Dream On

Da Andrew Jacobs
Il ritorno. Non di quelli classici, con il biglietto non obliterato a portata di mano e la lacrima facile, niente di tutto ciò. Scordatevelo. Il giorno sta morendo lentamente, la stazione appare deserta, immobile, paradossale, come in attesa di una fine che mai arriverà. Puah, stupida stazione, con quei pavimenti freddi, nudi e così monotoni, quei corridoi ora da film dell’orrore, ora da reparto geriatrico. Soltanto l’intermittenza delle lunghe distese di neon testimonia che qualcuno è passato e qualcuno forse passerà. Improvvisamente, quell’atmosfera gelida d’autopsia viene spezzata dall’arrivo di una ragazza. Sì, è proprio là, si sta avvicinando. Percorre una linea retta, sola, una delle tante, trascinando dietro di sé un trolley da viaggio, scuro, oscuro. Chissà da dove viene, proviene, dove è diretta. O h, quante cose vorrei chiederle. I suoi gesti e la sua bellezza trasmettono qualcosa: qualcosa di dannatamente musicale. Rock, rock ‘n’ roll, quello che rompe, spacca, distrugge baby. Potrebbe avere un paio di ali d’angelo nere o di pipistrello che non stonerebbe affatto. I jeans d’accenno strappati, le scarpe borchiate, audaci, sfrontate, il viso preservato dai capelli, dagli occhiali da sole, o addirittura non presente. Che segreto nasconderà? Chi è? Ti prego non rispondermi, non confessarti, altrimenti svanirà ogni tua magia. D’un tratto abbandona il trolley, posa gli occhiali su quel pavimento, segnato dai tragitti di mille persone, e inizia ad ass aporare i silenzi del luogo. Niente ispira più del vuoto, l’assenza che genera presenza. Ed è qui che nascono nuove idee, nuovi trovate, nuovi percorsi di vita. Ecco le manca proprio la vita. O come dimenticarla. Forse è uscita da un concerto, raro, che le ha fatto riemergere ricordi oramai sepolti. Ed è qui che cerca la sua immagine, il sé, chi è veramente, chi sarà o chi non è mai stata. Riflessa nello specchio dei bagni pubblici, svela i lineamenti che disegnano il suo volto. Si trucca, si guarda, si contempla, forse sta per cadere nelle acque, com e Narciso, o forse, semplicemente, si odia. Chi lo sa. Suggeriscimelo tu lettore ideale, se ne hai le forze e le risorse. Le tenebre stanno calando e la voglia di andare a casa martella la mente. All’uscita della stazione si ode la sirena di un’ambulanza che echeggia in lontananza, un clochard che canta ubriaco seduto per terra, un corteo di harley in fila indiana splendenti sotto le centinaia di insegne luminose, vivide, che colorano le sporche pozzanghere della città. Un giro, anzi due giri di chiave nella serratura, tre passi nel buio e quell’unico filo di luce che sparisce con la chiusura della porta. La ragazza si stende sul divano. Alberga la suggestione, e solo una gran voglia di dormire. Le palpebre si fanno pesanti, doloranti, la gola secca, la salivazione a zero, e tante sagome idealizzate e labili che prendono forma e navigano all’interno della stanza. Cerca di addormentarsi per non avere più timore, di quello che è stato, di quello che è. 4:01. 4:02. 4:07. Il monotono conteggio dei minuti dopo che un incubo ti ha svegliato. Ci vuole una sigaretta. Un po’ di fumo guarirà questa maledetta fragilità. E di nuovo un cambio d’abito, blu notte, e di scena. Come a purificarsi. Al piano superiore. Tra tabacco, acquavite e pensieri inconfessabili giace la sua voglia di peccare, di sbendarsi ed esprimere il suo essere, corrotto che sia. La regina dei monologhi, che non riesce a tenere a bada l’inconscio. Bella scusa. E una sensazione di smarrimento la riconduce ad adagiarsi, nuovamente, sul divano di sotto. All’improvviso un uomo allunga la sua mano al di sopra del corpo della ragazza, e la finestra si spalanca come mossa da una ventata improvvisa. Cos’è successo? La finestra è serrata, con la luce che penetra dagli scuri. Non c’è nessun uomo. In realtà non c’è niente di diverso. La bottiglia, le sigarette, le scarpe. E se fosse stato tutto un sogno? E se non lo fosse? Un’altra sigaretta, per cortesia.
photo by deSna B. [1] text by Fabrizio Muzzi [2]


Model: Beatrice Stanzani [3] Fashion editor: Andrea Quarantotto [4]
Un ringraziamento speciale alla Accademia Indifferenti e Risoluti di Crevalcore (BO), che ci hanno ospitato nella seconda parte del set.
[1] desNa B. è nata nel vicentino, negli ultimi anni trascorsi a Bologna per studiare lingue orientali si è avvicinata alla fotografia fino a farne una passione; specializzatasi principalmente in music photography, si sta ora dedicando alla sperimentazione di nuovi generi e al percorso formativo per diventare una visual designer.

[2] Fabrizio Muzzi è nato a Modena il 18 agosto 1988 ed è laureando in Scienze della Comunicazione presso l'Università di Bologna. Ha svolto un tirocinio curricolare presso l'Ufficio del Patrimonio Artistico di Bologna, per cui redige tuttora articoli e comunicati stampa. Inoltre, collabora con UACS in qualità di giornalista.


[3] Beatrice Stanzani è nata a Bologna il 22 Luglio 1991, fa la modella da alcuni anni e quest'anno ha vinto la fascia Miss Altedo di Miss Italia che l'ha fatta accedere alle regionali del concorso e si sta specializzando con i set di UACS come fotomodella.


[4] Andrea Quarantotto alias Andrew Jacobs è nato il 17 Luglio 1989 a Bologna, è uscito dal Polimoda di Firenze come Cool Hunter ed è creatore della webzine Up-and-Coming Style, attualmente si sta specializzando nel campo della moda anche come Stylist e Fashion Editor, vorrebe anche percorrere una carriera cinematografica come regista o direttore della fotografia.

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