Magazine Diario personale

Drammatici Arrivederci

Creato il 16 agosto 2011 da Lollo

salutati amici, parenti, vicini di casa pettegoli e non, sono pronto per la partenza. Anzi, siamo pronti per la partenza. Eh sì, perché mamma sta preparando valigie come un macellaio sminuzza carne durante le feste di Natale, papà masterizza compilation che nessuno vorrà ascoltare e mia sorella sta al telefono per ore con la sua migliore amica che è diventata stalker di un povero sventurato al mare. Il saluto più drammatico lo dedico a Dolly, compagna di mille avventure, di mille sogni ad occhi aperti e di nottate funeste. Lei, morbida di cuore. Lei, amica indifesa.“Lorenzo, molla quel peluche e porta giù questa valigia titanica” erutta mia madre. Ciao Dolly. Non prendere troppa polvere in questi sei mesi.
Secondo la tabella di marcia la partenza è prevista per le otto e zero zero, inutile dire che alle dieci e trentacinque ognuno ha ancora un milione di cose da fare. Tranne il sottoscritto che per passare il tempo incita l’equipaggio e parla con i peluche.“Ma che mangiamo?” urla mio padre riemergendo dalla lotta contro Bill Gates. Ha appena fatto colazione ma già pensa al pranzo. L’isteria è nell’aria. Più del profumo invitante di carne alla brace che sta cucinando il vicino. Non perdiamo tempo, galoppiamo fino alla porta di casa e usciamo. Supplico i miei famigliari. Dalle camere da letto giungono urla di dissenso.L’adolescente in crisi mistica ancora non ha finito di mettere i vestiti nella sua borsa e mia madre sta per esplodere giurando a se stessa che nella prossima vita userà gli anticoncezionali.
“Porta quel vestito a fiorellini. Siamo magre, saremo abbronzate e senza peli. Approfittiamone” le dice dall’alto della sua plurima esperienza. Non è questo il momento di farsi venire i dubbi di stile. “Possiamo rimandare il cambio di look per favore?” chiedo spazientito. Finalmente si caricano le valigie in macchina. Poi si passa alla chiusura di varie porte e finestre, proceduta che comporta un lasso di tempo che và dall’una alle due ore circa. Grate, zanzariere, tapparelle, lucchetti, fili di ferro spinato, cancelli, saracinesche, tende e porte blindate. Più facile entrare nel caveau di una banca svizzera. Inserito l’allarme. Tic, tic, tic. Mia madre in uno scatto ginnico chiude l’ultima porta ed entra in macchina. “Lory ti spiace se vengo più indietro con il sedile?” SDRUM. Me la ritrovo completamente sdraiata su quelle che una volta erano le mie gambe.
Già mi sento triste e dietro ai miei occhiali da sole ricaccio le lacrime di malinconia. Papà schiaccia l’acceleratore. Partiamo ma dopo duecento metri siamo già fermi perché deve comprare il giornale. Prima di entrare in autostrada mi chiede l’indirizzo dell’albergo ad Aix-En-Provence da inserire sul navigatore. Ho appuntato tutto con precisione sul mio taccuino Moleskine. “Mamma mi dai il navigatore per favore?”. “Io non ce l’ho”. “Guarda nel cassettino del cruscotto”“Non c’è qui. Io l’ho visto l’ultima volta in garage, sul tavolo”. Inversione ad U.In un’esplosione di insulti, esclamazioni poco eleganti e parolacce come se piovessero si torna a casa. Beep beep beep. Mia madre si toglie la cintura per trovare le chiavi di casa, fa suonare l’allarme perché non ti da nemmeno il tempo di fare una mandata e finalmente esce vittoriosa con tutta la scatola del navigatore. A scanso di equivoci ha preso anche le istruzioni e la garanzia.
Si riparte. Questa volta sembra quella definitiva.“Mi passate il porta cd che ascoltiamo un po’ di musica?”. Lo seleziona e lo inserisce.Traccia numero 1. “Marco se n’è andato e non ritorna più”. Per l’occasione la sua amica parrucchiera le ha prestato tutti i drammi di Laura Pausini in un unico cofanetto. Ricaccio le lacrime. E penso che farebbe meno male aggrapparsi al parafanghi di un camion ed essere trascinati sull’asfalto.

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