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Dove siamo rimasti con la fecondazione eterologa?

Creato il 02 dicembre 2014 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Dalla data del 9 aprile 2014, data in cui la Corte Costituzionale dichiarava incoercibile ed intimo il diritto ad avere figli, è possibile sottoporsi alla fecondazione eterologa in Italia. Ma qual è l’iter da seguire? Qual è la situazione attuale in merito?

Conservazione cordone ombelicale - Guida
Di: Redazione

Sottoporsi alla fecondazione eterologa in Italia è possibile: è quanto è stato decretato dalla sentenza con cui, il 9 aprile 2014, i giudici della Corte Costituzionale rigettavano la legge 2004 che vietava alle coppie di sottoporsi alla fecondazione di tipo eterologo in Italia, “costringendo” tutti coloro che volessero sottoporsi a queste procedure, a recarsi in un altro paese alimentando il caso del turismo riproduttivo.

Fino a quella data, infatti, non vi era alcuna possibilità per le coppie italiane di sottoporsi alla fecondazione eterologa assistita in un centro italiano: queste coppie potevano solo optare per la fecondazione omologa, oppure tentare di coronare il loro sogno di avere un figlio recandosi all’estero, in una delle nazioni in cui la fecondazione eterologa era accettata.

Ad oggi, le cose sono (almeno apparentemente) cambiate: la sentenza è molto chiara, ed ammette che il diritto di una coppia ad avere figli è intimo ed incoercibile, motivo per cui non si può più vietare alle coppie in difficoltà di avere dei figli sottoponendosi all’eterologa.

Non vi è, tuttavia, una legge che guida a livello normativo questa procedura, e per questo motivo, per evitare di tardare ulteriormente, le Regioni si sono organizzate stilando un documento comune contenente le linee guida per le procedure. Attualmente, però, non tutte le Regioni hanno adottato queste linee guida (si parla solo di poche Regioni, tra cui Toscana, Liguria ed Emilia Romagna), ma le coppie che hanno la necessità o che vogliono ricorrere a questo tipo di fecondazione possono rivolgersi ad una Regione diversa dalla propria.

Esistono tuttavia alcuni passaggi importanti da seguire:

  1. Verifica del possesso dei requisiti. La donna che si sottopone alle procedure di fecondazione, per esempio, non deve avere più di 43 anni, e l’infertilità della coppia deve essere stata debitamente certificata dal medico;
  2. Richiesta alle strutture pubbliche. Bisogna presentare richiesta alla struttura, che deciderà di effettuare altri controlli, per accertare lo stato di salute della coppia, e verificare l’idoneità alle procedure di fecondazione eterologa;
  3. Creazione di scheda fenotipica e reperimento dei gameti.

Per sottoporsi alle procedure di fecondazione assistita, sia essa omologa che eterologa, è comunque consigliato parlarne insieme e a lungo, per prendere la decisione giusta ed essere consapevoli della scelta che si andrà a fare. Una scelta che, una volta fatta, va portata fino in fondo.


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