In questo articolo dedicato a Dorotea troverete la mia recensione di Dream e un'intervista alla sua autrice che è stata carinissima e molto disponibile e che ringrazio ancora di cuore! Titolo: Dream Autore:Dorotea De Spirito Editore: Mondadori Collana: Shout Pagine: 288 Prezzo: euro 17,00 Data di uscita: 10 maggio 2011 Trama: È possibile innamorarsi di un ragazzo conosciuto in sogno? Esperia pensa di sì, perché sta succedendo proprio a lei. Diciotto anni, una vita normale tra la scuola e gli amici e, improvvisamente, il colpo di fulmine. Lui si chiama William Holden, l'ha incontrato in un suo sogno e da allora non riesce più a toglierselo dalla testa. Un amore davvero impossibile, perché nella vita reale William è una pop star londinese: come dire, quanto di più lontano dalla vita di Esperia. E il loro amore svanisce con l'alba, ogni mattina.
RECENSIONE
Sai quel luogo? Quello tra il sogno e la veglia, in cui ricordi ancora cosa stavi sognando. Quello è il posto dove ti aspetterò e ti amerò per sempre. James Matthew Barrie, Peter Pan
Dream ha il sapore semplice, fresco, leggero, eppure anche profondo e totalizzante dell’adolescenza… Forse per questo immagino sappia dire e trasmettere moltissimo a un lettore che nell’adolescenza vi è ancora immerso; per chi invece, come me, ne è uscito da molti (quanti!) anni, il libro offre una piacevole e inattesa sosta in un’oasi forse dimenticata lungo la strada della vita, in cui i colori sono stranamente vivaci, i sentimenti incontrollatamente estremi, i profumi ineluttabilmente legati a un volto e a una voce amati e desiderati, i dettagli più insignificanti irragionevolmente importanti…
“Esperia non è un nome qualunque. È un nome speciale. Appartiene a una stella, che, in realtà, è un pianeta, scoperto centocinquant’anni fa da un astronomo italiano di nome Giovanni Schiapparelli. Aveva passato anni e anni così, Giovanni, abbarbicato in cima all’osservatorio di Brera, cercando la sua stella. E l’aveva trovata, alla fine. Aveva deciso di chiamarla Esperia, il nome che usavano gli antichi Greci per indicare la penisola italiana, per celebrare nel cielo la raggiunta unità nazionale. Ma Esperia era anche, nella mitologia greca, la ninfa del crepuscolo, una delle figlie della Notte […] Esperia custodiva il giardino delle mele d’oro dove Elios, il sole, scendeva a riposare durante la notte.”Esperia ha diciotto anni e frequenta l’ultimo anno di liceo nella sua città, Firenze; abita in un piccolo appartamento da sola, perché i suoi genitori, autori di guide turistiche, sono sempre in viaggio per lavoro, ma la sua vita trascorre nella semplice quotidianità di scuola, preparazione della maturità, amici, visite alla nonna che abita al piano sotto al suo. Come molte ragazze della sua età, ha una passione smodata per un cantante, l’inglese William Holden, i cui poster tappezzano le pareti della sua stanza e le cui canzoni sono impostate come suoneria del suo cellulare. Ma William Holden non è per Esperia solo una star irraggiungibile: una volta, quando lei aveva solo dieci anni, i loro sguardi si incrociarono per un breve istante nella sala d’attesa dell’aeroporto di Londra… e quasi ogni notte, William ed Esperia condividono lo stesso sogno, incontrandosi, quasi dandosi appuntamento, cercandosi nei labirinti onirici l’uno dell’altra, parlando, ridendo, consolandosi a vicenda, affrontando le loro paure di sempre e i loro dolori passati insieme… innamorandosi!
“Si volta, la luce gli illumina il volto pallido, serio ma sereno, gli occhi neri come il buio che è appena scomparso e lucenti dello stesso chiarore dorato che ci illumina. […] il suo viso è tranquillo, ogni suo tratto racconta qualcosa, qualcosa che non ho mai vissuto, ma che mi sembra di ricordare. Come se lo conoscessi da un tempo così antico da superare la mia stessa età. Come se le nostre anime si stessero salutando complici, senza essersi mai veramente incontrate.”
