Esistono film che vanno visti. Nel bene e nel male.
E questo Dracula rientra nella seconda categoria…
Mi ci sono voluti svariati giorni prima di decidermi a scrivere questa recensione. Vuoi per una certa titubanza nel parlarne, vuoi per il fatto che la mia mente si sta ancora chiedendo cosa sia successo, fatto sta che parlare di questo film mi risulta davvero difficile.
E non perché non abbia cose da dire.
In giro, per la rete, ormai il tam-tam è diventato un eco ridondante: questo film fa schifo!
Ecco, ora che mi sono tolto questo fastidioso sassolino posso andare avanti e dirvi per quale motivo, almeno secondo il sottoscritto, il giudizio è così inappellabile e dannatamente pesante.
Dario Argento è stato come un padre, grazie ai suoi film sono cresciuto, svezzato a suon di killer psicotici e streghe che dimorano in lontani collegi. Lui era il maestro, quello che anche se faceva una gaffe gliela si poteva perdonare.
Perché era giusto, perché bisognava rendere omaggio alla sua genialità…
È vero, è sempre stato un uomo distorto, dalla mentalità visionaria e molto particolare. Se così non fosse stato, capolavori del calibro di Suspiria ce li saremmo sognati.
Ma mai, e ripeto, mai, avrei immaginato un tale scempio.
E sì, che dopo aver sfoggiato una croce di quelle da paura, lui usa due bastoncini… sigh!
Dracula è fatto da cani, girato male, recitato peggio, con scenografie che sembrano uscite dalla recita di mia nipote… che frequenta ancora la scuola materna!
La trama è qualcosa di incoerente, impossibile anche solo cercare di inquadrarla e farne qualcosa di logico, così come tutto il comparto degli effetti speciali.
Insomma, avrei voluto, davvero, poter salvare qualcosa da questa pellicola, anche solo un piccolo frammento che mi ricordasse quel genio che tanto ho amato. Ma non è possibile, spendere una sola parola buona equivarrebbe a vendersi ad un sistema che non riconosco, che permette che tali scempi possano essere prodotti e distribuiti nemmeno fossimo al cospetto del grande successo planetario.
Elencare le cose che non vanno sarebbe come sparare a qualcuno che sta morendo di infarto… mentre precipita nel vuoto senza paracadute e ha ad attenderlo un crostone roccioso di granito dolomitico.
Troppo facile citare la mantide, o l’orribile recitazione della figlia, Asia Argento. O, ancora, le assurde sequenze senza logica o coerenza.
Troppo facile, quindi lascio perdere…
Vorrei però esprimere il mio più grande rammarico. Perché come tanti altri come me, sono deluso, derubato di qualcosa che credevo fosse mio di diritto.
Senza considerare i soldi che sono stati investiti, soldi che in parte provengono anche dalle nostre tasche, e che non ci si spiega dove siano stati spesi.
Forse per comprare tutte quelle entusiastiche recensione che è possibile trovare in giro?
Servono commenti?
Dario Argento è diventato l’eco di ciò che era, di quel grande maestro non è rimasto nulla se non una vecchia fotografia sbiadita appesa ad un muro fatiscente.
Un imbarazzo per se stesso e per tutti quelli che hanno guardato questo film.
E così si ritorna a Profondo rosso, Phenomena, Tenebre, cercando la risposta alla più importante delle domande: perché?
E il brutto, è che forse non avremo mai una risposta.
L’unica cosa certa è che con questo film finisce un’epoca. Il tramonto annunciato di qualcosa che non tornerà mai più.
E chi lo aveva amato non può che soffrire e sentirsi preso in giro…