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Dove eravamo rimasti?

Da Leragazze

Eccoci di nuovo qui. Come si era minacciato. Puntuali. O meglio, noi siamo tornate, speriamo lo siate anche voi.

Allora? Siete riusciti a fare un po’ di vacanze, o almeno a staccare per qualche giorno dalla routine? Vi siete comunque ritemprati per poter affrontare quello che ci attende nella ripresa tra gli sgoccioli d’estate e gli albori d’autunno? Ce lo auguriamo vivamente.

Come si potrebbe riassumere il lungo mese in cui il blog, quindi noi e voi, è rimasto in silenzio?

Non vorremmo parlare dell’altalena, ormai incomprensibile a noi persone qualunque, dello spread, la cui esistenza abbiamo tranquillamente ignorato per anni senza subire terribili contraccolpi.

Dove eravamo rimasti?

Né vorremmo citare le inquietanti minacce di ritorno del Cavaliere Oscuro, al cui solo pensiero ci viene una pelle d’oca alta così.

Dove eravamo rimasti?

Tralasceremmo volentieri anche di riferirci a un parlamento, che mordeva il freno per mollare tutto e andare a godere vacanze pagate da chissà chi, incapace di darci una legge elettorale almeno dignitosa.

Dove eravamo rimasti?

Vorremmo anche metter da parte la questione, che avremo modo di affrontare più avanti, dell’Ilva di Taranto che in questi anni ha seminato tumori, eventi coronarici, malattie respiratorie, infertilità, aborti, malformazioni, disturbi del sistema nervoso centrale e danni metabolici.

Dove eravamo rimasti?

Non vogliamo neppure soffermarci sui vari conflitti in atto ovunque, né sui 3155, per ora, militari rimasti uccisi in Afghanistan, di cui 47 italiani, dall’inizio delle operazioni di esportazione della democrazia.

Dove eravamo rimasti?

Sorvoleremmo, ma solo per il momento, sulle dichiarazioni del senatore USA Todd Akin, vicino a Romney, secondo le quali dopo uno stupro non si rimane incinta poiché “il corpo femminile può fare in modo di evitare la gravidanza”. E nel caso “remoto” in cui si verificasse non si dovrebbe MAI intervenire con l’aborto.

Dove eravamo rimasti?

Oggi invece ci piace riprendere le nostre chiacchiere scegliendo come simbolo Josefa Idem, la canoista che ha appena partecipato a Londra alla sua ottava olimpiade, mancando il podio per appena cinque centesimi. È una donna di 48 anni, madre di due ragazzi, che invece di riposare sugli allori, nella fattispecie una medaglia d’oro, due d’argento e due di bronzo conquistate in precedenti gare olimpiche, ha continuato a mettersi in gioco. Ha dimostrato così di essere portatrice dei valori dello sport e quindi di essere d’esempio per tanti giovani. Ma non solo. Ha affermato: “Spero di essere stata fonte di ispirazione per la mia generazione: non è mai troppo tardi per sognare, non è mai troppo tardi per mettersi in moto”. Lei ci insegna che per inseguire il sogno è necessario metterci passione, impegno, tenacia, grinta, forza di volontà, determinazione, oltre alla capacità di sottomettersi a un duro lavoro di preparazione.

Eccola.

Dove eravamo rimasti?

Un ringraziamento a Livia per la foto del cartellone modificato del Cavaliere Oscuro, scattata a Roma.



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