Ma nessuno dei due ha la certezza che l’altro sia reale, che non lo stia semplicemente sognando, inventando… Eppure per Esperia il sentimento che prova per William è talmente prepotente e forte da rendere i sogni che condivide con lui più reali e più importanti della realtà stessa, che ormai vive quasi come in trance, attendendo con ansia e desiderio di poter chiudere gli occhi per tornare da lui… A solitary shadow Is dancing by herself Singing a song For her love…
Tutto in Dream ha il sapore e il suonodella primavera della vita. Dallo stile spontaneo e immediato, che l’autrice usa quando parla di scuola, di genitori, di compagni di classe, che mostra quanto sia vicino alla sua vita quello che racconta; al linguaggio poetico, quasi lirico che adotta per i brani legati alla dimensione onirica, in cui a volte eccede forse nell’impiego di allegorie, metafore, analogie, anadiplosi, e che risulta piacevole per le orecchie che ne seguono la musicalità e le immagini che crea, ma un poco dispersivo per la mente che rischia invece di perdere il filo della storia. Dallo spaesamento che pare eccessivo causato da un semplice sogno, alla speranza e al desiderio di credere che quel sogno abbia qualcosa di reale, di credere nei segni, di credere nelle coincidenze. Dalla meravigliosa anche se devastante capacità di innamorarsi nei sogni di un ragazzo mai conosciuto nella vita “reale”, a quella altrettanto meravigliosa di scoprire e accettare a braccia aperte un feeling con una ragazza appena conosciuta attraverso un blog… Esperia infatti, mentre affronta lo spaesante sdoppiamento della sua vita tra sonno e veglia, stringe una profonda amicizia con Stella, la owner di un blog che pare rispecchiare i suoi pensieri, le paure e soprattutto le speranze sulla realtà dei sogni; e quasi contemporaneamente incontra Valerio, uno studente universitario che si innamora di lei e col quale si trova benissimo. Stella e Valerio rappresentano un po’ il contrasto su cui danza il romanzo, e quindi la protagonista: l’emozione e il batticuore per la meraviglia che offre il sogno, cioè un amore che supera i confini di tempo e spazio, di materialità e razionalità, che sa donare al contempo gioia pura e dolore capace di uccidere, da una parte; e il pensiero di dover credere solo nel concreto, di doversi “accontentare” di un amore tranquillo, di un amore a portata di mano, che fa sentire al sicuro, non fa paura e non ferisce, ma che nemmeno sa illuminare l’anima e accendere il desiderio. Dalla prima comparsa sulla scena di Valerio, ho temuto che l’autrice avrebbe scelto la seconda strada, con l’intento (per nulla sbagliato) di trasmettere il messaggio che nella vita anche le cose semplici, afferrabili, raggiungibili, sono straordinariamente belle e sanno valere più di quelle che rientrano nella categoria “sogno”; che il primo amore, per quanto folle, smodato, totalizzante, sia importante e indimenticabile, ma che non sia il vero amore, che è invece quello pacato, pacificante, rassicurante… Come se il primo amore fossero le acque tumultuose e agitate, incontenibili, della superficie del mare in piena tempesta, e l’amore vero fossero invece le acque delle profondità oceaniche, sicure, salde, mai disturbate dalle inutili e nocive interferenze degli agenti atmosferici. Non credo che il messaggio, se fosse stato questo, sarebbe stato erroneo… Forse nella vita è davvero così, forse nella vita sposiamo gli uomini che ci fanno sentire serene e al sicuro, e non quelli che ci hanno fatto sbatacchiare il cuore, un po’ ingrandendolo e un po’ rompendolo… Ed è importante imparare a cogliere la maestosità della vita anche nelle cose più semplici e vere, e non solo in quelle che ci fanno debordare ed esaltare. Però nei libri non deve essere per forza così. Nei libri voglio poter credere che esista un amore nato dall’incontro inatteso e al limite del soprannaturale avvenuto in un sogno, voglio leggere che l’amore del batticuore, l’amore per il quale si butterebbe via l’intera quotidianità così ben costruita negli anni come fosse carta straccia, possa diventare l’amore dell’esistenza, che esista un amore unico, folgorante, al quale sia impossibile opporsi e a cui si è destinati da sempre e per sempre… Cosa sarebbero diventate le grandi storie d’amore della letteratura se avessero abbracciato la sicurezza invece della passione? Se Giulietta per accontentare il padre avesse scelto Paride e non Romeo, se Anne Elliott avesse sposato il cugino William invece di attendere il perdono di Frederick Wentworth, se Ginevra non avesse tragicamente tradito Artù con Lancillotto, e sì, anche, se Bella Swan avesse scelto un futuro di sole con Jacob Black invece di sacrificare la sua vita a un’eternità di notti, di sterilità, di segregazione, di sete per stare accanto all’amore della sua esistenza Edward Cullen? E così il cerchio si chiude: ecco non solo il sapore e il suono dell’adolescenza, ma anche la sua capacità di amare, di sognare e soprattutto di credere nei sogni! È così che questo romanzo, nella sua semplicità e nella sua inverosimiglianza, crea emozione e conquista…
INTERVISTA
1. Cara Dorotea, sono molto felice di accoglierti nel nostro blog. Ti andrebbe di presentarti ai lettori che hanno letto i tuoi romanzi o che lo faranno presto? Grazie a te per l’opportunità, sei stata molto gentile.
