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Dove lo compro? Il retail diventa mobile!

Creato il 14 aprile 2014 da Arscreativo

Dove lo compro? Il retail diventa mobile!
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Qualche giorno fa, Amazon ha presentato un nuovo prodotto: Amazon Dash, una sorta di telecomando con un lettore di codice a barre che si collega alla rete Wi-fi di casa. Ogni volta che si legge un codice a barre o si pronuncia il nome di un prodotto, questo verrà salvato in una lista nel proprio account Amazon Dash, dal quale potrà essere poi ordinato e acquistato.

Questo aggeggio è solo l’ultimo dei tanti strumenti inventati per consentire una shopping experience gestita completamente dal consumatore e di conseguenza staccata dal punto vendita fisico. Oggigiorno stiamo vivento una trasformazione del settore del retail tradizionale.

Il retail è mobile 

La prima cosa che si è notata è il ruolo che i device mobili si sono ritagliati nella fase di acquisto. Essi sono sempre più presenti e lo fanno in due modi.

Da una parte, alcune ricerche mostrano come una buona percentuale degli acquisti fatti online venga da piattaforme mobile. Ciò significa che sempre più gente tende a fare acquisti online dal proprio smartphone o tablet. Questa situazione potrebbe derivare dal nostro stile di vita, che ci vede molto spesso in movimento da un posto all’altro con il nostro device in mano. Vediamo qualcosa che ci piace, ma non abbiamo tempo di fermarci ad acquistarlo subito, perciò lo ordiniamo online. Inoltre, la maggior parte delle piattaforme di shopping online ha sviluppato delle applicazioni che rendono l’atto di acquisto facile e veloce.

Dall’altra, gli smartphones giocano un ruolo fondamentale nella ricerca di informazioni su un prodotto. Quante volte ci è capitato di vedere qualcosa in un negozio, cercare su internet delle informazioni e magari finire con il comprarlo online? Questo tipo di comportamento è chiamato “showrooming”, ovvero la tendenza di andare a vedere e provare un prodotto in un negozio, per poi acquistarlo online, il più delle volte a un prezzo inferiore.

Il retail è social 

Un’altra cosa notata è come le persone, in particolare i giovani, condividano nei social network le loro shopping experience. Postano immagini, post e status su quello che hanno appena preso o su quello che vorrebbero acquistare. I venditori, quindi, non posson permettersi di ignorare il buzz che c’è online attorno alle tendenze di acquisto. Molti e-commerce, addirittura, danno la possibilità di condividere l’acquisto dopo che la procedura è conclusa.

Qual è il futuro del retail tradizionale? 

Gli e-commerce e lo showrooming stanno guadagnando sempre più importanza, i negozi tradizionali, quindi, dovrebbero iniziare a preoccuparsi per il loro futuro. Si possono suggerire due trand principali che uno store può seguuire per mantenere il suo potere di mercato.

Nuova shopping experience (esperienze ricche di contenuti) 

Dal momento che i consumatori sono abituati ai contenuti multimediali che trovano online, i venditori dovrebbero riuscire a trovare un modo per replicare l’esperienza multimediale offline, stimolare tutti i cinque sensi e informare il consumatore, in modo da riuscire a trattenerlo nel punto vendita per un tempo maggiore. Oggigiorno un cliente ha bisogno di essere stupito e intrattenuto da una super shopping experience, così da essere indotto a scegliere il punto vendita fisico invece di quello online. Inoltre, il punto vendita dovrebbe offrire un’esperienza “digital”, come ad esempio dei nuovi servizi di pagamento (Square è l’esempio più celeberrimo, ci sono comunque molti altri servizi di pagamento digitale, alcuni dei quali attivabili tramite smartphone) o delle applicazioni specifiche che aiutino i consumatori a trovare quello di cui hanno bisogno e a sviluppare una forte fedeltà al punto vendita (VMBeacon è un’app che identifica i capi indossati da un manichino e li geolocalizza nel negozio).

Big data e dynamic pricing 

Anche nel retail, i dati giocano una parte fondamentale. È per questo motivo che i venditori dovrebbero imparare a usare i big data per capire quello che desiderano i consumatori, per darglielo poi in un modo personalizzato. Un nuovo trend, reso possibile dai big data, è il dynamic pricing, ovvero la possibilità di variare il prezzo di un prodotto, a seconda dell’andamento del mercato.

Il mondo del retail è molto complesso e vede in gioco diverse variabili. È difficile fare delle previsioni di lungo periodo certe, però si può affermare che il retail tradizionale deve trovare un modo per sopravvivere ai nuovi strumenti come Amazon Dash. La grande domanda è: possono il retail online e offline convivere? Io penso di sì. La vera domanda è: come?

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