Sempre più persone sono attratte dal Downshifting, Semplicità volontaria, in italiano. Si tratta di un modo di vivere più semplice, più lento e, quindi, anche a contatto con la natura.
Un cambiamento che può avvenire sia restando in città e facendo autoproduzione, rallentando i ritmi lavorativi, oppure con scelte più eclatanti, come l’abbandono della città a favore della campagna e, a volte, di un lavoro completamente autogestito.
Il downshifting è un fenomeno globale, in divenire in tutti i Continenti.
Come è scritto su Wikipedia:
Va da sé che alle spalle di una tale scelta paiono esservi motivazioni altre e alte, come una maggiore considerazione per i temi dell’ecologia, della salute fisica e psicologica e, in ultima analisi, per una visione della vita in minore chiave consumistica (dove l’equazione meno lavoro meno guadagno pare fare fede a sufficienza), oltre che per un recupero di valori da tempo dati per superati come una rivalutazione dell’ozio, un recupero del concetto di lentezza, i mali che una economia drogata può portare con sé.
E’ quello che è successo anche a Dominc Palumbo, che mi ha contattato dagli USA perchè raccontassi la sua storia. Venti anni fa ha lasciato la città per andare a vivere in campagna e ha così messo su una piccola azienda agricola biologica, come racconta sul sito di Slow Food USA.
Se volete raccontare la vostra esperienza in merito di Downshifting sarò lieta di pubblicarla!