Beh, salve a tutti, mi chiamo Dorotea De Spirito ho 20 anni appena compiuti e studio lettere, primo anno. Sono una giovane scrittrice, diciamo più che in erba proprio in seme! Ho pubblicato per Mondadori tre libri: Destinazione Tokio Hotel, Angel e l’ultimo uscito solo un paio di settimane fa: Dream.
2. Qual è il tuo rapporto con la scrittura e cosa rappresenta per te? Quando hai scoperto questa passione? Cosa fai solitamente quando scrivi? Hai un particolare processo creativo? La scrittura per me è tutto, qualcosa che fa parte di me e dalla mia vita da tantissimo e non potrei proprio immaginare divisa da essa; non ricordo nemmeno quando è stato che ho iniziato ad amarla, probabilmente quando ho materialmente iniziato a saper scrivere o forse anche prima, perché avevo la malsana abitudine di tiranneggiare sulla mia mamma e costringerla alla macchina da scrivere, sotto la mia dettatura. Non so quando ho sentito in cuor mio che avrei voluto scrivere nella mia vita, forse l’ho sempre saputo, almeno un po’. Per quanto riguarda la modalità dello scrivere … io scrivo ovunque e in qualsiasi momento, o meglio se una certa frase, pensiero o scena mi vengono in mente posso iniziare a scrivere anche su un foglio volante nel bel mezzo di una lezione di chimica (e questo mi è successo davvero al liceo un paio di volte!). Certo una situazione piacevolissima è: scrivania abbastanza libera, abbastanza disordinata, finestra luminosa davanti, computer e musica. Non ho però un processo di scrittura molto razionale, non sono una scrittrice dedita a schede e scalette, ho solo una scaletta della trama che mi appunto, di solito, ma molto variabile e sono le parole che si tirano l’un l’altra.
3. Quali sono gli autori che ti hanno formata o che ami particolarmente? Ti andrebbe di consigliarci qualche libro che hai letto recentemente e che ti ha piacevolmente colpita? Sono moltissimi e di ogni genere! Il fatto è che ho sempre amato anche la lettura e leggevo davvero tantissimo da piccolina, ora purtroppo ho meno tempo a causa dello studio, in cuor mio credo che ogni storia possa influenzare o formare, almeno un po’, specialmente da bambini. Gli autori che amo di più sono Berry (Peter Pan è il libro della mia vita, in assoluto), Hugo, Goethe e di recente ho apprezzato moltissimo La ragazza di carta di Musso, autore bravissimo che amo davvero per il suo saper mescolare un tocco di magico e irreale alla realtà di tutti i giorni.
4. Quanto sei cambiata e maturata, come persona e come autrice, da Angel a Dream? Come stai vivendo la pubblicazione del tuo ultimo romanzo? L'aspettativa che il pubblico nutre nei tuoi confronti ti ha influenzata? Sicuramente sono cresciuta, anagraficamente ma anche nella scrittura, ho notato io stessa il cambiamento tra Angel e Dream e credo sia naturale. Di certo i miei libri hanno una caratteristica: mi rappresentano completamente nel momento in cui li ho scritti: rileggendo Angel ritrovo la me stessa di diciotto-diciannove anni, scrivendo Dream capivo che stavo riversando tutto quello che sono ora in questa storia. Per ora riguardo l’uscita di questo libro sono serena, anche se non mancano i momenti di panico! Dovuti anche all’avvicinarsi degli esami universitari che tolgono molto tempo alla cura della promozione di Dream. Rispetto all’ “aspettativa” invece mi sento di dire che non ci ho molto pensato, è un libro nato da solo, una storia che non potevo che raccontare così, certo spero che molte persone possano trovare un po’ di gioia, conforto, o anche solo una risata nelle mie parole.
