La possibilità di creare reti di comunicazione che coinvolgono le persone da un lato all’altro del mondo o molte persone di una stessa area geografica, ha dato origine ad un fenomeno che Pierre Levy ha definito intelligenza collettiva. Essa si riferisce alla capacità delle comunità virtuali di formare la conoscenza e competenza dei propri membri, attraverso la collaborazione ed il dialogo su larga scala. Levy la considera una nuova forma di potere. E l’abbiamo vista e la vediamo in azione.
Anche in Italia. Con Beppe Grillo.
Se la politica classica si fondava (e per molti è ancora così) su un tipo di scambio culturale più simile all’indottrinamento, la rete come sfruttata da Grillo, è molto più vicino ad essere una forma d’intelligenza collettiva come definita da Levy. Alla quale Grillo dà informazione e si rivolge per ricevere informazione.
E mentre la classe politica gira e rigira vecchi schemi e vecchie idee all’interno di sé stessa, il mondo, qua fuori, è corso in avanti, è cambiato, comunica in modo velocissimo. I leader politici sembrano in affanno, nel cercare di star dietro a quei cittadini che fino a poco tempo “controllavano” sul piano della comunicazione. Siamo diventati per loro scivolosi e imprendibili.
E il mondo sta accelerando ancora.
Dalla rivoluzione industriale ad oggi vi è stato un incremento di creatività in tutti i campi. La creatività è sempre aumentata all’aumentare della circolazione delle informazioni, delle idee, delle conoscenze. In una specie di brainstorming, ogni nuova invenzione o nuova idea è sempre uno stimolo ed un input per nuove idee. I partecipanti al brainstorming sulle idee, sulla vita, sulle linee della narrazione globale sono sempre stati una cerchia relativamente ristretta.
Oggi grazie a Steve Jobs, Mark Zuckerberg, Jack Dorsey e gli altri è diventato di dimensioni globali.
Il mondo è sempre più un enorme cervello, in cui nuove idee portano altre nuove idee e così via e queste idee le possono conoscere potenzialmente tutti. Possiamo partecipare tutti.
Chi si sta accorgendo anche in campo politico di questo si trova sul piano creativo un passo avanti. Gli altri due passi indietro.