione. Più degli altri trattenuto nell’agone, talvolta pose mano all’elsa della sua Durlindana, novello Pupo di Trinacria. Ma poi tornò sempre a più miti consigli. Frattanto la promessa mogliera scrutava il nemico arduo e si teneva pronta a  scagliarvi contro un marchingegno-registra-immagini-in-movimento che in mano teneva. Un regalo di laurea era! Forse troppo incauto nel suo esser stato offerto anticipatamente gli eventi della contesa. Così in apprensione stavamo gli offerenti, sofferenti per le sorti del marchingegno coreano. I parenti trepidavano per altri motivi e ancora sistemavano i Lari attorno l’aula, allo scopo di ingraziarseli in favore dell’Eletto. Gli altri amici avean ben altri timori, paventati da ricordi di profetiche quartine e di dicerie sudamericane: che quei fotografi in realtà fossero Maya mistificati? Lungamente ancora il nostro prode eroe venne trattenuto dal consesso terrificante, ma alla fine tutto si risolveva grazie al Valore e la Virtù, ù, ù… Ù. Non restava che azzoppare un cavallo ed infilarlo in un panino, presso la piacevole, dolce, via Plebiscito, con acquisto di cartoline per rimembrare l’epica giornata (“Saluti da via Plebiscito”). Bravu, Bravu dutturi! Ma se mi fa mali u ciancu, cchi ppo siri?

I Complimenti e gli Auguri via simmissì:

“Mi aggiungo alla felicità dello Staff di Post Scriptum nel porgere i più sentiti auguri al socio Guglielmo per la sua Laurea.” Mick Paolino (Co-Fondatore e Leader Supremo di Post Scriptum).

“Le mie preghiere a Santa Laur(e)a sono servite a qualcosa. Ora le indirizzerò per il venticinquesimo di un altro collaboratore.” Salvo Dentice (collaboratore misterioso).

“Auguri da tutto il movimento dei Porconi!” Il M.d.P. (Movimento dei Porconi).

“Caro Memmo ti scrivo per dirti che: è finita la pacchia! Studiare è dura? Lavorare è peggio! Ahahahahahah, scherzo. Ti faccio i più sinceri complimenti per questo importante avvenimento e ti faccio mille auguri per il futuro che sono sicuro sarà ottimo! Mi spiace di non aver partecipato ieri, ma c’ero con la mente! Forza e onore per tutto!” Bandit600S (collaboratore centauro).

“Addivertiti!!!” Gaetano Celestre (collaboratore domestico in attesa del venticinquesimo).

“Auguri Guglielmo per il tuo importante, quanto difficile, obiettivo raggiunto in maniera brillante. In bocca al lupo per il futuro!” Giuseppe Causarano (Collaboratore stacanovista).

“Caro Guglielmo, complimenti ancora una volta! Hai stato bravissimo!!! Però il cavallino di via Plebiscito lo si poteva lasciar galoppare ancora tranquillamente. In questo siete stati tutti brutti e cattivi!” Ire (Corrispondente dalla sede estera francese).


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