5. Ti andrebbe di raccontarci qualcosa di Dream? Da dove nasce questa storia? A cosa ti sei ispirata per scriverla? Nasce per caso ma anche per necessità personale, diciamo che le due cose si sono unite. Il caso è stato un fatto di cronaca passato ormai più di un anno fa alla radio,un giovane ragazzo inglese aveva sognato una ragazza, mai vista, e se ne era perdutamente innamorato; deciso a ritrovarla e convinto della sua esistenza ha messo in piedi un vero e proprio sito di ricerche. La cosa mi ha molto colpita, cosa farei se capitasse a me? E’ questo che accade ad Esperia, protagonista del libro, che si imbatte in un apparente sconosciuto in un suo sogno, sconosciuto che in realtà si rivela essere una star musical londinese: William Holden, sogno dopo sogni i due si incontrano, legano e aiutano reciprocamente, rendendo il sogno più reale della stessa realtà. La necessità è che la storia di Esperia intreccia la mia in molti punti, punti più o meno luminosi o piacevoli, ma non voglio svelare troppo …
6. Ciò che ho apprezzato maggiormente in Dream è stato quel misto di stile spontaneo e fresco dove racconti del quotidiano (scuola, amici, casa) e di linguaggio poetico, quasi lirico, ricco di metafore, analogie, immagini, quando Esperia è immersa nelle proprie considerazioni sull’amore e nei sogni che condivide con William. Un misto che sa di vero, che sa di adolescenza vissuta, che sa forse anche di te? Sicuramente, è una scelta molto naturale, quasi non ponderata ma che emerge nel momento in cui parlo dei sentimenti di Esperia, delle sue sensazioni. Certo è una scrittura di cuore e di pancia, vale la pena ripeterlo, c’è un filo diretto tra le mie sensazioni e quelle che trasmetto alle parole, incentivato anche dall’uso del presente.
7. Cercherò di formulare questa domanda senza svelare troppo del libro a chi ancora non lo ha letto: dalla prima comparsa sulla scena di un certo personaggio, ho temuto che avrebbe avuto il ruolo di contraltare consolatorio, di soluzione felice da “piedi per terra”. Invece il finale che hai scelto è appagante ed emozionante, e insegna a sognare invece che a razionalizzare, a desiderare invece che accontentarsi… Hai sempre avuto in mente questo finale o sei stata tentata da altre soluzioni? All’inizio non sapevo che fine avrebbe avuto la storia, in effetti. Poi però mi sono resa conto che il finale non poteva essere diverso, è un po’ il mio augurio a tutti i lettori: inseguite i vostri sogni, sempre.
8. Esperia è un personaggio che emerge quasi da solo, sembra nascere tridimensionale, senza che tu aggiunga troppe descrizioni o ti impegni a darle spessore. È semplicemente realistica, possibile, vera. Quanto di lei c’è in te? Prima di tutto grazie come ho già detto c’è moltissimo di me, questa storia la sento molto mia e in modo viscerale, c’è una parte enorme di me in tutta la storia, in ogni dettaglio e non solo in Esperia.
9. A proposito di personaggi, che rapporto hai di solito con loro? Li guidi per mano dove vuoi che arrivino o in qualche modo prendono vita propria finendo con il guidare loro te? Assolutamente loro! Talvolta sono quasi una scoperta, quando scrivo non sempre controllo io la narrazione, molto spesso mi sembra di essere solo un tramite che dà loro voce.
10. Quali sono i tuoi progetti futuri? Puoi darci qualche news? Esami! Scherzi a parte di sicuro voglio fare un seguito per Angel, non voglio deludere la fan di Guglielmo e Vichi e poi vedremo, le idee non mi mancano, mi manca maggiormente il tempo!
11. Grazie mille per aver accettato il nostro invito. È stato un piacere per me intervistarti e averti ospite nel blog. Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci? Un augurio di buone vacanze a tutti, un grande in bocca al lupo ai maturandi o studenti che come me si trovano nel bel mezzo degli esami! E buona lettura per Dream, se vi ho abbastanza incuriosito.
L’AUTRICE: Dorotea De Spirito ha vent’anni. Frequenta il corso di laurea in Lettere Moderne all’Università Cattolica di Milano. Con Mondadori ha già pubblicato Angel (2009) e Destinazione Tokyo Hotel (2008).