Dove non arriva più Cristo potremmo chiedere ad Allah!

Creato il 08 ottobre 2012 da Postscriptum

Leggevo ieri su un quotidiano che c’è stata la visita a Palermo dello Sceicco del Barhein in qualità di Presidente della Camera di Commercio Italo-Araba. La visita riguarda l’ipotesi di investimenti su alcune aree della città per un valore di alcuni miliardi di euro e tra le varie cose che verrebbero realizzate ci sarebbe anche una Moschea. Mi è tornato subito in mente un mio vecchio pallino, le moschee.

Procediamo con calma e, come sempre, devo fare delle premesse.

In Italia abbiamo una tradizione artistica e architettonica straordinaria che si è potuta evolvere e sviluppare attraverso il mecenatismo delle differenti numerose case nobiliari italiane ma anche per il grandissimo potere della Chiesa Cattolica. Tutti i comuni e le frazioni, anche le più piccole ed insignificanti, hanno almeno una chiesa, oltre alla presenza capillare sul territorio di Monasteri e altri edifici delle Curie. Ed è un patrimonio artistico notevole sotto tutti i punti di vista.

A partire dall’unità d’Italia in poi questa spinta architettonica e artistica si è molto affievolita, lo Stato si è in gran parte fatto carico delle principali opere architettoniche ed è andato anche lentamente riducendosi l’apporto dei privati. Contemporaneamente le nuove correnti dell’architettura e la loro interpretazione scadente da parte di una pletora di geometri e ingegneri dozzinali ha pesantemente danneggiato il paesaggio urbano arricchendo il paese di opere dallo scarso valore.

Ora, a mio avviso siamo di fronte alla possibilità di ripartire con un piano organico qualitativamente superiore. Ancorchè alcune pessime abitudini architettoniche stiano perdurando, ci sono gia delle avvisglie di rinascita, anche se lenta e non organica, e si stanno facendo alcuni passi avanti (vari piani di riqualificazione di aree dismesse nelle città più grandi e nuovi piani regolatori moderni in molte altre città e cittadine). Ora, il mio vecchio pallino di cui sopra si innesta in questa voglia di rinascita architettonica che potremmo definire “qualitativa”.

Preso atto che una grossa fetta dell’immigrazione verso il nostro paese  proviene da paesi a maggioranza islamica e preso atto che essi hanno una diffusione abbastanza omogenea su tutto il territorio nazionale, sarebbe secondo me utile lanciare un grande piano di realizzazione di Moschee.

La maggior parte delle comunità islamiche dispone dei fondi necessari, o comunque di finanziatori disposti a investire, finora però ci siamo opposti in vari modi e con vari freni burocratici per pruriti politici pseudosociali che non voglio trattare oggi.  Queste comunità dispongono già di luoghi di culto sparsi dissimulati in appartamenti, garage e capannoni, e impedirgli la costruzione di strutture ad hoc non risolve minimamente i problemi relativi alla loro integrazione. Sarebbe quindi auspicabile autorizzare e regolare la costruzione di strutture idonee cercando di incanalare il tutto nella rinascita architettonica qualitativa di cui parlavo prima.

Si potrebbe sfruttare nuovamente una spinta sociale, anche se non autoctona, per far sviluppare con fondi privati alcune aree delle nostre splendide città come avvenuto con il cattolicesimo per secoli.


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