Io Sott.tto R.C.
A seguito degli accordi verbali intercorsi tra me ed il m.° Cioffi, proprietario della Casa ed. musicale Cioffi, nel luglio 1944 a Napoli, dichiaro con la presente quanto segue:
La Ed. M.le Cioffi è da me riconosciuta quale unica proprietaria della composizione «Dove sta Zazà» di mia composizione per quanto riguarda il testo letterario, per la qual cosa avrà il potere ad esclusione di tutti gli altri di editare, pubblicare, adattare, tradurre, stampare e vendere detta opera in tale forma.
Questa concessione comprende egualmente per tutti i paesi, tutti i diritti, nessuno escluso e compreso il diritto fonomeccanico il diritto cinematografico ed il Diritto di esecuzione pubblica.
La E.ne M.le Cioffi, mi corrisponderà sui diritti di stampa estera, il 33% delle sue spettanze – come è d’accordo e s’impegna di farmi corrisponde e dalla S.I.A.E. i 4/24mi che mi spettano di diritti e dalla S.I.D.E. e dalle società sue consorelle all’estero, per il 30% sui diritti fonomeccanici spettanti alle E. M.le Cioffi.
Con la presente dichiarazione mi impegno di non cedere ad altri la composizione «Dove sta Zazà», avendo io sottoscritto, tranne le riserve suaccennate tutto ceduto alle E. M.le Cioffi.
Approvo inoltre l’operato finora esplicato dalla E.ne Cioffi e dichiaro di essere d’accordo su eventuali azioni che nel comune interesse sia la E.ne M.le Cioffi che io sottoscritto riterremo opportuno per agire di comune accordo presso terzi che eventualmente ledino (sic!) i nostri diritti.
All’atto della firma ricevo dal M.° Giuseppe Cioffi proprietario dell’Ed.ni M.le Cioffi quale compenso per tale cessione la somma di lire…
fonte: http://www.dovestazaza.it/03.canzone/canzone.htm
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L’Europeo. Sabato 4 maggio 1985
Bloc notes di Giulio Andreotti
Zazà
È morto il maestro Cutolo. Non si tratta dell’antagonista, grosso modo, di Pupetta Maresca; ma dell’autore di popolarissime canzoni tra cui Dove sta Zazà.
Pochi sanno che questa canzone fu molto vicina a entrare nella storia d’Italia. Mi riferisco ai giorni immediatamente successivi al referendum istituzionale del 2 giugno 1946 e alla preparazione per l’insediamento dell’Assemblea costituente, eletta nella stessa data.
Un certo nervosismo stava suscitando la notizia che i deputati comunisti intendevano cantare in apertura l’inno dell’Internazionale. Vittorio Emanuele Orlando, che doveva presiedere in ragione di decananza, si chiedeva cosa avrebbe dovuto fare nella… ipotesi canora. A questo punto il fondatore dell’Uomo Qualunque, onorevole Guglielmo Giannini, dichiarò che il suo gruppo si stava esercitando nella canzone Dove sta Zazà, che avrebbero intonato subito dopo l’esibizione comunista. Vera o no che fosse la voce del proposito comunista, l’annuncio qualunquista troncò in radice ogni velleità corale; e i lavori dell’Assemblea iniziarono nella massima austerità e senza musica.
Non cosi avvenne alla conclusione, perché al momento della votazione finale della Costituzione un gruppo di garibaldini presente in tribuna attaccò il canto dell’inno nazionale, ignorando che non è vero che sono in maggioranza gli italiani – e i loro rappresentanti – che cantano. Fu poi un disastro, non essendoci strumenti musicali a disposizione, l’aggancio tra una strofa e l’altra: alcuni volenterosi emisero in sottotono un parapa – parapà – parapà – pa – pa – pa – pa – pa che, unito a un popopò – popopò – po po – po – po – po – po di altra scuola rese piuttosto brutta e stridente la seconda invocazione ai Fratelli d’Italia.
E meno male che non era stata accolta la proposta fatta in via breve dallo stesso Giannini, secondo cui l’inno nazionale provvisorio (poi divenuto definitivo) avrebbe dovuto essere non quello di Mameli ma l’emblematica massima filosofica dello «scurdammoce ‘o passato», alla luce del «chi ha dato» si contenti e «chi ha avuto» se lo tenga.
Giulio Andreotti, nella conclusione di questo articolo, confonde«Dove sta Zazà?» con «Simmo ‘e Napule, paisà», il cui ritornello recita, appunto: «…chi ha avuto, ha avuto, ha avuto. Chi ha dato, ha dato, ha dato. Scurdammoce ‘o passato, simmo ‘e Napule, paisà».
fonte: http://www.dovestazaza.it/09.articoli/articoli.htm
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DOVE STA ZAZÁ ?
testo di Raffaele Cutolo – musica di Giuseppe Cioffi
Era la festa di San Gennaro,
quanta folla per la via…
Con Zazá, compagna mia,
me ne andai a passeggiá.
C’era la banda di Pignataro
che suonava il “Parsifallo”
e il maestro, sul piedistallo,
ci faceva deliziá…
Nel momento culminante
del finale travolgente,
‘mmiez’a tutta chella gente,
se fumarono a Zazá!…
Dove sta Zazá?!
Uh, Madonna mia…
Come fa Zazá,
senza Isaia?…
Pare, pare, Zazá,
che t’ho perduta, ahimé!
Chi ha truvato a Zazá
ca mm’’a purtasse a me…
Jámmola a truvá…
sù, facciamo presto..
Jámmola a incontrá
con la banda in testa…
Uh, Zazá!
Uh, Zazá!
Uh, Zazá!
tuttuquante aîmm’’a strillá:
Zazá, Zazá,
Isaia sta ccá!
Isaia sta ccá!
Isaia sta ccá!…
Zazá, Zazá,
za-za-za-za,
comm’aggi ‘a fá pe’ te truvá?!
I’, senza te, nun pozzo stá…
Zazá, Zazá,
za-za-za-za…
Za-za-za-za-za-za-zá…
Era la festa di San Gennaro,
ll’anno appresso cante e suone…
bancarelle e prucessione…
chi se pò dimenticá!?
C’era la banda di Pignataro,
centinaia di bancarelle
di torrone e di nocelle
che facevano ’ncantá.
Come allora quel viavai,
ritornò per quella via…
Ritornò pure Isaia,
sempre in cerca di Zazá…
Dove sta Zazá?
Uh! Madonna mia…
Come fa Zazá,
senza Isaia?
Pare pare, Zazá
che t’ho perduta, ahimé!
Chi ha truvato a Zazá,
ca mm’’a purtasse a me…
Se non troverò
lei, ch’è tanto bella,
mm’accontenterò
‘e trová ‘a sorella…
T’amerò,
t’amerò,
t’amerò,
pure a lei glielo dirò
che t’amerò:
T’amerò, Zazá!
T’amerò, Zazá!
T’amerò, Zazá!
Zazá, Zazá,
za-za-za-za…
che t’amerò ll’aggi’’a cuntá…
Con tua sorella aggi’’a sfugá…
Zazá, Zazá,
za-za-za-za…
Zazá, Zazá,
za-za-za-za…
comm’aggi’’a fá pe’ te truvá?!
I’, senza te, nun pòzzo stá!
Zazá, Zazá,
za-za-za-za-za…
Za-za-za-za-za-za-zá…