Genere: Horror
Regia: Francis Ford Coppola
Cast: Gary Oldman, Winona Ryder, Anthony Hopkins, Keanu Reeves, Cary Elwes, Bill Campbell, Sadie Frost, Richard E. Grant, Monica Bellucci, Tom Waits, Michaela Bercu, Florina Kendrick, Jay Robinson, I.M. Hobson, Laurie Franks
1992
128 min
Ho attraversato gli oceani del tempo per trovarti. – Dracula
Locandina
Nel 1462 le armate del Principe romeno Vlad Tepes, strenuo difensore della cristianità in Europa contro la minaccia musulmana, sconfigge l’avanzata turca.
Di ritorno al suo castello, l’uomo, conosciuto anche con il nome di Dracula, scopre che la principessa sua sposa, Elisabeta, è morta suicida dopo aver ricevuto, come terribile vendetta da parte dei Turchi sconfitti, la notizia falsa della morte dell’amato in battaglia.
Dopo la sentenza della dannazione eterna della donna da parte del sacerdote Cesare per essersi procurata la morte, il Principe Tepes rinnega Dio e quella stessa Chiesa per cui ha combattuto, divenendo un vampiro.
Secoli dopo, nel 1897, il giovane avvocato Jonathan Harker si reca in Transilvania per concludere l’acquisto di alcune case a Londra da parte di uno stravagante Conte della Transilvania, lo stesso Dracula.
Gary Oldman (Dracula)
Quest’ultimo, dopo aver visto una fotografia di Mina Murray, la fidanzata del suo giovane ospite, vede in lei la reincarnazione della sua defunta sposa, Elisabeta, e così decide di trasferirsi nella Londra vittoriana dopo aver preventivamente imprigionato nel castello il giovane Harker.
Giunto in Inghilterra, il Conte si nutre del sangue dell’amica di Mina, Lucy Westenra, per ringiovanire il suo aspetto e inizia a sedurre la donna in cui crede di aver ritrovato il suo più grande amore.
Sulle sue tracce, però, si mette il Pr. Abraham Van Helsing, un docente universitario olandese, esperto di vampirismo, contattato dal dottore che ha in cura la giovane Lucy.
Gary Oldman (Dracula)
La rivisitazione dell’opera di Bram Stoker operata da Francis Ford Coppola non è declinata all’horror puro, ma sembra veicolare verso lo spettatore una profonda riflessione sull’amore.
L’amore, qui, è il vero protagonista della pellicola, un sentimento totalizzante che oltrepassa il labile confine tra vita e morte, permeando entrambe le dimensioni, in grado di far accettare anche la dannazione eterna quando, dopo averlo conosciuto nella sua forma più autentica, se ne viene privati.
La figura del Conte, qui interpretata da un magistrale Gary Oldman, è fortemente ambigua, in quanto è portatrice sia di valori negativi, quali la dannazione e la malvagità, sia di valori positivi, quali il romanticismo e la fedeltà all’amore perduto. Una caratterizzazione negativa a tutto tondo del protagonista è impossibile e ingiusta, in quanto lo spettatore, sebbene inorridito dall’orrore che il Conte perpetra intorno a sé, in fondo, sebbene non lo giustifichi, lo comprende, in quanto ne ha individuato le cause scatenanti.
Gary Oldman (Dracula) e Winona Ryder (Mina Murray)
Se nel libro di Stoker, il Conte appariva più un personaggio secondario, oggetto dei rapporti epistolari dei veri protagonisti nonché narratori indiretti della storia, Mina e Jonathan Harker, insieme alle loro amicizie, qui Dracula ha assunto il ruolo di vero e proprio protagonista.
Affrancandosi dal ruolo di mero oggetto di lettere che costituiscono di fatto il motore della narrazione, geniale espediente narrativo col quale Stoker ha composto il suo romanzo, ripreso qui anche da Coppola, il Conte da mostro – oggetto diviene un autentico umano – soggetto, col quale lo spettatore riesce perfino ad empatizzare.
La caratterizzazione del personaggio, a livello figurativo, deve molto anche agli splendidi costumi della designer giapponese Eiko Ishioka, che, grazie al suo lavoro, ha saputo ben sottolineare la portata emotiva di ogni singolo personaggio (i vestiti pudici di Mina, l’armatura del Conte con il tessuto muscolare evidenziato, volto a segnalarne la tempra da guerriero, e gli abiti da dandy, devoti al suo temperamento romantico, etc.), aggiudicandosi in questa occasione anche un Oscar.
L’amore sembra rappresentare il trait d’union tra mostro e umano, rosso come la passione, ma anche come il sangue.